cecenia

Agguato alla giornalista Milashina di Novaya Gazeta

Picchiata brutalmente, rasata e poi cosparsa di antisettico verde: “Vattene e non scrivere niente”

Elena Milashina
(Keystone)

È stato un vero e proprio agguato quello contro Elena Milashina e Aleksandr Nemov. Un attacco di una terribile brutalità che pare avere tutte le caratteristiche dell'intimidazione. Stando alle prime ricostruzioni, la giornalista e l'avvocato erano arrivati da poco in Cecenia in aereo e stavano andando a Grozny per seguire un processo ritenuto di matrice politica quando l'auto su cui viaggiavano è stata bloccata da un gruppo di 10 o 12 uomini armati e a volto coperto che li hanno picchiati ferocemente. "È stato un classico rapimento", ha spiegato Milashina raccontando che gli assalitori "hanno buttato fuori dalla macchina" l'autista, le hanno legato le mani costringendola a inginocchiarsi e le hanno "puntato una pistola alla testa".

Il giornale di Politkovskaya

Elena Milashina da anni scrive di Cecenia per la prestigiosa rivista Novaya Gazeta, la stessa per la quale scriveva Anna Politkovskaya, la giornalista assassinata nel 2006 che sulle pagine del periodico denunciava la deriva autoritaria del governo di Putin e gli abusi delle forze russe in Cecenia.

Milashina denuncia i soprusi commessi dal regime di Ramzan Kadyrov, il luogotenente di Putin in questo angolo del Caucaso russo. Fu proprio lei qualche anno fa ad accusare la polizia cecena di arrestare in massa, detenere illegalmente, torturare e in alcuni casi persino uccidere persone che ritenevano omosessuali. Ora sia lei sia l'avvocato Nemov sono in ospedale. Avrebbero riportato entrambi delle fratture in seguito all'aggressione. Lui pare abbia anche una ferita da coltello alla gamba.


Keystone
Milashina premiata da Michelle Obama e John Kerry

Lesione cranica

La giornalista - ha fatto sapere Novaya Gazeta - ha una lesione cranica chiusa, alcune dita delle mani fratturate ed "è svenuta più volte". Una foto di Milashina pubblicata con il suo consenso ha subito fatto il giro del mondo. La reporter 45enne appare con vistose fasciature alle mani e i capelli rasati dagli aggressori, che le hanno pure gettato in faccia la zelyonka: un antisettico verde che macchia la pelle e che tante volte è stato usato negli attacchi contro i dissidenti russi.

Il Cremlino ha definito l'attacco "molto grave" e ha promesso "risposte energiche". "Ho dato istruzioni ai servizi competenti di fare ogni sforzo per identificare gli aggressori", ha detto Kadyrov, già accusato di gravissime violazioni dei diritti umani.

Nel febbraio dell'anno scorso però Novaya Gazeta mandò Milashina all'estero per motivi di sicurezza dopo che proprio Kadyrov definì "terroristi" lei e un attivista aggiungendo una chiara minaccia: "Abbiamo sempre eliminato i terroristi e i loro complici".

Il precedente

La reporter inoltre tre anni fa fu picchiata nella hall di un albergo di Grozny da un gruppo di 15 persone tra uomini e donne. A rendere ancora più grave questo nuovo terribile attacco è una frase che, secondo l'Ong per la difesa dei diritti umani Memorial, gli assalitori avrebbero urlato a Milashina e Nemov mentre li picchiavano brutalmente: "Siete stati avvisati. Uscite di qua e non scrivete niente".

Milashina e Nemov stavano andando in tribunale per il processo contro Zarema Musaeva, la madre di tre oppositori ceceni a cui proprio oggi è stata inflitta una condanna a cinque anni e mezzo per "violenza contro un rappresentante dell'autorità": un'accusa ritenuta inventata per mettere in piedi un processo di matrice politica contro di lei. Musaeva è stata fermata a 1'800 chilometri dalla Cecenia in un arresto che viene descritto come un vero rapimento, e il dittatore ceceno in una delle sue frequenti uscite violente e minacciose ha dichiarato che tutta la sua famiglia dovrebbe essere "in carcere o sottoterra".

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