laR+ il dopopartita

È un Ambrì masochista. Wüthrich: ‘Molti errori, poca semplicità’

Biancoblù sconfitti dal Rapperswil con tanti demeriti e un po' di sfortuna. Landry: ‘Se solo quei tiri fossero andati in porta invece che sul palo…‘

‘Eravamo vicini, ma non abbiamo fatto abbastanza’, si rammarica il numero 13
(Ti-Press/Crinari)
17 febbraio 2024
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Ambrì – Una ghiottissima occasione persa. Bastano queste quattro parole per riassumere la serata quasi tragicomica vissuta dall’Ambrì Piotta contro un Rapperswil per nulla trascendentale. Il 3-1 con cui i Lakers se ne tornano felici e contenti oltre Gottardo nasce infatti prevalentemente dai demeriti dei loro avversari. Il primo di questi è aver concesso agli ospiti il primo tempo (5-9 i tiri in porta) a causa di un numero davvero eccessivo di errori in impostazione, logicamente chiuso in svantaggio per la rete di Cajka al 12’50”. Dal secondo tempo via – smaltita forse anche un po’ di ruggine derivante dalla pausa di quasi due settimane – invece i biancoblù controllano il gioco, ma faticano tremendamente a concretizzare questo dominio, in particolare per la scarsa propensione a recarsi nello slot per coprire la vista a Nyffeler e provare qualche deviazione. Per superare il portiere ospite ci vuole infatti un’invenzione di Spacek – e la connivenza di Noreau – al 57’23”, ma poi i leventinesi gestiscono con colpevole passività il cambio successivo, regalando a Djuse lo spazio per realizzare il decisivo 1-2 esattamente trenta secondi più tardi.

Nell’economia della sfida pesano anche parecchio i ferri colpiti dai leventinesi, due volte nel periodo centrale, la traversa di Kneubuehler e il palo di Virtanen e soprattutto quel clamoroso doppio palo di Lilja in superiorità numerica al 47’44”. «Quattro pali e un solo gol segnato: dobbiamo decisamente riportare la fortuna dalla nostra parte – commenta Dario Wüthrich –. In generale è stata una partita equilibrata, ma abbiamo commesso troppi errori con il disco e cercato troppo la giocata complicata. È stato peccato subire la seconda rete subito dopo il pareggio e siamo stati sfortunati con tutti quei ferri, ma dobbiamo giocare più semplicemente e vincere più battaglie. Siamo una squadra che vive di emozioni e io ho cercato di dare il mio contributo con la bagarre con Aebischer. E credo che un effetto ci sia stato».

Anche Manix Landry (che nel primo tempo aveva sprecato la maggiore occasione dei suoi, sparando alto a tu per tu con Nyffeler) è rammaricato per i pali: «Siamo andati spesso vicino al gol. Se quei dischi invece che sbattere sul palo fossero entrati in porta staremmo parlando di una partita e di un risultato diverso. Nel primo tempo abbiamo dovuto ritrovare il ritmo, poi abbiamo lottato duramente ma non abbiamo fatto abbastanza per trovare quel gol supplementare e la vittoria».

Il raggiungimento dell’obiettivo ‘play-in’ rimane tranquillamente alla portata degli uomini di Cereda, che però hanno sicuramente perso un’occasione d’oro per mettere ulteriore fieno in cascina e che intanto vengono raggiunti al decimo posto dal Langnau. Stasera in quel di Berna non sarà inoltre per nulla semplice cogliere un risultato positivo, prima o poi però questi punti lasciati per strada andranno in qualche modo compensati. Rimane oltretutto da verificare la situazione di Inti Pestoni, rimasto in panchina per l’ultima metà di periodo conclusivo. Luca Cereda ieri ha ritrovato Pezzullo e Kostner e ha a disposizione la rosa intera, fatta eccezione per il portiere Benjamin Conz. In attesa del debutto del nuovo difensore straniero McIsaac, sarà dunque interessante vedere se il tecnico deciderà di confermare la formazione o se apporterà dei cambiamenti. Anche se in fondo a livello di volontà c’è ben poco da imputare alla compagine biancoblù. In fatto di resa hanno invece vissuto una giornata in ombra Bürgler e Dauphin. «Dovremo mettere il Berna sotto pressione, rendergli la vita difficile e non concedergli assolutamente lo spazio per ripartire in contropiede», conclude Wüthrich.

L’annotazione

Il livello è basso per tutti

Ticinesi e sangallesi non hanno certo dato vita a un incontro spettacolare, condito da numerosi errori e probabilmente anche dal nervosismo per l’alta posta in palio. E il quartetto arbitrale pure o ci ha messo del suo, o si è adeguato, a seconda dei punti di vista. Diverse infatti le chiamate (o non chiamate) che hanno fatto storcere il naso e che non hanno contribuito a rendere più fluido il gioco. Tra icing dubbi, crosscheck, sgambetti e ritardi di gioco non visti è in particolare il numero esiguo di penalità fischiate a risaltare, ma va anche detto che gli arbitri principali hanno azzeccato la decisione potenzialmente più impattante, annullando il possibile 2-0 di Djuse per il tocco di Cajka su Juvonen, prima della spinta di Pestoni.

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