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Dalla campagna del dire al voto del fare

Con il materiale di voto recapitato in tutte le case si è aperta finalmente la fase del voto, la scelta che le cittadine e i cittadini di Lugano vorranno fare per decidere chi guiderà la città in Municipio e in Consiglio comunale per i prossimi quattro sfidanti anni.
Finalmente inteso come l’avverarsi di un fatto lungamente atteso da tutti coloro che in questa campagna si sono impegnati a fare conoscere le proprie idee, a esprimere i propri giudizi e identificare gli obiettivi politici per il prossimo quadriennio. Quella agli sgoccioli sarà ricordata come una campagna appiattita su temi legati alle scelte di chi potrà essere designato Sindaco dopo il 14 aprile e in generale con uno sguardo su quanto fatto in questa legislatura breve piuttosto che tracciare e delineare concretamente quella futura.

Al Municipio uscente mi sento di dare un voto positivo per quanto fatto nell’intensa e per certi versi drammatica (vedi l’improvvisa scomparsa del caro Sindaco Marco Borradori) legislatura. Quale successo politico andrà sicuramente ricordato il voto a favore del costruendo Polo Sportivo e degli Eventi per il quale il Centro si è fortemente impegnato. Un successo frutto di una forte coesione dell’esecutivo e di una compatta maggioranza lungimirante del Consiglio comunale. Una legislatura segnata dallo sgombero dell’ex Macello e che ha fatto emergere, perché tutti i mali non vengono per nuocere, la carta della Gerra sulla quale poter ora costruire un sano e solido rapporto tra autorità (non solo di Lugano…) e organizzazioni culturali indipendenti. Un obiettivo quello di identificare la casa di questa nuova forma di cultura che non dimentichi la necessità di dare a tutti i giovani e in tutti i quartieri spazi aggregativi.

Cosa ci resta di questa campagna elettorale ormai agli sgoccioli? Ci restano i numerosi slogan a effetto, dall’abbassamento del moltiplicatore d’imposta al pedaggio per accedere al centro città, per citarne solo alcuni, per misure che si riveleranno semplicemente inapplicabili. Ci resta da capire quante elettrici ed elettori andranno alle urne dando fiducia a noi cittadini che ci stiamo impegnando con passione per la cosa pubblica: cittadine e cittadini spesso confrontati con problemi economici, di conciliabilità casa/lavoro, di occupazione, e che devono poter continuare a vivere la nostra città beneficiando dei propri servizi. Il voto del fare è quello che auspico come ideale lascito da quanto scaturirà dalle urne il 14 aprile. Fare con determinazione i passi necessari per sviluppare a Lugano il polo congressuale, fare tutto il possibile per mantenere la Città della giustizia a Lugano (e gli eletti, i cui partiti a livello cantonale si opporranno, non dovranno nascondersi), fare in modo che si sviluppino altri centri di competenza, oltre a quello delle blockchain, ed eccellenza sul nostro territorio. Fare concretamente in modo che Municipio e Consiglio comunale identifichino un programma di legislatura condiviso e una strategia precisa a livello di priorità di investimenti.

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