Locarnese

Pronto soccorso pediatrico, ‘importante realtà da preservare’

Dopo l'annuncio della chiusura notturna a Locarno (e Mendrisio) 11 deputati locarnesi capeggiati da Nicola Pini interrogano il Consiglio di Stato

(Ti-Press)
23 novembre 2023
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Meno peggio del previsto, ma non basta comunque. Sul tema della chiusura notturna (22-8) del pronto soccorso pediatrico alla Carità di Locarno, prendono posizione 11 deputati locarnesi al Gran Consiglio di vari schieramenti, con un’interrogazione al Consiglio di Stato.

La premessa dell’atto parlamentare – primo firmatario Nicola Pini, poi ci sono anche le sottoscrizioni di Maria Pia Ambrosetti, Omar Balli, Samantha Bourgoin, Matteo Buzzi, Paolo Caroni, Massimo Mobiglia, Luca Renzetti, Aron Piezzi, Beppe Savary-Borioli e Roberta Soldati – è che in realtà ci si sarebbe potuti aspettare anche di peggio. Infatti, “si tratta di un provvedimento fortunatamente meno pesante di quanto ipotizzato nel 2022, che prevedeva la chiusura delle degenze pediatriche e la riduzione del servizio di pronto soccorso a sole 10 ore al giorno, in una sorta di perennizzazione di quanto predisposto durante il periodo pandemico (che ha evidentemente portato a una maggiore concentrazione di casi al polo di Bellinzona sia per numero di accessi che per complessità), in contraddizione rispetto alle varie rassicurazioni fornite a vari livelli sulla provvisorietà di tale provvedimento”. Ora, appunto, “l’annunciata chiusura del pronto soccorso pediatrico si limiterà a 10 ore (22-8), mentre dovrebbero essere garantiti alcuni posti di degenza e, per quanto riguarda le prime cure, l’accoglienza e la valutazione dei pazienti pediatrici da parte dei pronto soccorso per adulti, così come il picchetto telefonico dell’Istituto pediatrico della Svizzera italiana (Ipsi)”.

Al di là del fatto che “si può certo nascondere la necessità di trovare delle soluzioni per coniugare qualità del servizio e sostenibilità del sistema, come anche il fatto che alcune specializzazioni di punta vanno sicuramente centralizzate a beneficio della qualità delle cure, anche per quanto riguarda una pediatria forte e di qualità”, c’è un “ma”. Che è quello secondo cui “il Locarnese e il Mendrisiotto necessitino di ospedali regionali acuti, che per essere tali devono garantire non solo un servizio di cure intense, ma anche un servizio di pronto soccorso 24/24 e 7/7 per l’insieme la popolazione, neonati, bimbi e adolescenti compresi. Limitare il servizio 24/24 e 7/7 per la pediatria significa privare parzialmente due importanti regioni – Locarnese e Mendrisiotto – con le relative Valli e regioni discoste di un importante servizio, quello pediatrico, indebolendo al contempo quello relativo all’ostetricia e alla neonatologia”.

Le domande al CdS

Pertanto, al Consiglio di Stato viene posta una serie di domande. Fra esse: “Cosa pensa il CdS della decisione dell’Eoc di ridurre il servizio di Pronto soccorso pediatrico dell’Ospedale La Carità di Locarno e dell’Ospedale Beata Vergine di Mendrisio? Quali sono le ragioni e le conseguenze a livello di qualità del servizio per gli abitanti? In particolare per il Locarnese, è stato tenuto in considerazione l’aumento di popolazione nel periodo estivo e la particolarità della popolazione turistica, meno cognita del territorio e senza un pediatra di riferimento sul posto? È stata valutata la possibilità di mantenere il pronto soccorso pediatrico aperto grazie al coinvolgimento in ospedale dei pediatri delle rispettive regioni, mantenendo quindi una certa centralità dell’ospedale pubblico? I letti di degenza pediatrica e le misure collaterali proposte – in particolare accoglienza/valutazione da parte del Ps adulti, picchetto telefonico specialistico dell’Ipsi e servizio dei picchetti pediatrici sul territorio in orario notturno – fino a quando sono garantite? A mente del Consiglio di Stato garantiscono una sufficiente copertura sanitaria a livello pediatrico?”.

Inoltre, fra l’altro, al CdS viene chiesto se non ritenga che la chiusura notturna dei Ps pediatrici “corrisponda a un declassamento dei reparti in generale”; e se “il servizio di pediatria – al pari di quello di ostetricia/neonatologia – non necessiti di maggiore prossimità rispetto ad altri ambiti”, informandosi infine sulla situazione di pediatria e neonatologia in Ticino.

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