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A scuola non servirà il Covid pass

Manuele Bertoli sulla facoltà di non indossare la mascherina nelle aule: ‘Preferiamo la fiducia al controllo burocratico’

A destra il presidente del Consiglio di Stato e direttore del Decs Manuele Bertoli
(Ti-Press)

A scuola ancora con le mascherine, ma questa volta non in modo così imperativo come durante l’ultimo anno scolastico. Per tutti i ragazzi, dalle scuole medie in su, e per i docenti la mascherina di protezione anti Covid sarà obbligatoria solo per le prime due settimane (sino al 10 settembre). Dal 13 settembre, invece, le regole saranno allentate: è previsto che la mascherina per gli allievi delle medie divenga facoltativa, mentre per gli insegnanti di ogni ordine e grado e per gli studenti del settore postobbligatorio, previa presentazione di un’autocertificazione relativa al vaccino o all’immunizzazione dopo guarigione, l’uso della mascherina sarà facoltativa nelle aule e nei laboratori, mentre resterà invece obbligatoria indossarla nei corridoi, negli spazi comuni, in aula docenti, all’entrata e uscita della scuola e negli spazi esterni. È una delle principali novità che – dopo un breve periodo di consultazione tra i propri quadri interni e alle organizzazioni sindacali e magistrali – potrebbe diventerà realtà nel panorama scolastico ticinese. La consultazione, annuncia il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs), dovrebbe concludersi già dopodomani 19 agosto, quando è previsto un incontro con le organizzazioni sindacali e magistrali.

Sì all’autocertificazione, no al Covid pass

Manuele Bertoli, presidente del Consiglio di Stato e direttore del Decs precisa che non si chiederà nessun Covid pass né ai docenti, né agli allievi. «Non siamo un’autorità di controllo e non vogliamo lavorare basandoci su un meccanismo di controllo. Preferiamo instaurare un clima di fiducia e quindi chiediamo alle persone di scegliere tra il dichiarare o no se hanno fatto la vaccinazione o se sono guarite e quindi hanno un’immunizzazione a lungo termine», afferma Bertoli che precisa: «Il Covid pass, per chi non ha fatto il vaccino, prevede anche un test con un esito negativo e che ha validità di sole 48 ore. In pratica bisognerebbe fare un tampone ogni tre giorni». Una sorta di burocratizzazione della frequenza scolastica che si vorrebbe evitare, quindi. «La nostra proposta è anche un modo per tutelare la privacy di chi non vuole dire pubblicamente se è vaccinato o no». «Ma è importante lavorare sulla fiducia. È una scelta, quella del porto facoltativo della mascherina, fatta anche da altri Cantoni», aggiunge il direttore del Decs che conferma che soprattutto per i ragazzi più piccoli dei primi anni di scuola media, è stato frustrante indossare la mascherina tutto il giorno. Infine, restano valide le precedenti protezioni di base (distanze, lavaggio delle mani, ricambio frequente dell’aria in classe, pulizia accurata dei materii), come rimane valido il principio secondo il quale allievi e docenti che presentano sintomi devono rimanere a casa.

A ogni modo, per le prime due settimane, l’uso della mascherina sarà obbligatorio. Questo – scrive il Decs – “per tenere conto dei numerosi rientri dall’estero e dal “rimescolamento” di popolazione tipico dell’inizio della scuola”.

Saranno inoltre nuovamente possibili in presenza i collegi docenti, i consigli di classe e le riunioni con i genitori, nel rispetto delle misure di base dei piani di protezione, e per le uscite con pernottamento sarà raccomandato un autotest preventivo per tutti i partecipanti.

Il Decs ricorda inoltre che il modello di piano di protezione Covid-19 per gli istituti scolasti, aggiornato tenendo conto delle indicazioni dell’Ufficio del medico cantonale, è ora unico. L’anno scorso ce n’erano due: uno per le scuole dell’obbligo e uno per le scuole postobbligatorie.

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