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Chiesa in lista, ‘imbarazzo’ e mal di pancia nella Lega

La candidatura del ‘senatore’ Udc e l'imbarazzo a via Monte Boglia. Su laRegione oggi l’‘imbrattatore’ di Bellinzona e nuove strategie in assenza di neve

2 febbraio 2024
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La presenza di Marco Chiesa nella lista unica Lega-Udc per il Municipio di Lugano alle prossime elezioni comunali suscita qualche mal di pancia, anche all'interno della squadra. A esprimere a laRegione il proprio disagio è il deputato in Gran Consiglio e candidato al Municipio Andrea Censi, che sottolinea le prevedibili difficoltà per Chiesa di conciliare l’attività e i suoi compiti al Consiglio degli Stati con il ruolo di sindaco a Lugano, se dovesse battere Michele Foletti.

Incastrato dalle telecamere di videosorveglianza, l'ex impresario edile del Bellinzonese non nega di aver versato, venerdì scorso, un barattolo di pittura sull’uscio di Mario Branda a Palazzo civico al culmine di una serie di episodi tesi. Ma, interpellato da laRegione, ribadisce di non essere stato lui a inviare, nell’autunno 2021, a più personalità, istituzioni e autorità la dozzina di pacchi anonimi contenenti lastre di plexiglas la cui forma, colore e scritte ricordano la lastra di vetro presente nel memoriale di Zugo dedicato alle vittime della strage del 2001.

Restando nel Bellinzonese, ma andando in Gran Consiglio, sul preventivo del Cantone piovono gli emendamenti. Saranno una sessantina quelli da passare al setaccio, di cui una quarantina solo dell'Mps.

La Gen Z, ovvero i giovani nati tra il 1995 e il 2010 si dimostra più selettiva nello scegliere un'azienda in cui lavorare, preferendo impieghi che permettano di modellare il proprio stile di vita in base ai propri gusti. Nell'ottica di assecondare simili trend, specialmente in tempi di carenza di talenti e professionisti qualificati, va letta la scelta rivoluzionaria del colosso delle assicurazioni Axa: basta con i titoli altisonanti, niente più capi, capetti e gerarchie. Da qualche settimana, nella filiale elvetica della compagnia assicurativa non si dice più direttore, vicedirettore, presidente. Titoli cancellati anche da biglietti da visita, e-mail, organigramma. Una rivoluzione dal verticale all'orizzontale per gli oltre 4mila dipendenti che apre possibilità organizzative nuove.

Lo scorso 20 gennaio si è tenuto a Roma un vertice Italia-Africa, durante il quale la premier italiana Giorgia Meloni ha insistito sul tema della “cooperazione da pari a pari, lontana da qualsiasi tentazione predatoria”. Ma fra i 25 capi di Stato e di governo africani presenti a Roma, non manca chi a tale tentazione ha ceduto, depredando di risorse il proprio popolo. È dunque legittimo chiedersi, come Franco Zantonelli nel commento odierno, quale sarà la ricetta di Giorgia Meloni e di Ursula von der Leyen per disinnescare l’avidità di tali leader.

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