Svizzera

La parità progredisce nelle grandi imprese svizzere

A livello di consiglio di amministrazione, entro fine anno nelle 20 società dello Swiss Market Index la quota di donne toccherà il 30%

Donne sempre più in carriera
(Depositphotos)
4 marzo 2022
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Il numero di donne in posizioni dirigenziali nelle principali aziende svizzere è in costante aumento, secondo l’ultimo studio condotto dalla società di reclutamento di quadri Guido Schilling. Le 20 società del principale indice della borsa svizzera, lo Swiss Market Index (Smi), avranno il 19% di manager donne nel 2022, contro il 14% dell’anno scorso e solo il 3% nel 2006, anno in cui Guido Schilling ha lanciato lo studio annuale.

A livello di consiglio di amministrazione, la quota di donne salirà al 30% nel 2022, in linea con le nuove norme sulla parità di genere. Questa percentuale era ancora del 27% nel 2021 e solo dell’11% nel 2010. «Tutte le 20 aziende dell’Smi hanno donne nei loro consigli di amministrazione. Solo quattro aziende non hanno ancora nessuna donna nelle rispettive direzioni, ma una ha già annunciato l’arrivo di una donna», sottolineano gli autori dello studio.

Dal 1° gennaio, le aziende quotate in borsa con più di 250 dipendenti devono raggiungere una quota del 30% di donne nei consigli di amministrazione e del 20% nel management. Queste quote non sono vincolanti: se si discostano da questa regola, le aziende interessate – tra le 200 e le 250 – dovranno spiegare nel rapporto sulle retribuzioni perché non hanno raggiunto l’obiettivo.

Fra i 100 più grandi datori di lavoro svizzeri intervistati, nove hanno una Ceo donna, rispetto a cinque nel 2021 e tre nel 2012, secondo lo studio. Lo stesso vale per le direttrici finanziarie, che ora sono nove contro le sette dell’anno precedente e una nel 2012.

A livello di consiglio di amministrazione, ci sono sei presidenti donne a Logitech, Galenica, Swatch Group, la federazione delle cooperative Migros, le Ffs e Helvetia. «Le aziende dell’Smi stanno già puntando ad aumentare la percentuale di donne nei loro consigli di amministrazione dal 40% al 60%», secondo Guido Schilling.

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