Svizzera

Chiusure, Gastrosuisse approva. Dettaglianti: 'Una stangata'

La ristorazione apprezza che il governo abbia riconosciuto la gravità della situazione. Per i commercianti a rischio la sopravvivenza di molte attività

Interi settori in difficoltà (Ti-Press)
13 gennaio 2021
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Allentando le regole per i casi di rigore il Consiglio federale ha fatto un passo importante verso l'industria della ristorazione. Tuttavia, secondo l'associazione di categoria GastroSuisse, ora è necessaria una maggiore rapidità nei pagamenti.

Al momento in effetti è stato versato solo lo 0,4% dei fondi approvati, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa il presidente di GastroSuisse Casimir Platzer. "Questo non aiuta nessuno", ha aggiunto, sottolineando che privati e imprese rispetterebbero meglio le misure se non dovessero lottare per la propria sopravvivenza.

Platzer ha comunque apprezzato che il governo abbia riconosciuto la gravità della situazione e "ascoltato il nostro appello". L'incremento dei contributi a fondo perso e la riduzione degli ostacoli nei casi di rigore sono state decisioni importanti, andate nella giusta direzione. A Platzer però è rimasto un po' l'amaro in bocca, dato che la soglia minima di perdita del fatturato è stata mantenuta al 40%.

La situazione in generale rimane allarmante per il ramo, confrontato con chiusure per almeno altre sei settimane durante quello che per molti esercizi è periodo di alta stagione. Platzer ha rinnovato alcune critiche al governo, accusandolo di prendere decisioni basate su fondamenta poco affidabili, come il tasso di riproduzione. Si è inoltre definito irritato per il calo dei letti disponibili nelle terapie intensive rispetto allo scorso aprile.

'Problemi per l'esistenza di molti commerci'

La chiusura dei negozi non alimentari ordinata dal Consiglio federale per far fronte al coronavirus è "una stangata" per i dettaglianti. Ciò comporterà problemi esistenziali per molti commerci, scrive oggi Swiss Retail.

Malgrado il commercio al dettaglio si sia dimostrato capace di adattarsi, proattivo ed esemplare durante la chiusura parziale, ora viene punito in modo sproporzionato con un blocco totale, si legge in un comunicato di Swiss Retail. Le valutazioni interne sulle assenze per malattia confermano che l'attività dei dettaglianti non è fonte di contagio, aggiunge la nota.

Secondo l'associazione di categoria le cifre relative alle infezioni e ai ricoveri, che risultano stabili o in moderato calo, dovrebbero essere considerate un segno positivo, anche se attualmente è difficile valutare la situazione a causa delle mutazioni del Covid-19. Lo stato di fatto poco chiaro non avrebbe dovuto portare all'imposizione di conseguenze premature a scapito del più grande datore di lavoro della Svizzera, con 310'000 impieghi, sottolinea la federazione del commercio al dettaglio.

La nuova chiusura dei negozi che non vendono beni di uso quotidiano comporta una perdita mensile di un volume d'affari di circa 3,2 miliardi di franchi in tutta la Svizzera, aggiunge Swiss Retail. E la prospettiva di lavorare a orario ridotto è molto stressante e porta a grandi incertezze per i dipendenti.

L'ordinanza sui casi di rigore è nettamente troppo poco efficace per aiutare i commercianti al dettaglio direttamente o indirettamente interessati in caso di blocco, nota Swiss Retail, che chiede quindi alla Confederazione un contributo ai costi fissi.

 

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