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‘Impianti sportivi cantonali, ascoltare di più le associazioni’

Interrogazione al governo di Bixio Caprara (Plr): ‘Comuni piccoli palestre piccole, ma lo sport richiede spazi più grandi. Serve una migliore gestione’

‘Lo sport è fondamentale per la società’ (nel riquadro Bixio Caprara)
(Ti-Press)
24 marzo 2022
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Nella realizzazione e nella gestione degli impianti sportivi cantonali si considerano a sufficienza le necessità delle associazioni sportive? A chiederlo, con un’interrogazione inoltrata al Consiglio di Stato, è il deputato del Plr Bixio Caprara che nel suo atto parlamentare evidenzia tre problemi. "Nella pianificazione di investimenti in infrastrutture sportive, il Cantone tiene conto prevalentemente delle esigenze scolastiche senza prendere in considerazione il possibile impatto che un impianto sportivo potrebbe avere sullo sviluppo dei giovani tramite lo sport associativo (società sportive e federazioni), ciò che presuppone il conseguente coinvolgimento dell’autorità comunale" scrive Caprara.

Come usare le strutture in maniera più ottimale

Il quale sottolinea pure che "nella gestione degli impianti sportivi si tratta di capire secondo quali modalità l’impianto possa essere utilizzato in maniera ottimale". Dove, per impianto, spesso si intendono le palestre cantonali. E "bisogna evitare che dipendano esclusivamente dalla disponibilità del custode scolastico". Il tutto, per il deputato liberale radicale, si accompagna al fatto che "esiste pure un tema di auspicata crescita di competenze specifiche grazie alla professionalizzazione di talune funzioni: gestori di impianti sportivi, gestione e manutenzione di campi da calcio o di piscine o di piste di ghiaccio".

‘Ci sono esigenze anche extra scolastiche’

Tre problemi che per Caprara devono essere affrontati. Con un maggiore coinvolgimento delle associazioni sportive, certo. Ma nel concreto? «Nel concreto si tratta di capire come passare dalle parole ai fatti – risponde il granconsigliere liberale radicale alla ‘Regione’ –. Spesso, come recentemente per la questione della palestra di Barbengo, si discute solo tra rappresentanti del mondo scolastico. Si fa sempre un po’ fatica a comprendere sul serio che un’infrastruttura sportiva viene realizzata sulla base di un’esigenza scolastica, ma in realtà c’è anche un’esigenza extrascolastica molto importante». Che Caprara quantifica: «Un impianto sportivo scolastico è per almeno il 60/65% potenzialmente utilizzato da attività extrascolastiche».

E quindi «c’è la fondamentale necessità di parlarsi, e di sapere quali sono i fabbisogni. Passando dai Comuni, che sono in contatto con le realtà associative sportive locali». Comuni che sono piuttosto piccoli in molti casi, «e che realizzano di conseguenza strutture scolastiche piccole. Ma lo sport ha bisogno di strutture sportive più grandi, frazionabili, che la sera, il sabato o la domenica si possano usare. E quindi bisogna capire che processi avviare».

‘A Bellinzona e nel Mendrisiotto funziona, altrove meno automatismi’

Partendo da qualche esempio: «A Bellinzona sembra funzionare abbastanza bene perché tutte le palestre cantonali vengono date in gestione all’Ufficio cantonale dello sport che si occupa di coordinare e capire come gestirne l’occupazione in modo ottimale. Nel Mendrisiotto c’è la volontà di lavorare meglio tra i Comuni per la gestione e la pianificazione delle strutture sportive», ma altrove non è così. Non ovunque ci sono questi automatismi. «Nel Luganese – riprende Caprara – ogni palestra viene gestita dalla direzione della scuola, e per loro è un compito in più non sempre gradito. Ci sono problemi anche di costi, se pensiamo semplicemente al custode e a quello che concerne tenere aperto più tempo uno spazio. Ma tutto ciò non deve pregiudicare la messa a disposizione delle infrastrutture sportive».

Per crescere meglio i giovani

Strutture che «hanno un valore socioeconomico, perché è vero che costano a livello di investimenti, risorse e spazio. Ma se venissero messe a disposizione delle associazioni sportive queste potrebbero usarle interessando sempre più giovani». Già, i giovani. Lo sport è fondamentale non solo per la loro salute fisica, ma anche per la salute mentale, la cui prevenzione è diventata ancor più fondamentale in tempi di pandemia. Si tratta quindi, anche, di porre l’accento sulla questione prettamente sociale, oltreché sui temi di pianificazione e gestione degli spazi. È così? «Il mondo dello sport è un mondo dove prevale l’iniziativa privata, l’assunzione di responsabilità di ogni cittadino – premette Caprara –. Le società sportive si basano sul volontariato, sul fatto che ci siano cittadini che mettono a disposizione il loro tempo, il loro entusiasmo e le loro competenze per momenti educativi, formativi dove i giovani si possono impegnare e possono svilupparsi nel miglior modo possibile». Ciò detto, «è un tema molto sociale». Per questo «l’Ente pubblico deve avere un ruolo sussidiario e mettere in atto le condizioni quadro ideali affinché tutto vada per il meglio».

‘Oggi il mondo delle associazioni sportive è molto più sfaccettato’

Anche perché, rileva ancora Caprara, «è evidente che oggi rispetto a un passato dove c’erano quasi solo ginnastica e calcio, il mondo associativo sportivo è molto più sfaccettato, ha molte più discipline». Un esempio su tutti «è l’unihockey». Che fa tornare al tema delle palestre: «Per questo sport semplice, alla portata di tutti, servono comunque spazi grandi come una palestra tripla. Che sono rari da trovare». Perciò serve un cambio di paradigma, dal momento che «c’è una fortissima correlazione tra l’infrastruttura e quello che dentro vi può essere ospitato. Un aspetto davvero fondamentale – rimarca il deputato del Plr –, perché quella sportiva è un’attività educativa. La formazione di un giovane che diventa cittadino e che si assume responsabilità, facendo poi vivere una società sportiva col proprio impegno».

E rimanendo alle società sportive i due anni pandemici «le hanno messe in grosse difficoltà, perché in questo biennio hanno perso l’aggancio con nuovi giovani da coinvolgere. Se vogliamo lottare contro una prospettiva che vede i giovani sempre più soli e sempre meno abituati a interagire nella vita reale coi propri pari, credo che se si parla di sport siamo davvero al centro del tema e delle possibili risposte». Risposte che Caprara si aspetta anche alle domande inoltrate al governo. Vale a dire se il Cantone possa coinvolgere i Comuni per meglio capire le esigenze sportive della regione nella pianificazione degli investimenti; come evitare che nella gestione degli impianti questi non siano utilizzati in modo ottimale; se vi siano progetti per migliorare la rete locale degli impianti sportivi.

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