Luganese

Collina d’Oro, gestione ‘casalinga’ per l’acquedotto

Vincono i referendisti: bocciata dal 65% dei votanti la proposta di Municipio e Consiglio comunale di passare la completa conduzione alle Ail Sa

La scelta del Municipio di passare interamente la gestione dell’Acquedotto alle Ail Sa ha raccolto ‘solo’ il 35% dei favori
(Ti-Press/Archivio)
30 ottobre 2022
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Il Comune di Collina d’Oro dovrà assumersi la gestione del proprio acquedotto. In che modo, dovrà stabilirlo l’autorità locale. Il messaggio giunto dall’esito del referendum è comunque forte e chiaro: circa il 65% dei votanti ha bocciato la proposta municipale che prevede il completo passaggio di gestione alle Ail Sa. Scarsa, tuttavia, la partecipazione: i cittadini che hanno espresso una preferenza sono stati soltanto 1’447 su 2’700 aventi diritto. Una partecipazione al voto inferiore alle attese della vigilia, anche se in linea con il coinvolgimento della popolazione nelle consultazioni cantonali. Di questi, 930 hanno aderito alla posizione dei referendisti, mentre 496 hanno optato per la proposta sostenuta dal Municipio e ratificata dalla maggioranza del Consiglio comunale (ci sono state anche 10 schede nulle e 11 bianche). La gestione dell’acquedotto non passerà quindi nelle mani di Ail Sa, ma sarà il Comune a farsene carico. Un’opzione, quella di ‘sobbarcarsi’ l’intera gestione a livello comunale, ritenuta una scelta azzardata dal Municipio, sia dal punto di vista economico sia dal profilo tecnico. Per diversi anni, perlomeno a partire dal 2016, il Comune di Colina d’Oro non ha affrontato (come forse avrebbe dovuto) la questione, tirando, per così dire, a campare. Fino a quest’anno, quando l’attuale Municipio si è assunto la responsabilità di prendere una decisione, poi approvata dal legislativo.

‘Un ente autonomo come a Mendrisio’

Decisamente soddisfatto del risultato, Americo Bottani, membro del comitato promotore del referendum ed ex municipale a Gentilino, quando venne creato questo acquedotto. Un referendum che era peraltro sostenuto da ben 720 sottoscrizioni, oltre un quarto degli aventi diritto di voto (il 27,7%) in Collina d’Oro. «Beh, siamo molto contenti. Sì, è un risultato eccezionale che conferma la bontà del nostro operato, delle nostre proposte concrete ed eravamo convinti di aver svolto un buon lavoro – sostiene Bottani –. Ora, per il Municipio, si tratta di voltar pagina e di fare qualcosa di concreto, cosa che non è stata fatta dai tempi dell’aggregazione (nel 2004, tra Gentilino, Montagnola e Agra, dal 2012 anche Carabietta, ndr). Finanziariamente, non abbiamo problemi, abbiamo un Ufficio tecnico con personale molto competente, con una nuova assunzione di un ingegnere specialista in questo campo. Ci sono tutte le carte in regola, come recentemente ha fatto la Città di Mendrisio, per costituire un ente autonomo in grado di svolgere le mansioni di gestione. La legge non impedisce questa opzione». Non c’è nulla, da parte dei referendisti, contro le Ail Sa, «ci mancherebbe, svolgono un buon lavoro, ma come Sa (azionista unico la Città di Lugano) devono mostrare che riescono a fare utili», precisa Bottani.

‘Decideremo come procedere’

Deludenti e preoccupanti i risultati del referendum, agli occhi di Lorenzo Balmelli, municipale di Collina D’Oro e titolare del Dicastero energia-ambiente-acquedotto: «I risultati sono molto sorprendenti in negativo – commenta il municipale –. Ora, dovremo capire quale via scegliere per creare un’azienda in così poco tempo, con l’efficacia richiesta. Non ci resta tanto tempo: in Comune, abbiamo ricevuto la disdetta formale dalle Ail Sa del contratto di gestione parziale, per la fine di quest’anno. Per cui, sulla carta dal 1° gennaio 2023, le Ail Sa si disimpegneranno dal mandato che avevano ricevuto oltre 15 anni fa. Dovremo decidere in Municipio come proseguire, visto che le Ail Sa, alla luce del mutato quadro legislativo, chiedevano di gestire in maniera diversa l’acquedotto, rispetto al vecchio contratto ormai non più attuale». Come intendete procedere? «Questo oggi non sono in grado di dirlo, bisognerà discuterne già a partire da domani sera in Municipio. È un punto di domanda che mi procura non poche preoccupazioni, perché, dal mio punto di vista (e di quello della maggioranza del Municipio), quella emersa dal referendum non era la soluzione migliore per gestire l’acquedotto di oggi e di domani». Tuttavia, Balmelli accetta il risultato: «Siamo in una democrazia, il referendum ha avuto la meglio, si tireranno le somme nei prossimi giorni».

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