Svizzera

Tasso di riproduzione virus, è polemica sulle correzioni

Contestata la politica del Consiglio federale che base la propria strategia di lotta alla pandemia unicamente sul valore Rt

Il ministro della sanità Alain Berset (Keystone)
29 dicembre 2020
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Non si placano le polemiche sulle stime del tasso di riproduzione del coronavirus, il famigerato Rt, che hanno portato il Consiglio federale a prendere misure restrittive, come la chiusura dei ristoranti. Il dato viene non solo calcolato una decina di giorni dopo, ma viene spesso corretto a posteriori, ricordano oggi varie testate di Tamedia, e se rivisto al ribasso può scatenare malumori nei settori colpiti dalle decisioni del governo.

È proprio ciò che è avvenuto per il valore del 4 dicembre, sottolineano i giornali, facendo notare come la stima effettuata il 14 dicembre dal Politecnico federale di Zurigo (1,13) fosse troppo elevata. Una settimana più tardi, il 22 dicembre, è stata abbassata all'1,05, ciò che significa che 100 persone infette ne contaminano in media 105. Il 28 è stata ulteriormente corretta a 1. La situazione di quel giorno appare quindi molto meno grave di quanto si credesse in un primo tempo.

Il problema nasce però dalle conseguenze sulle decisioni delle autorità: il primo dato era l'unico di cui disponeva il Consiglio federale quando, il 18 dicembre, ha deciso di chiudere i locali pubblici. Ed era basandosi su quello stesso dato che la task force della Confederazione e l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) hanno lanciato le loro messe in guardia.

Da più parti, indicano i fogli di Tamedia, vi è ampio consenso a livello scientifico, in particolare nel mondo anglosassone, sui rischi di basare la propria strategia di lotta alla pandemia unicamente sul valore Rt. Questo dato non mostra ciò che è necessario sapere per gestire la pandemia, ha ad esempio scritto un esperto britannico in materia lo scorso mese di luglio sulla prestigiosa rivista Nature.

Appare pertanto oltremodo problematica la decisione del governo per esempio dell'11 dicembre, quando consentì solo ai cantoni con un tasso di riproduzione del virus inferiore a 1 di lasciare aperti i ristoranti anche dopo le 19.00.

Naturalmente le reazioni non si sono fatte attendere. Per Casimir Platzer, presidente di GastroSuisse (associazione dei ristoratori), citato dai giornali, il fatto che le decisioni siano apparentemente basate su valori inaffidabili "solleva qualche interrogativo".

Hans-Ulrich Bigler, direttore dell'Unione svizzera della arti e mestieri (Usam), afferma da parte sua che la Svizzera ha bisogno di una base di dati più ampia per le sue decisioni, il valore Rt da solo non basta.

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