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Lugano contento, l'Ambrì ci crede: ‘Chi è deluso è fuori posto’

I bianconeri tirano un sospiro di sollievo riaprendo con merito il primo derby che pareva chiuso dopo 25’. Joly: ‘Siamo fieri di ciò che abbiamo fatto’

Lilja apre le danze. Gianinazzi: ‘Dopo quel gol ci siamo seduti’
(Ti-Press/Golay)

Ambrì – Mancano cinque minuti e sei secondi alla fine, quando Santeri Alatalo spedisce il disco nell’angolo alto sulla destra di Juvonen, gelando il pubblico della Gottardo Arena, siccome il primo derby dei play-in pareva del tutto chiuso dopo venticinque minuti, nell’esatto momento in cui l’indisturbato Inti Pestoni attraversa tutta la pista e, approfittando di un blocco di un compagno sulla blu, entra nel terzo bianconero sorprendendo Koskinen con un tiro che, oltretutto, non è neppure di quelli angolati. Quel 4-0 ancor prima di metà partita è la logica conseguenza di ciò che si vede sul ghiaccio, al di là delle incertezze di un Mikko Koskinen che non è senz’altro il miglior esempio di sicurezza (basti vedere come si lascia sfuggire il tiro di Heed che vale il 2-0): l’Ambrì sembra la squadra più determinata un po’ in tutto, tanto da riuscire praticamente sempre ad arrivare per prima su quei dischi che ancora non hanno un padrone. Il Lugano, invece, sembra in balia degli eventi, e prova a rispondere affidandosi sostanzialmente all’estro di una prima linea che, in ogni caso, appena ne ha l’occasione trova sempre il modo per combinare qualcosa: come al quindicesimo, quando Thürkauf approfitta di un disco perso da Spacek per lanciare il liberissimo Joly, che se ne va tutto solo a sfidare Juvonen, il quale non solo dà prova di estrema tranquillità nel suo gesto, ma capisce immediatamente cosa vorrebbe fare il funambolico attaccante bianconero, chiudendo il buco al momento giusto, per una parata che vale tanto quanto un gol. A ulteriore dimostrazione di come non ci sia partita nel duello a distanza tra portieri.

Col senno del poi, il gol che cambierà volto alla serata sarà il quinto della serie, ovvero quella deviazione di Fazzini al 26‘18’’, poco più di un minuto dopo il 4-0. Improvvisamente, la squadra di un Gianinazzi che fino a quel punto in panchina sembra più preoccupato che pensieroso, comincia a vedere lo slot con maggiore facilità, pattinando di più al cospetto di un Ambrì che pare meno lucido di prima, forse inconsciamente un po’ troppo sicuro di non dover più spingere come prima. Un esempio di ciò lo si ha in avvio di terzo tempo, nel bel mezzo di una superiorità numerica biancoblù, quando Wolf scippa energicamente il puck a Spacek, e mentre il Lugano si presenta nel settore offensivo per provare a combinare qualcosa, il topscorer ceco sottovaluta il pericolo decidendo di andare al cambio nonostante il Lugano stesse per imbastire un’azione nel terzo avversario, e con i quattro biancoblù rimasti in pista che danno prova di eccessiva passività. «Dopo una partenza da sogno, negli ultimi venti minuti abbiamo tolto il piede dal gas, e abbiamo regalato il terzo tempo al Lugano – dice il difensore biancoblù Tobias Fohrler –. Ma questi sono i playoff, questa partita la cancelliamo e domani dobbiamo essere pronti a giocare con tutta la nostra energia e la nostra concentrazione, iniziando il match con la stessa aggressività di ieri. Sarà questo l’aspetto decisivo».

In un sabato sera in cui biancoblù e bianconeri si ritroveranno di fronte per la sfida di ritorno dopo un derby d’andata che, in fondo, non serve a nessuno. Perché dopo il 4-4 di ieri, tanto il Lugano, tanto l’Ambrì sanno che alla Cornèr Arena quella partita dovranno vincerla. «Avevo già vissuto un pari in un derby, e un pareggio non è una sconfitta – dice il coach biancoblù Luca Cereda – Nel terzo tempo abbiamo commesso degli errori, e il più grande è stato concedere tempo e spazio ai nostri avversari. Ma se qualcuno nello spogliatoio adesso è giù di morale si trova nel posto sbagliato. Ora pensiamo soltanto a recuperare l’energia per essere pronti domani».

Tuttavia, per com’è finita ieri, e vedendo poi soprattutto com’era cominciata, se in questo momento c’è una squadra che può dirsi soddisfatta è senz’altro quella di Luca Gianinazzi. «A livello di morale il finale ci fa bene – dice il tecnico del Lugano –. Nel terzo tempo abbiamo messo carattere e coraggio in una partita che ci era un po’ sfuggita di mano. È dunque un pareggio che vale molto per come si era messa, ma la prossima dobbiamo comunque vincerla. I powerbreak? Sapevamo di avere un timeout gratis a periodo di gioco. Abbiamo preso due gol all’ottavo minuto, così sapevo che poco dopo avrei avuto un timeout automatico, e sapevo quando sarebbe arrivato, e ho cercato di sfruttare quello».

Ancor più fiducioso sembra essere Michael Joly, autore del terzo gol bianconero. «Se riusciamo a fare il nostro gioco siamo la squadra migliore. Dopo il primo tempo abbiamo reso il nostro gioco più semplice e abbiamo commesso meno errori in zona difensiva, e in generale avevamo più fame. Però adesso dobbiamo prendere decisioni migliori in difesa, inoltre dobbiamo coprire meglio il terzo e il quarto attaccante a rimorchio».

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