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Il Lugano pigia sul pedale del gas nel secondo tempo

Tre reti dei bianconeri nel periodo centrale decidono il derby numero 243 della storia. Con un Ambrì che però ci prova fino alla terza sirena

Schlegel, rientrante e grande protagonista della serata (Ti-Press)
20 novembre 2021
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Eccolo il volto migliore del Lugano. Ritrovate tre pedine del loro scacchiere (Guerra, Loeffel e, soprattutto, un solidissimo Schlegel), i bianconeri nel derby numero 243 della storia ritrovano anche quel successo vanamente inseguito nelle cinque partite che avevano preceduto la pausa dedicata alla Nazionale. Ci voleva insomma il quarto confronto stagionale con i ‘cugini’ dell’Ambrì Piotta per rilanciare in pieno le quotazioni della squadra di McSorley. E se al termine della precedente sfida giocata alla Cornèr Arena (e persa contro gli Zsc Lions), dagli spalti era piovuto pure qualche fischio, stavolta a salutare la prova di Fazzini e compagni, finalmente convincenti, sono applausi a scena aperta. Già alla seconda sirena, perché è appunto nei venti minuti centrali che i padroni di casa imprimono la sferzata definitiva alla partita, dopo che il primo tempo si era chiuso con una rete per parte (dapprima Kostner per i biancoblù e poi Hudaceck per i bianconeri), ed era pure stata caratterizzata da una leggera supremazia, almeno per numero di occasioni da rete, della squadra di Cereda.

Poi, appunto, al rientro dopo la pausa, in pista si vede tutto un altro Lugano, e di riflesso tutta un’altra partita. Con i bianconeri capaci di andare in rete dopo appena 14 secondi dall’ingaggio d’apertura con Thürkauf, e di allungare il passo un minuto e mezzo dopo con Loeffel in powerplay (espulso nella circostanza Isacco Dotti). I biancoblù provano a raddrizzare il match prima che la salita si faccia troppo ripida, e in più di un’occasione è Schlegel a metterci una pezza (un paio di volte sulle iniziative di Bürgler e un’altra su Regin, addirittura col Lugano in pista con un uomo in più). Al 28’39” è invece l’asta a negare il gol a Hietanen, che prova la soluzione dalla media distanza. Dopo un paio di campanelli d’allarme il Lugano assesta però un’altra vigorosa spallata all’Ambrì, trovando il 4-1 con un preciso polsino in corsa di Alatalo.

Ma nemmeno quel deficitario secondo tempo sul piano contabile, che a bocce ferme pesa quasi come una condanna, basta a tagliare le gambe a un Ambrì Piotta che dopo la pausa si ripresenta in pista con Ciaccio al posto di Conz a difesa della porta e, soprattutto, con tutte le intenzioni di ricucire quello strappo. Dopo essere riuscito perlomeno a riaccendere le speranze con il 4-2 di Zaccheo Dotti, gli uomini di Cereda moltiplicano i loro sforzi nel tentativo di farsi ulteriormente sotto, pagando però dazio a una lucidità che col passare dei minuti viene meno. Di alzare bandiera bianca, i leventinesi non ne vogliono comunque sapere e nel finale la partita si riaccende. Cereda prova a togliere con largo anticipo il portiere per mandare in pista un sesto uomo, e per due lunghissimi minuti il Lugano si ritrova a quattro contro sei e schiacciato nel suo settore difensivo. Schlegel però non capitola. Sui titoli di coda, poi, Morini a porta vuota ratifica la vittoria del Lugano che con questo successo riporta un po’ di sereno sulla Cornèr Arena.

Posto però che stasera a Losanna gli uomini di Chris McSorley sappiano confermare quanto di buono mostrato ieri. A quelli di Luca Cereda, per contro, resta comunque la consapevolezza di aver ceduto con l’onore delle armi e la possibilità di riscattare il weekend stasera contro il Ginevra Servette.

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