È la boutade dell'ex presidente tedesco Joachim Gauck, secondo cui il mantenimento di una tale e assoluta posizione è difficilmente comprensibile
La neutralità svizzera ha favorito la Russia: ne è convinto l'ex presidente tedesco Joachim Gauck, secondo cui il mantenimento di una neutralità assoluta è difficilmente comprensibile.
In un'intervista alla "Schweiz am Wochenende", Gauck afferma di non considerare un problema il non allineamento, e non è necessario appartenere alla Nato. Ma in una situazione come in Ucraina "in cui è così chiaro chi sia l'aggressore e chi la vittima", egli fatica a capire la neutralità.
Ciononostante Gauck - pastore protestante e attivista per i diritti umani ai tempi della Germania Est - spiega che i suoi connazionali ammirano la Svizzera, e desidererebbero "loro stessi avere una storia più pacifica o essere più neutrali".
L'ex presidente (2012-2017) guarda con scetticismo alla democrazia diretta in Svizzera, tuttavia si dice "impressionato dalla convivenza tra i diversi gruppi linguistici e le varie confessioni". Egli auspica che la Svizzera, "con questa unità nella diversità vissuta da tempo" sia maggiormente integrata nell'Unione europea.