CICLISMO

Esteban Chaves ritrova il sorriso

Il colombiano, già sul podio nel 2016, si impone in solitaria a San Martino di Castrozza. Nulla di mutato in classifica generale, dove tutto è rimandato a domani

31 maggio 2019
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Il ritorno di Esteban Chaves. Il colombiano, già sul podio finale del Giro 2016 e reduce da due stagioni difficili, ha ritrovato il suo proverbiale sorriso sul traguardo di San Martino di Castrozza, 19ª tappa della corsa rosa. Il Colibrì si è imposto in solitaria, dopo aver approfittato di una fuga partita già in mattinata e che ha accumulato quasi 10' di vantaggio. Nella salita finale, piuttosto veloce e con pendenze massime del 10%, Chaves è passato all'offensiva almeno cinque volte, con scatti che hanno messo alle corde i suoi compagni di fuga, ma è riuscito a disfarsi degli ultimi vagoni soltanto a 2,5 km dall'arrivo. Alle sue spalle ha chiuso uno sfortunato Andrea Vendrame, vittima due volte di problemi meccanici che lo hanno costretto anche a mettere piede a terra e, ovviamente, a perdere secondi preziosi.

In classifica generale, invece, non vi sono novità di sorta. La salita conclusiva non era abbastanza dura per fare selezione, anche perché affrontata a una media attorno ai 30 km/h. Ci ha provato soltanto Miguel Angel Lopez, con i big che gli hanno concesso un po' di corda, considerato il suo ritardo in classifica generale (6°a 6'17”). Il colombiano maglia bianca ha compiuto un piccolo passo avanti in classifica, ha rosicchiato 44“ ai migliori e si è avvicinato al 5° posto di Mollema, adesso lontano soltanto 25”. Nel finale di tappa Roglic ha provato l'allungo, ma alla sua ruota si sono subito portati Carapaz, Nibali e Landa, vale a dire il gotha di questo Giro d'Italia.

Domani penultima tappa, quella che porterà da Feltre a Croce d'Aune - Monte Avena. Una frazione che prevede il passo Manghen (1ª categoria), la Cima Campo, il passo Rolle e la Croce d'Aune, tutti di 2ª categoria e il Monte Avena (1ª). Chi vorrà cercare di mettere i bastoni tra le ruote a Richard Carapaz dovrà vedere di inventarsi qualcosa, magari partendo già sul passo Manghen, la cui cima è per altro posta a 116 km dall'arrivo. L'ecuadoriano sin qui è parso inattaccabile: a Nibali e Roglic (Landa, in quanto compagno di squadra, resterà tranquillo), magari in collaborazione con Lopez, il compito di terremotare il Giro prima della cronometro finale di domenica a Verona.

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