Bellinzonese

Polizia Tre Valli, 'operatività garantita anche col nuovo progetto'

Il sindaco di Biasca Loris Galbusera argomenta la scelta di condividere l'idea del Cantone di riorganizzare l'assetto delle forze dell'ordine

Loris Galbusera (Ti-Press)
12 marzo 2021
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«Ci tengo a far passare il messaggio che nella nostra regione la polizia di prossimità non sparirà». Il sindaco Loris Galbusera argomenta la scelta di Biasca, unitamente agli altri municipi delle Tre Valli, di aderire al progetto promosso dal Dipartimento delle istituzioni (Di) che prevede la riorganizzazione del posto misto della Regione VIII ubicato Biasca dove hanno sede polcomunale (11 agenti più un assistente) e polcantonale (12 agenti). La modifica sostanziale riguarda la volontà di affidare unicamente ad assistenti di polizia i compiti minori di prossimità (multe, controllo e gestione del traffico) che attualmente vengono svolti da agenti. Durante la fase pilota che durerebbe due anni (2022-2023), i Comuni delle Tre Valli assumerebbero sei assistenti, in sostituzione di altrettanti agenti di polizia veri e propri, e finanzierebbero 10 poliziotti per i quali la funzione a pieno titolo risulta indispensabile. Gli assistenti verrebbero computati sul numero complessivo di agenti (16) di cui la Polizia comunale dovrebbe dotarsi entro il 2022. Un passo che per gli enti locali rappresenterebbe una manovra di risparmio, ritenute le differenze salariali e i costi per la formazione. Qualora la sperimentazione producesse risultati positivi sia per i Comuni che per il Di, i 10 agenti della polcomunale passerebbero alle dipendenze del Cantone, inglobati a tutti gli effetti nei ranghi della Polizia cantonale, mentre solo i sei assistenti rimarrebbero impiegati degli enti locali della regione. Il Legislativo di Biasca – Comune polo – dovrà esprimersi sulla proposta di modifica della convenzione con il Cantone che, se approvata, darebbe avvio alla fase pilota. 

Il progetto è stato oggetto di critiche da parte dell'Associazione delle polizie comunali ticinesi (Apcti), da sempre sostenitrice dell'autonomia delle polcomunali, che tramite una presa di posizione ha esposto perplessità in merito all'idea del Cantone che è stata condivisa dalla Commissione consultiva (con al suo interno rappresentanti dei Comuni delle Tre Valli). «Già in passato avevo evidenziato che nella nostra regione la situazione è diversa rispetto ad altre realtà, e penso in particolare ai centri urbani dove la polizia comunale dispone di un'organizzazione indipendente – afferma Galbusera –. A Biasca il posto di polizia misto, coordinato dalla polcantonale, ce l'abbiamo da vent'anni. Una situazione unica in Ticino. L'attuale convenzione prevede che il poliziotto della polcomunale vada in pattuglia insiemi ai colleghi della polcantonale. Quindi già si lavora insieme e di comune accordo, svolgendo sostanzialmente le stesse mansioni». Grazie agli assistenti, la riorganizzazione permetterà maggiore immediatezza nel rispondere alle esigenze dei municipi per interventi di prossimità. Oggi invece, spiega Galbusera, gli ordini degli esecutivi devono comunque tener conto delle esigenze e delle priorità d'intervento definite dal capoposto della Polizia cantonale. Se il progetto pilota si concretizzerà, fa notare il sindaco di Biasca, la Regione VIII avrà comunque a disposizione 23 agenti della Polcan più sei assistenti. «Ciò che potrà garantire la piena operatività sull'intero territorio. Tutti i comuni delle Tre Valli ritengono che sia giusto provare con questo progetto – conclude Galbusera –, che potrà essere senz'altro implementato, magari prevedendo l'assunzione di più assistenti di polizia». 

 

 

 

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