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‘Finanziamento della cultura, si aiutino di più le fondazioni’

Con un'iniziativa parlamentare di Tenconi e Genini, il Plr chiede che il Ticino diventi attrattivo aumentando le deduzioni fiscali se c'è pubblica utilità

In sintesi:
  • Ogni franco pubblico investito nel settore culturale ne genera 2,58 di valore aggiunto
  • Il ruolo delle fondazioni benefiche è sempre più importante
  • Uno studio attesta che creare una fondazione di beneficenza genererebbe più di quanto si perderebbe in imposte
Un sostegno di cui c’è bisogno
(Osi)
20 marzo 2024
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In Ticino serve “più sostegno alla cultura grazie alle fondazioni di pubblica utilità”, perché il settore culturale “non genera solo costi, bensì anche una performance economica quantificabile. Investire nella cultura non è un atto a fondo perso”. E il Consiglio di Stato, di conseguenza, deve mettere a disposizione strumenti migliori per favorire l’operato di queste fondazioni.

A esserne convinto è il Partito liberale radicale che, con un’iniziativa parlamentare di Diana Tenconi e Simona Genini a nome di tutto il gruppo in Gran Consiglio, chiede che venga fatto un passo in più. Vale a dire “rafforzare il Ticino come ‘centro per le fondazioni’” sulla scorta di quanto fatto dal Canton Zurigo, “emettendo delle direttive e delle prassi amministrative conformi alle norme in vigore che rendano attrattiva la costituzione di fondazioni con sede nel Canton Ticino”. I liberali radicali chiedono anche di “sviluppare un quadro fiscale e normativo attrattivo per le fondazioni (e tutte le persone giuridiche) di pubblica utilità, in particolare aumentando la percentuale deducibile fiscalmente al 50% dal reddito delle persone fisiche e dall’utile imponibile delle persone giuridiche, con una modifica della Legge tributaria”.

Lo studio del Bak Basel

La base di partenza è la pietra angolare di ogni discorso che concerne la politica culturale: lo studio del Bak di Basilea che ha attestato, nel 2020, come ogni franco pubblico investito nella cultura in Ticino ne generi 2,58 di valore aggiunto. Detta breve: 115 milioni di franchi e la creazione di circa 2’100 posti di lavoro.

Ebbene, Tenconi e Genini rilevano che “malgrado lo sforzo del Cantone, e le ottime ricadute economiche che il settore riversa sul territorio cantonale, il solo finanziamento pubblico non è sufficiente per mantenere vivo e propositivo il settore culturale. Musei, orchestre, gruppi teatrali lottano quotidianamente con le finanze per poter offrire contenuti culturali di qualità”. In un contesto segnato dalla pandemia prima e dalla crisi geopolitica poi, “sempre più importanti si rivelano i contributi di fondazioni benefiche che rappresentano uno degli elementi principali che compongono il quadro legato al sostegno della cultura”, scrivono le deputate liberali radicali.

‘Rimessi in circolo molti capitali’

Fondazioni che, dal canto loro, “hanno dimostrato di essere degli attori estremamente interessanti anche per la capacità di rimettere in circolo capitali che altrimenti sarebbero rimasti in mano a poche persone ed enti, svolgendo così un ruolo di redistribuzione della ricchezza molto efficiente”. Questo aspetto, ricordano Tenconi e Genini, è stato rilevato da uno studio comparativo del 2019, pubblicato da SwissFoundations e commissionato a PwC Svizzera, nelle cui conclusioni “si sottolinea come attraverso le fondazioni vengono riversati alla comunità molti più mezzi di quanti ne potrebbero essere versati attraverso la tassazione degli stessi capitali”.

Questo studio, si legge ancora nelle motivazioni dell’atto parlamentare del Plr, “valuta anche se la creazione di una fondazione esente da imposte sia utile dal punto di vista della società o se serva principalmente a ottenere privilegi fiscali che a loro volta avvantaggiano i fondatori senza generare un adeguato valore aggiunto per la società”. Per compiere questa analisi, lo studio “prende in considerazione diversi tipi di fondazione (con mantenimento di capitale e senza) in differenti casi e in più cantoni”. Il risultato? È presto detto: “Per tutti i modelli di calcolo presi in considerazione viene mostrato che attraverso le fondazioni di beneficenza il flusso di fondi verso il pubblico è di gran lunga maggiore rispetto a quello che si otterrebbe con la tassazione dei fondi corrispondenti e la redistribuzione da parte dell’Ente pubblico”.

‘Redditizie dopo un mese o al massimo un anno e mezzo’

A seconda del cantone preso in esame, “le fondazioni divengono ‘redditizie’ per la società già dopo un mese o al massimo dopo un anno e mezzo. Anche se si sfruttano al massimo tutti i vantaggi fiscali, la creazione di una fondazione di beneficenza genererà più di quanto si perde in imposte con la creazione della stessa”. Insomma: “Le fondazioni svolgono sempre più il ruolo di mobilitatrici, facilitatrici, assuntrici di rischi e investitrici sociali”.

Queste valutazioni che emergono dallo studio ‘Stiftungen – Ein gutes Geschäft für die Gesellschaft’ portano le granconsigliere Tenconi e Genini a scrivere che “considerata la situazione precaria in cui si trova il settore culturale in Ticino, e le opportunità che potrebbero essere generate dalle fondazioni di pubblica utilità nell’ambito del finanziamento della cultura” è ora di chiedere al Consiglio di Stato “di mettere in campo maggiori strumenti per favorire l’operato delle fondazioni e soprattutto per incentivare l’attrattività del Ticino come sede per chi intendesse creare una fondazione di pubblica utilità”. Questi enti, che siano strutturati sotto forma di associazione o fondazione, concludono le deputate Plr, “sono fondamentali anche per quanto attiene al sostegno che questi possono dare in ambito sociale e nella promozione dello sport per i giovani”.

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