Svizzera

Casse pensioni, sensibile peggioramento della copertura nel 2022

Dopo l'annata record del 2021, il rientro nei ranghi: a fine anno il 16,1% degli istituti di previdenza presentava un tasso inferiore al 100%

Peggioramento riconducibile alle controprestazioni dei mercati obbligazionari e azionari
(Keystone)
9 maggio 2023
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La situazione finanziaria delle casse pensioni è chiaramente peggiorata a fine 2022. Lo afferma nel suo rapporto annuale la Commissione di alta vigilanza della previdenza professionale, secondo cui il grado di copertura si è attestato al 107%, a fronte del 118,5% – un record – di fine 2021.

A fine 2022, il 16,1% degli istituti della previdenza presentava un grado di copertura inferiore al 100%. Nell'anno precedente, solo lo 0,1% delle casse registrava una copertura negativa.

La Commissione di alta vigilanza della previdenza professionale spiega le ragioni di questo sensibile peggioramento con le controprestazioni dei mercati obbligazionari e azionari. I motivi? Il ritorno dell'inflazione, il conseguente forte aumento dei tassi di interesse, la guerra in Ucraina e le interruzioni delle catene di fornitura hanno portato un elevato grado di incertezza all'economia nell'ultimo anno, con ripercussioni significative sulle borse.

Nell'anno in esame il rendimento patrimoniale netto degli istituti di previdenza è stato fortemente negativo: -9,2% (2021: 8%) per gli istituti di previdenza senza garanzia dello Stato e senza assicurazione completa, e -8,2% (2021: 8,3%) per quelli con garanzia dello Stato.

Di conseguenza, come indicato in precedenza, il grado di copertura medio degli istituti di previdenza senza garanzia dello Stato e senza assicurazione completa è sceso al 107% (fine 2021: 118,5%), quello degli istituti degli enti di diritto pubblico con garanzia dello Stato all’81,3% (fine 2021: 89,3%).

Alla fine dell'esercizio scorso, solo l’84% (2021: 99%) degli istituti di previdenza senza garanzia dello Stato e senza assicurazione completa presentava ancora un grado di copertura di almeno il 100%.

In qualità di investitori a lungo termine, gli istituti di previdenza devono essere in grado di gestire le fluttuazioni di mercato. Gli anni borsistici positivi fino al 2021 hanno permesso molti istituti di previdenza di costituire appieno le proprie riserve di fluttuazione di valore. Questi istituti sono così stati in grado di affrontare anche le ripercussioni negative dell'andamento delle borse.

Gli istituti di previdenza che fino alla fine del 2021 non avevano costituito riserve di fluttuazione di valore sufficienti, invece, si ritrovano ora in una situazione di copertura insufficiente o con riserve esigue. Alla fine del 2022 gran parte delle riserve di fluttuazione di valore è stata utilizzata. A tale data ancora il 58% degli istituti di previdenza disponeva di una riserva di fluttuazione pari o superiore al 25% del valore obiettivo.

A causa della performance negativa media, nell'anno in esame è diminuita anche la remunerazione media dell'avere di vecchiaia degli assicurati attivi, che è passata dal 3,69% alla fine del 2021 all'1,90% alla fine del 2022. A titolo di confronto, secondo l'Ufficio federale di statistica, nel 2022 in Svizzera si è registrato un rincaro del 2,8% (2021: 0,6%). Questo significa che nel 2022 per molti assicurati attivi la remunerazione reale del patrimonio della previdenza professionale è tornata ad essere negativa dopo tanto tempo.

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