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Dafond: ‘Ma vogliamo perdere il contributo delle Ffs?’

Il sindaco di Minusio mette i puntini sulle ‘i’ in vista del voto referendario del 25 settembre sull’arredo stradale funzionale alla nuova fermata Tilo

Felice Dafond, sindaco di Minusio
(Ti-Press)
1 settembre 2022
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«Il referendista Tommasini ora puntualizza irritato "non invito a votare no, ma scheda bianca". Orbene, votare scheda bianca cosa significa? Nessuno lo sa. Lo stesso referendista afferma di essere favorevole al credito. E allora perché non dice di votare sì, ma scheda bianca?».

Si inasprisce il confronto fra il Municipio di Minusio, strenuo fautore della fermata Ffs-Tilo in zona Remorino per la quale sono già iniziati i lavori preparatori, e Tiziano Tommasini, ex vicesindaco ma soprattutto promotore della domanda di referendum (772 firme valide) che aveva come scopo la bocciatura popolare della fermata stessa. Dal momento però che il credito riguardante la partecipazione massima del Comune al finanziamento (550mila franchi) è stato giudicato non referendabile, al giudizio delle urne andrà soltanto un credito "accessorio", di 342mila franchi, per le opere di valorizzazione e arredo stradale su via Verbano e via Remorino; un credito che per altro lo stesso Tommasini ha affermato di non osteggiare, tanto da raccomandare alla popolazione, appunto, di votare scheda bianca "per protesta", ma non bocciare, visto il rischio che i "no" prevalgano e la fermata Tilo – che si farà in ogni caso – non venga accompagnata da un progetto di arredo all’altezza, e in grado di inserirla meglio nel territorio a ridosso di Rivapiana e del lago.

L’ultima puntata della diatriba risale a ieri: nell’opuscolo informativo inviato a tutti i fuochi, le tesi di Tommasini, che si è detto appunto «non contrario» al credito, sono state pubblicate sotto il titolino "Perché votare no"; questo, quando Tommasini nello stesso testo raccomanda di votare scheda bianca. Tanto è bastato per chiedere al Municipio di ritirare il materiale di voto e ripresentarlo "corretto", o almeno in linea con il pensiero – in questo caso a dire il vero un po’ arzigogolato – del referendista.

Non ha tardato a questo punto a manifestarsi quel Municipio nel quale Tommasini sedeva fino alla scorsa legislatura. E lo ha fatto con il sindaco Felice Dafond, che già dopo l’annuncio della domanda di referendum aveva espresso stupore e delusione. A "laRegione" Dafond sottolinea innanzitutto, come si è visto in entrata, che chiedere di votare scheda bianca ha poco senso e tradisce gli stessi desideri del referendista. Più in generale, «la fermata Ffs-Tilo è stata decisa a livello nazionale, cantonale e regionale. È necessaria nel contesto del traffico pubblico non solo regionale, ma anche cantonale e svizzero. E i lavori, oltretutto, sono già iniziati». Si tratta, per il sindaco, «di un progetto di moderazione del traffico veicolare, al quale si aggiungono gli sforzi compiuti per garantire un adeguato inserimento architettonico e paesaggistico della fermata. Minusio ha chiesto la creazione di aree verdi, nuovi arbusti e alberature, nonché un disegno architettonico di qualità, senza dimenticare l’aggiunta di un servizio igienico a utilizzo dei viaggiatori, che non rientrava negli standard Ffs, ma che è stato ottenuto dopo varie insistenze. Ossia, una riqualifica urbanistica del comparto e un inserimento architettonico e paesaggistico della fermata degni del contesto».

Poi, riguardo alla presunta informazione fuorviante diramata dal Comune sull’opuscolo: «La struttura degli opuscoli informativi nell’ambito delle votazioni popolari è conosciuta a tutti: l’opuscolo deve contenere una spiegazione obiettiva dell’oggetto in votazione e riportare le prese di posizione di Municipio e Consiglio comunale e gli argomenti dei "contrari". È chiaro che gli argomenti del primo firmatario del referendum appartenevano alla categoria dei contrari e come tali sono stati trattati». Quindi, non si rifarà un bel nulla.

A conti fatti, secondo Felice Dafond, quella che avverrà il 25 settembre prossimo sarà «una votazione popolare paradossale, assurda, oltre che costosa. Se il referendum dovesse essere accolto significa che i cittadini di Minusio perderanno l’importante contributo finanziario che le Ffs hanno deciso di riconoscere al Comune per questo specifico intervento, e un’opportunità di disporre di una fermata funzionale e integrata, come peraltro espresso coralmente da tutti i gruppi politici presenti nel Consiglio comunale, che nel volantino pervenuto alla popolazione invitano i cittadini a votare un convinto ‘sì’ alle opere di valorizzazione annesse alla fermata Ffs».

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