Svizzera

India e Cina ‘aperte’ al vertice per la pace in Ucraina

In Asia il ministro degli Esteri Ignazio Cassis incassa la disponibilità di Pechino e New Delhi a collaborare all’organizzazione della ‘conferenza’

Cassis con il vice primo ministro cinese Han Zheng
(Keystone)
7 febbraio 2024
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Berna/Pechino – Cina e India sono in linea di principio pronte a dare il loro contributo alla tenuta di un vertice per la pace in Ucraina. Ma affinché si giunga a una conferenza vera e propria, la presenza della Russia – finora contraria all'iniziativa della Svizzera – è una "conditio sine qua non".

Questo in sintesi il messaggio trasmesso oggi dal consigliere federale Ignazio Cassis da Pechino dopo l'incontro ad alto livello con i rappresentanti della Repubblica popolare cinese. La visita di Cassis in Cina è una tappa, importante, del periplo in Asia che lo ha condotto finora in India e Corea del Sud. Domani sarà nelle Filippine, ultima tappa del suo viaggio in Asia, una regione prioritaria per la politica estera elvetica.

Cassis ha sfruttato il viaggio in India e Cina per affrontare con questi due Paesi anche questioni bilaterali, con alla testa i rapporti economici. Con l'India, dopo anni di contatti infruttuosi, si è aperto uno spiraglio per la conclusione di un accordo di libero scambio. Con la Cina un'intesa in tal senso c’è già, ma la Svizzera vorrebbe aggiornarla su pressione anche degli ambienti economici.

Ucraina

La Cina ha "preso nota" dell'invito della Confederazione al vertice sulla pace per l'Ucraina, ha dichiarato ai media da Pechino il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Dopo gli incontri col vicepresidente cinese Han Zheng e col ministro degli Esteri Wang Yi, Cassis ha aggiunto di "attendere con impazienza" la risposta della Cina, che si è detta pronta a "dare una mano".

Secondo Cassis, anche l'India è "aperta" al progetto elvetico. Pur essendo consapevole che la strada da percorrere è difficile e incerta, l'influente membro del gruppo BRICS+ concorda sul fatto che da qualche parte bisogna pur cominciare. Anche se non c’è tempo da perdere, vista la continua distruzione in Ucraina, è troppo presto per annunciare dove e quando si terrà l'incontro, ha spiegato il "ministro" degli esteri ticinese.

Un ‘passo’ verso la pace

Il capo della diplomazia svizzera ha però voluto smorzare eventuali facili entusiasmi: il concetto alla base di questo vertice di alto livello organizzato su richiesta del presidente ucraino rappresenta un "passo" verso la pace, un'opportunità per discutere le opinioni dei diversi Paesi sulle forme che la pace potrebbe assumere in Ucraina, ha detto Cassis.

Questi ha quindi messo in guardia dall'aspettarsi che la conferenza porti a una "soluzione" definitiva. "Si tratta di un processo". "La Cina ci ha detto molto chiaramente che il suo obiettivo è quello di porre fine a questa guerra", ha sottolineato il consigliere federale. "Quello che mi interessa è beneficiare del sostegno della Cina nella ricerca di una soluzione, sapendo che la Cina mantiene buone relazioni con la Russia", ha aggiunto.

Ad ogni modo, ha puntualizzato "che non ci sarà una conferenza di pace conclusiva senza la Russia". Mosca ha ripetutamente respinto l'idea di un vertice di pace organizzato dalla Svizzera, non considerando più Berna un mediatore neutrale.

Relazioni più strette con Pechino

Durante i due giorni di permanenza in Cina, Ignazio Cassis ha discusso anche un'ampia gamma di questioni bilaterali, tra cui i legami economici, i visti e i diritti umani. In particolare, ha sottolineato il "successo" della visita del premier Li Qiang a Berna in gennaio.

Per quanto riguarda la modernizzazione dell'accordo di libero scambio concluso dieci anni fa col Regno di Mezzo, Cassis ha detto di poter "immaginare" che il 75° anniversario delle relazioni bilaterali tra i due Paesi, che si celebrerà l'anno prossimo, "potrebbe essere una buona data per rilanciare nuovi negoziati". Tutto dipende, tuttavia, dal lavoro che i ministeri competenti potranno svolgere da qui ad allora.

Cassis ha inoltre ringraziato il suo omologo per la decisione cinese di abolire i visti per i cittadini svizzeri che desiderano visitare la Cina. A questo proposito, ha ricordato che la Svizzera ha concesso un "piccolo ma molto gradito gesto", che consiste nel facilitare la concessione dei visti ai dipendenti delle aziende cinesi che operano in Svizzera.

Diritti umani

Per quanto riguarda la spinosa questione dei diritti umani in Cina, che ogni Paese occidentale deve affrontare durante le visite a Pechino, Cassis ha assicurato di averne discusso a lungo col suo omologo. Questi diritti e il rispetto delle minoranze sono questioni su cui la Cina intende "fare passi avanti", ha detto il "ministro" Plr.

A Keystone-ATS, il responsabile della comunicazione del DFAE, Nicolas Bideau, ha dichiarato che i ministri hanno discusso dei diritti religiosi della minoranza uigura – di fede musulmana – nello Xinjiang. Questo argomento sarà "discusso nell'ambito del prossimo ciclo di dialogo sui diritti umani tra Svizzera e Cina", ha aggiunto.

Dal canto suo, la Società per i popoli minacciati ha criticato l'intensificazione delle relazioni tra i due Paesi nonostante il "massiccio e sempre più flagrante deterioramento" dei diritti umani in Cina. L'Ong svizzera condanna la repressione subita in particolare dalle minoranze tibetane e uigure.

L'Ong sostiene che "le preoccupazioni economiche non devono più avere la precedenza sui diritti umani". Per l'Ong, "gli interessi commerciali e i diritti umani devono essere oggetto di una riflessione comune".

Libero scambio: progressi con l'India

Per quanto riguarda Nuova Delhi, secondo Cassis ci sono "buone probabilità" che l'accordo di libero scambio tra l'India e l'Associazione europea di libero scambio (AELS), cui la Svizzera fa parte assieme a Islanda, Liechtenstein e Norvegia, venga firmato prima delle elezioni politiche di aprile che si terranno nel subcontinente. I quattro Stati membri dell'AELS stanno lavorando al progetto da 16 anni.

Nell'ambito del suo tour asiatico, il capo del DFAE è atteso giovedì nelle Filippine, ultima tappa del suo viaggio.

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