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Campeggi pronti: 'Bombardati da richieste'

Patelli: 'Soddisfatti, ma con un pizzico di rammarico'. Nonostante il ritardo di nove settimane e le ragguardevoli perdite, il settore guarda speranzoso alla stagione.

Campofelice a Tenero (foto Ti-Press)
27 maggio 2020
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«Non c'era una certezza assoluta sull'apertura. Oggi è arrivata la conferma. Possiamo tirare un sospiro di sollievo». È la reazione a caldo di Simone Patelli, presidente dell'Associazione campeggi ticinesi, interpellato da 'laRegione' dopo la conferenza stampa del Consiglio federale sugli allentamenti a partire dal prossimo 6 giugno, fra cui l'agognata apertura delle strutture di vacanza. C'è dunque soddisfazione fra gli operatori del settore, benché accompagnata da «un pizzico di rammarico per non essere riusciti ad aprire prima», sottolinea il presidente dell'associazione. E rintuzza: «I campeggi volevano aprire tutti il prima possibile, perché erano tutti pronti con le misure».

Una messa in esercizio posticipata di nove settimane che ha determinato una perdita di circa «il 35-40 per cento» delle entrate stagionali. «Ora stiamo cercando di guardare al lato positivo», afferma Patelli. Sì, perché le numerose prenotazioni e telefonate che arrivano ai centralini fanno sperare in bene gli operatori: «Gli ospiti ci stanno bombardando di richieste». Per questo motivo, spiega Patelli, non sembra necessario al momento un progetto di rilancio, «se non tutto quello che già sta facendo l'organizzazione turistica a livello regionale e cantonale», precisa.

Alle strutture il compito di far rispettare le regole, che fanno anche appello alla responsabilità individuale

Il punto cruciale sta adesso nell'organizzazione e nella gestione. In conferenza stampa, la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga ha dichiarato: «Dopo il Consiglio federale, ora la responsabilità è dei gestori delle strutture». Abbiamo girato la questione a Simone Patelli chiedendogli come queste si stiano preparando e se abbiano elaborato un piano di protezione, come richiesto. «Il settore dei campeggi - spiega il nostro interlocutore - si è incontrato a livello nazionale. Con l'associazione svizzera dei campeggi e il Touring club svizzero abbiamo creato un piano di misure a protezione anti-Covid abbastanza restrittivo». «Un piano che è stato inoltrato alla Segreteria di Stato dell'economia (Seco) per la verifica», ha specificato.

Ricezione, distanze, plexiglass, disinfezione, informazioni al personale e ai clienti, restrizioni negli spazi comuni come i metri quadri a disposizione per persona (nei sanitari, ad esempio, sono dieci), sono solo alcuni dei punti del piano di protezione, che «dovremo essere bravi ad attuare e che ogni singola struttura dovrà adattare a seconda di spazi ed esigenze». I campeggi dovranno quindi farsi garanti del rispetto delle regole, attuando i debiti controlli. Ma l'appello è anche alla responsabilità individuale: «Molto dipenderà da come si comporterà l'ospite - rende attenti Patelli -. Più sarà diligente e ci darà una mano rispettando le norme, più sarà facile per noi. Se così non dovesse essere, purtroppo, dovremo accollarci costi supplementari per il controllo e il contenimento», chiosa.

Un importante indotto economico a livello cantonale

Il settore, lo ricordiamo, solo in Ticino registra annualmente in media «un milione di pernottamenti, per circa 72 milioni di franchi d'indotto economico», spiega Simone Patelli che, oltre a essere presidente dell'Associazione campeggi ticinesi, è anche direttore del Campofelice Village a Tenero. Una delle 38 strutture sul territorio cantonale, che conta quindi 13 campeggi nel Locarnese e valli; 12 nella Regione Lago di Lugano; 10 a Bellinzona e alto Ticino; 3 nella Regione Mendrisiotto.

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