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Collina d’Oro, ai voti la futura gestione dell’acquedotto

Domenica prossima, la cittadinanza è chiamata a decidere se continuare a condurre la struttura oppure affidarne la guida alle Ail Sa

Gestione dell’acquedotto ai voti
(Ti-Press/Archivio)
25 ottobre 2022
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Tra pochi giorni la popolazione di Collina d’Oro sarà chiamata alle urne per decidere del futuro del proprio acquedotto: se cederne la gestione interamente alle Ail Sa, come da proposta del Municipio ratificata dal Consiglio comunale, o se prenderne completamente possesso, come suggerito dai promotori del referendum. Questi ultimi sono dell’idea che il Comune sia in grado di farsene carico, sia dal punto di vista economico che tecnico, come ribadito da Americo Bottani, membro del comitato promotore. Invece il Municipio, rappresentato dal capodicastero Energia-ambiente-acquedotto Lorenzo Balmelli, ritiene che sobbarcarsi l’intera gestione sarebbe una scelta azzardata.

Cosa cambierebbe se non dovesse passare il referendum?

Bottani: Vi sarebbe un aumento dei costi non necessario. Il nostro ufficio tecnico, che al momento include un sorvegliante e tre ingegneri, di cui una di loro assunta di recente, è perfettamente in grado di occuparsi della manutenzione dell’acquedotto. Se la gestione passasse in mano alle Ail, queste persone sarebbero solo di supporto, ma le spese dei loro salari sarebbero comunque a carico del Comune, con un costo extra di 85mila franchi all’anno. Inoltre, vi è la questione delle tariffe: al momento i cittadini di Lugano, coperti dalle Ail, pagano una tariffa di 1,45 chf/m³, contro i 1 chf/m³ di Collina d’Oro, e riteniamo che un adeguamento delle tariffe per i nostri cittadini, ovviamente al rialzo, sarà inevitabile.

Balmelli: Se la gestione dell’acquedotto passasse alle Ail, come prima cosa verrebbero sostituiti i contatori dell’acqua con modelli più moderni, e i vecchi contatori verrebbero acquistati dalle stesse Ail, azzerando di fatto i costi di tale sostituzione. Vi sarebbe poi un adattamento del sistema di fatturazione, ma questo avverrebbe anche nel caso della vittoria del no, perché si tratta di un’armonizzazione voluta dal Cantone. Dato che si tratta di un sistema di calcolo diverso da quello attuale, alcuni cittadini si ritroveranno a dover pagare un po’ di più e altri un po’ di meno, ma l’intenzione del Municipio è comunque, attraverso le indicazioni del nuovo regolamento acqua potabile, quella di mantenere le tariffe dell’acqua a 1 chf/m³, e nel caso queste dovessero aumentare, sarebbe per un generale aumento dei costi dell’energia, dei materiali, dei trasporti e del lavoro dovuto alle cause che tutti sappiamo, e non di certo perché volute dalle Ail.

Quali sono le incongruenze delle argomentazioni degli avversari?

Bottani: Vi è una falsa rappresentazione dei costi che questo cambio di gestione comporterebbe. Inoltre, riteniamo ingiustificata questa continua volontà a cedere la gestione dei nostri servizi a terzi, mentre al contempo si continua a parlare d’indipendenza. Siamo dell’idea che si tratti di un disimpegno, dato che il nostro ufficio tecnico sarebbe perfettamente in grado di prendere in gestione l’acquedotto.

Balmelli: Secondo me c’è una mancata comprensione degli aspetti tecnici e giuridici, e infatti ritengo che la campagna del referendum si sia basata molto sugli aspetti emotivi di questa fantomatica rinuncia, piuttosto che sui dati oggettivi. Prima di tutto va chiarito che l’acquedotto rimarrebbe del comune, e le Ail si occuperebbero unicamente della gestione, come tra l’altro stanno già in parte facendo da 15 anni a questa parte. Oltretutto, in quanto tecnico io stesso, ritengo sia molto più efficiente affidarci interamente a un ente collaudato, munito di personale e competenze adeguati alla situazione, anziché sobbarcarci noi l’intero onere.

Entrambe le parti sostengono che la propria soluzione porterebbe a un risparmio economico rispetto all’altra. Dove sta la verità?

Balmelli: Da una decina d’anni lavoro in un consorzio di depurazione delle acque, quindi conosco questo settore molto bene. Ho la certezza che l’efficienza e l’esperienza delle Ail si riveleranno meno dispendiose rispetto a dover creare quasi da zero un ufficio preposto alla sola gestione dell’acquedotto, perché il personale attuale non sarebbe sufficiente a coprire il servizio, sette giorni su sette, 24 ore al giorno, compresi le domeniche e i festivi, e inoltre mancherebbero le strutture, i mezzi e gli equipaggiamenti. Le Ail verrebbero poi pagate unicamente per il servizio svolto, e ogni utile generato dall’acquedotto rimarrebbe al Comune. Inoltre, il supposto aumento delle tariffe, se mai vi sarà, sarà dovuto a cause di forza maggiore, e quindi avverrebbe indipendentemente dalla gestione, ma in ogni caso l’intenzione del Municipio è di fare il possibile per evitarlo.

Bottani: I costi del passaggio di gestione alle Ail è stato sottostimato perché non tiene conto dei costi occulti che rimangono a carico del Comune, che corrispondono appunto a 85mila franchi in più di quanto costa il sistema attuale, che tra l’altro secondo me si sarebbe potuto mantenere, cercando un accordo con le Ail, senza cedere loro l’intera gestione. Inoltre, l’acquedotto genera ogni anno un utile di oltre mezzo milione di franchi, cifra che andrebbe a coprire i costi di adattamento.

Il tema è complesso sotto molti aspetti, la popolazione è sufficientemente informata per prendere una decisione ponderata?

Bottani: Difficile a dirsi. Ho un po’ il timore che non vi sia una reale consapevolezza dei costi che i cittadini finirebbero per affrontare, perché essi sono stati in parte sottaciuti nella comunicazione da parte del Municipio. In ogni caso noi crediamo nella bontà del nostro referendum, e siamo dell’idea che molti cittadini lo abbiano compreso.

Balmelli: Io me lo auguro. Il problema, come già detto, è che quella dei referendari è stata una campagna molto di pancia, mentre noi che conosciamo i lati tecnici e giuridici non abbiamo voluto fare una campagna tecnocratica spiegando questi aspetti complessi, ma abbiamo chiesto ai cittadini di fidarsi del Municipio e del suo messaggio, che è valido e ponderato e che tiene conto delle esigenze di tutti, perché in esso vi è la volontà di non stravolgere la vita della popolazione tassando a destra e a sinistra.

Con tutte le scaramanzie del caso, un pronostico sui risultati di domenica?

Bottani: (ride) Personalmente, non me la sento di fare un pronostico. Come detto io credo, noi tutti crediamo, nella bontà di questo referendum, e ritengo che porterà solo benefici alla popolazione, e valorizzerà l’indipendenza del Comune.

Balmelli: Come politico e soprattutto come tecnico, sono un po’ preoccupato dall’eventuale successo del fronte del no, perché nel caso dovesse passare il referendum, ci ritroveremmo davvero in una situazione difficile. Riguardo il risultato, onestamente penso che le possibilità siano 50 e 50, perché malgrado il nostro messaggio sia stato corretto e onesto, vi è di mezzo molta emotività, e molte persone hanno percepito erroneamente questa cessione alle Ail come una svendita di una proprietà del Comune.

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