Svizzera

Coronavirus, preoccupa l'impennata dei contagi

Koch (Ufsp): 'Bisogna appiattire la curva epidemica, altrimenti fra una o due settimane mancheranno posti nei reparti di cure intensive'.

(TiPress)
17 marzo 2020
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Contagi: 2'650, dei quali 2'269 confermati. Morti: 25, secondo l'agenzia Keystone-Ats; 19, per l'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp). "Non vogliamo nascondere qualcosa. È che l'aumento è così grande negli ultimi giorni, che non riusciamo più ad essere così precisi". Basterebbero le parole di Daniel Koch, capo della Divisione malattie trasmissibili presso l'Ufsp, per rendersi conto della serietà della situazione in Svizzera. "I casi di contagio aumentano così velocemente - ha spiegato Mister coronavirus - che adesso dobbiamo adottare tutte le misure decise dal Consiglio federale se vogliamo frenare questo aumento e fare in modo che tra una settimana, due settimane, abbiamo ancora sufficienti posti di terapia intensiva negli ospedali per curare i pazienti".

Il problema - la Lombardia insegna - è questo: se troppe persone malate di Covid-19 finiscono all'ospedale, magari nei reparti di cure intensive, a un certo punto mancheranno posti letto, respiratori e forse pure il personale curante. Si dovrà allora cominciare a fissare delle priorità, rinunciando ad esempio - lo ha ricordato lunedì la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga - a interventi chirurgici perfino urgenti, oppure a curare un bambino malato di tumore. Proprio ieri, Swisstransplant ha annunciato la sospensione dei trapianti fino a nuovo avviso, poiché "si tratta di interventi pianificati e le risorse degli ospedali centrali che li eseguono sono attualmente fortemente impegnate".

Per ora quello abbozzato da Koch e Simonetta Sommaruga è soltanto un pessimistico, benché non irrealistico, scenario. "Il problema adesso non è acuto, gli ospedali ce la fanno ancora", ha affermato Koch in una conferenza stampa ieri a Berna. "Ma in futuro non sarà più così, se il numero di casi continuerà ad aumentare come lo ha fatto negli ultimi giorni. Siamo all’inizio dell’onda [epidemica], dobbiamo assolutamente appiattire la curva e fare in modo che il tasso di ospedalizzazione delle persone contagiate diminuisca." Se i ricoveri non diminuiscono, "anche il numero di decessi potrebbe salire".

Evitare i contatti intergenerazionali

La consegna dunque è sempre la stessa: "La popolazione deve assolutamente seguire le indicazioni delle autorità. Non possiamo fermare il virus, ma proteggere le persone a rischio". Fondamentale, ha spiegato Koch, è "la separazione", non tanto ciò che è chiuso o ciò che resta aperto. Prendiamo i parchi giochi, che per il Consiglio federale possono restare aperti: i bambini, nel rispetto delle regole di comportamento e di igiene, possono continuare a frequentarli; l'importante è che lì o altrove non entrino in contatto con nonni anziani o altre persone a rischio (malati cronici).

Anche le persone anziane, però, devono fare la loro parte. L'ex consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf, in qualità di presidente di Pro Senectute, ha lanciato un appello agli over 65 ("rispettate le disposizioni federali e cantonali)" e alla popolazione intera ("Le misure sono drastiche per tutti e per alcuni estremamente dure. Ma sono necessarie. Solo insieme si può contenere il coronavirus").

Economia, venerdì la decisione

Altro fronte caldo: l'economia. Giovedì verrà attivata una hotline riservata alle aziende. E l'indomani la Segreteria di Stato dell'economia (Seco) presenterà nuove e attese proposte per estendere il ricorso agli aiuti, che tengano conto anche dei lavoratori temporanei e di quelli con contratto a tempo determinato. Lo ha annunciato ieri ai media a Berna la sua direttrice Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch.

"Non tutta l’economia è ferma. Gran parte dell'industria e dell'edilizia continuano a funzionare. È una notizia molto buona", ha detto la Segretaria di Stato. In effetti, l'Ordinanza 2 Covid-19 emanata lunedì dal Consiglio federale non include i lavori sui cantieri. In questo settore i cantoni che lo desiderano possono adottare ulteriori regole e alcune restrizioni, ha detto Jan Schüpbach della Seco.

Intanto, piegata dall'impatto del coronavirus, l'economia svizzera sta entrando in recessione: lo sostiene il Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (Kof), che prevede una contrazione del prodotto interno lordo (Pil) nei primi due trimestri. Nel peggiore dei casi, il Pil potrebbe contrarsi di oltre il 2% nel 2020.

 

 

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