Estero

Istanbul: la moschea di Erdogan in piazza Taksim

Nuova sfida del sultano: l’inaugurazione dell'edificio religioso in un luogo simbolo e laico della capitale nell’anniversario delle proteste di Gezi Park

Fedeli in preghiera davanti alla nuova moschea di piazza Taksim (Keystone)
28 maggio 2021
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"Taksim è un simbolo, ma non della nostra identità". Appena eletto sindaco di Istanbul, Recep Tayyip Erdogan lanciava così la sua battaglia per realizzare una moschea nell'iconica piazza della metropoli sul Bosforo. In un video d'epoca, lo si vede mentre da una terrazza indica il punto esatto in cui sognava di farla costruire. Ventisette anni dopo, diventato presidente-padrone della Turchia, si è presentato in diretta televisiva accanto al primo imam del Paese, il capo della presidenza per gli Affari Religiosi Ali Erbas, per sancire la realizzazione di quello che ha definito "un sogno che durava da un secolo e mezzo".

In una Taksim gremita da migliaia di fedeli, rimasti a pregare all'esterno per le misure anti-Covid, Erdogan ha aperto al culto islamico un edificio che considera "già uno dei luoghi simbolo di Istanbul". Per il leader turco, amante dell'evocazione, "è come un saluto rivolto alla moschea di Santa Sofia", riconvertita lo scorso anno tra mille polemiche. Ma è l'intera cerimonia a dispiegarsi lungo un incrocio di simboli. "È un regalo in questo 568esimo anniversario della conquista ottomana di Istanbul" (che ricorre domani), ha spiegato il presidente, per cui la data scelta non è casuale anche per un altro motivo.

La rivolta di Gezi Park

Proprio oggi, 8 anni fa, partivano le iniziative degli ambientalisti per salvare dalla distruzione Gezi Park - a due passi dalla nuova moschea di Taksim - che si trasformarono in un'enorme ondata di manifestazioni antigovernative. "Una delle promesse che abbiamo fatto quando sono stato eletto sindaco di Istanbul era di costruire questa moschea. Non abbiamo potuto mantenere allora questa promessa. Quando sono diventato primo ministro abbiamo dovuto affrontare le proteste di Gezi Park. Ma nessuno riuscirà a fermare gli appelli alla preghiera islamica. Siamo riusciti a respingere tutti gli attacchi", ha affermato con tono di trionfo il leader turco. Avviati nel febbraio 2017, i lavori sono stati diretti dell'architetto Sefik Birkiye, già progettista del Palazzo presidenziale di Erdogan ad Ankara. Mescolando tradizione ottomana e stile modernista, la moschea ha due minareti alti 61 metri e una cupola principale di 28 metri di diametro.

L'edificio

La struttura può contenere fino a 4 mila fedeli e sorge su un'area complessiva di 16.500 metri quadrati, che comprende una biblioteca, spazi per mostre e conferenze e un parcheggio sotterraneo. Il progetto è da decenni al centro del dibattito politico in Turchia. Diventato una bandiera dell'islam politico, che lo invocava come un "bisogno" per i credenti, è stato fortemente avversato dalla componente più laica della società. Un braccio di ferro legato anche alla presenza di un altro edificio di culto affacciato sulla piazza, la chiesa greco-ortodossa della Santa Trinità, completata nel 1880. L'idea della moschea, ha ricordato Erdogan, nacque già in quegli anni, durante la guerra con la Russia zarista. Una battaglia durata fino a oggi. "Mi ricordo i tempi in cui i musulmani erano costretti a pregare inginocchiati sui giornali, in piccolo spazi. Ma ora - ha detto Erdogan - ci auguriamo che questa nuova moschea si riempia di fedeli e il suono del richiamo alla preghiera venga udito per sempre".

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