Luganese

Lugano mette regole per nominare i politici nelle Sa pubbliche

Approvato dal Municipio il documento preliminare che non mette del tutto da parte il manuale Cencelli ma introduce i principi di Corporate governance

Nel luglio 2021 la nomina del rappresentante della Città creò qualche mal di pancia
(Ti-Press/Archivio)
14 luglio 2022
|

Un po’ di chiarezza e soprattutto delle regole per la designazione dei rappresentanti della Città di Lugano nelle società anonime. È quanto prevede la bozza di documento approvato preliminarmente nella seduta odierna dal Municipio. Prima di essere approvato definitivamente dall’esecutivo, dove ci sono alcuni membri che hanno manifestato perplessità, e di essere poi sottoposto al Consiglio comunale per il via libera definitivo, verrà inviato alla Sezione enti locali per un esame preliminare. Si tratta di un regolamento che tocca una questione delicata.

L’autorità politica di Lugano ha preparato questo documento su ispirazione anche dei pochi testi in vigore in alcune città svizzere, tra le quali Lucerna e Bienne. Malgrado qualche resistenza emersa a Palazzo civico, il documento recepisce alcuni buoni propositi richiesti dalla mozione risalente al 2012 (primo firmatario l’allora consigliere comunale Plr Giordano Macchi) e dal rapporto della Commissione delle petizioni e rappresenta un passo avanti, anche se il manuale Cencelli non è stato messo completamente da parte.

A Karin Valenzano Rossi responsabile del Dicastero sicurezza e spazi urbani e responsabile, unitamente al collega di Municipio Tiziano Galeazzi, del dossier abbiamo chiesto: quali sono i principali cambiamenti del regolamento?

Si tratta di un regolamento che vuole recepire a livello di gestione delle società anonime partecipate dalla Città (in particolare quelle di rilevanza strategica) i principi più attuali di buona Corporate governance, per migliorarne il funzionamento e l’efficacia come strumento strategico dell’ente pubblico nell’assolvimento di compiti importanti. Si tratta di migliorare anche la trasparenza e una migliore e chiara definizione dei ruoli e delle competenze delle autorità politiche coinvolte, di definire chiare procedure e ruoli, permettendo un migliore controllo pubblico sull’attività societaria, nel rispetto del diritto superiore e societario, senza tuttavia appesantire eccessivamente il carico burocratico.

Che genere di requisiti verranno introdotti dal documento?

Vengono in particolare definiti i ruoli delle autorità coinvolte e vengono elencati in termini di principio anche i requisiti di competenza dei possibili candidati membri dei Cda delle singole partecipate per permettere un’adeguata composizione dei Cda, che dovrà tenere conto delle diverse competenze necessarie, sia tecniche sia personali, e della diversità (non solo in termine di genere). Viene inoltre sottolineata la necessità di evitare conflitti di interessi e di garantire disponibilità di tempo.

I politici potranno comunque essere designati nei Consigli di amministrazione delle società partecipate dalla Città? A quali condizioni?

In linea di principio non vi sono esclusioni, se non per i membri del Consiglio comunale, e una limitazione allo stretto necessario per Municipali e dipendenti della Città. Non vi saranno insomma preclusioni di principio, posto che le competenze dovranno prevalere.

Ci si baserà ancora sui risultati elettorali per definire la ripartizione partitica dei rappresentanti della Città di Lugano nelle società anonime pubbliche o parapubbliche?

Questo è un tema squisitamente politico che non è stato affrontato dal regolamento ma che dovrà necessariamente essere discusso, cosa che avverrà senz’altro nell’ambito delle discussioni commissionali e in Consiglio comunale.

Si entra... con la chiave di riparto...

In altre parole, non è stata trattata dal documento la chiave di riparto politica stabilita in base ai seggi ottenuti dai partiti in Consiglio comunale alle ultime elezioni comunali. Una chiave di riparto che viene usata per nominare i rappresentanti della Città nelle aziende pubbliche e che prevede una ripartizione che non tiene in alcun modo conto dei profili delle persone nominate e rientra nella vecchia mentalità di gestire la politica e le società pubbliche e para-pubbliche. Un esempio eloquente di quanto il tema sia delicato e controverso la si è avuta nella seduta di Consiglio comunale del luglio 2021 quando, per giungere al rinnovo dei sette membri del Cda delle Ail Sa, azienda detenuta al 100% dalla Città, si è dovuto procedere al voto segreto. E il risultato, come si ricorderà, aveva creato qualche mal di pancia, con la nomina di Lukas Bernasconi (Lega) e l’esclusione di Fabrizio Gastori (Udc, che stando alla chiave di riparto avrebbe avuto ‘diritto’ alla designazione).

Leggi anche:
Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔