Svizzera

Cannabis, Sì in commissione al controllo statale della produzione

Per la Commissione sanità del Nazionale, lo Stato dovrebbe controllare produzione e il commercio di canapa, depenalizzandolo e proteggendo giovani e consumatori

(ti-Press)
30 aprile 2021
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Lo Stato dovrebbe controllare la produzione e il commercio di canapa, depenalizzandolo, adoperandosi però anche a proteggere i giovani e i consumatori.

È l'obiettivo che si pone l'iniziativa parlamentare di Heinz Siegenthaler (Centro/BE) alla quale la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale (CSSS-N) ha dato il suo benestare per 13 voti a 11.

La CSSS-N pensa che si debbano elaborare norme coerenti e adeguate alla realtà sociale volte a disciplinare e controllare globalmente la cannabis, al posto di vietarla, spiega una nota odierna dei servizi parlamentari.

Nei suoi lavori, che richiederanno tempo, la commissione vuole però basarsi sui progetti pilota relativi all'uso non medico della cannabis avviati dal Consiglio federale. In un passo successivo, toccherà ancora all'omologa commissione degli Stati pronunciarsi sull'iniziativa.

In Svizzera, secondo l'autore dell'iniziativa, sono 300 mila le persone che consumano regolarmente la cannabis come sostanza psicoattiva. L'attuale divieto di coltivare, commercializzare e consumare canapa non ha raggiunto il suo obiettivo, ossia di proteggere la popolazione.

Non solo il consumo non diminuisce, ma il divieto ha anche effetti secondari nefasti: il mercato nero prospera, non esistono controlli di qualità e di conseguenza non è garantita la protezione dei consumatori, scrive il consigliere nazionale. Inoltre, un'effettiva protezione dei giovani presuppone l'esistenza di un mercato regolamentato.

Poiché il THC contenuto nelle canapa, così come l'alcool, è una sostanza psicoattiva, la protezione dei minori è di fondamentale importanza. La modifica di legge richiesta deve considerare tali condizioni in tutti i punti per Siegenthaler, secondo cui un eventuale gettito fiscale dovrà confluire anche nella prevenzione e nella protezione dei giovani.

A detta del deputato bernese, il divieto del consumo della cannabis, rispetto alle droghe legali, non verte su attuali ragioni scientifiche, tanto più che la nocività del tabacco e dell'alcool non è inferiore. Quest'incoerenza morale e giuridica si giustifica sempre meno.

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