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L’Ambrì fa arrabbiare Cereda: ‘È mancata la giusta disperazione’

L’allenatore dei leventinesi per nulla soddisfatto al termine del match che ha visto i suoi inchinarsi 2-0 a Zugo nonostante un ottimo Ciaccio

30 ottobre 2021
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Se sei l’Ambrì e vuoi sperare di battere una squadra come lo Zugo, specialmente quando è in serata, hai bisogno della partita praticamente perfetta. Quando non accade ben difficilmente si riesce a portare a casa qualche punticino, e così i biancoblù devono arrendersi e i Tori conquistano la quinta vittoria consecutiva.

Forte dei rientri di Kovar, Lander, Herzog e Suri, lo Zugo viene a capo di un Ambrì generoso e ben impostato difensivamente, ma che davanti fa molta fatica a creare pericoli. E siccome sull’arco dei 60’ è impensabile non commettere qualche errore nelle retrovie, ecco che l’equazione è presto fatta. Il primo tempo, giocato a buon ritmo e con parecchia intensità, è avido di chiare occasioni da rete. Kovar, in grande spolvero come sempre, e Hansson falliscono le migliori per i locali, mentre dall’altra parte è il solito blocco di Pestoni, Zwerger e Grassi a creare grattacapi al portiere Hollenstein. Il risultato a reti inviolate dopo 20’ rispecchia bene l’andamento della contesa. Nel secondo periodo i padroni di casa aumentano i giri del motore e per i sopracenerini diventa difficile starci dietro. Gross e compagni colpiscono subito un palo e l’Ambrì si complica ulteriormente la vita incassando troppe penalità. Nessuna viene sfruttata dallo Zugo, ma le energie spese si pagano a caro prezzo. E allora al 32’ Lander, da sottomisura, apre le marcature. Il vero rammarico per gli ospiti giunge al 36’, quando un tiro di Kneubuehler finisce sul palo. Sul ribaltamento di fronte, complice anche un errore di Hietanen, Martschini solo davanti all’ottimo Ciaccio trova il 2-0 definitivo. Nella terza frazione lo Zugo gestisce il vantaggio, l’Ambrì ci prova, lotta, ma è raramente pericoloso. Le migliori opportunità sono di Fora, ma in sostanza Hollenstein non deve mai superarsi e può festeggiare lo shutout.

Il tecnico: ‘Abbiamo giocato bene solo gli ultimi 20 minuti’

Nel complesso per i leventinesi una sconfitta onorevole al termine di una prestazione abbastanza decorosa, ma il tecnico Luca Cereda a fine gara non è decisamente di questo avviso ed esprime la sua insoddisfazione per quanto mostrato dai suoi ragazzi, in un certo senso già anticipata negli ultimi minuti del match, quando il coach ha rinunciato a togliere il portiere. «Abbiamo giocato bene solo gli ultimi 20’, ma i primi 40’ no, ecco perché la squadra non si è meritata il diritto di avere questa possibilità. Nei primi due tempi lo Zugo ci ha messo sotto, non avevamo la disperazione necessaria e quando giochi contro una squadra forte questa caratteristica devi averla per tutti i 60’. Ci vuole più lavoro senza disco, si devono bloccare più tiri».

Un’analisi molto severa, in fondo l’Ambrì è rimasto in partita sino alla fine ed è stato anche un po’ sfortunato. «La fortuna devi andare a cercartela, essere così vicino nel risultato fa ancora più rabbia pensando ai primi due periodi».

Nella terza frazione il 40enne ha rimescolato i blocchi offensivi. «Avevo già chiamato il timeout nel secondo tempo, era una mossa per cercare di dare nuova linfa ed energia. Gli stranieri? Kozun mi è piaciuto, ha lavorato fortissimo, ha dato l’esempio, se continua così tra poco tornerà a segnare. Ora si punta il dito contro gli stranieri, ma uno gioca da infortunato, uno arriva da un anno fermo e il terzo è stato a letto malato con un’infezione batterica. Stanno giocando e danno il buon esempio. A inizio stagione si criticava Pestoni, ora è il dio in terra, quindi calma con le critiche».

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