Mendrisiotto

‘La Maternità di Mendrisio non è in discussione’

Il direttore dell'Ipsi Bressan rassicura il Distretto. La chiusura notturna del Pronto soccorso pediatrico sarà compensata da un progetto di rete

Nella regione c’è preoccupazione
(Ti-Press/Archivio)
16 novembre 2023
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Il Mendrisiotto, per ora, può mettersi il cuore in pace. La chiusura notturna del Pronto soccorso pediatrico dell'Obv non mette in discussione né la Maternità, né la neonatologia dell'ospedale regionale. Le parole di Alessandro Bressan, direttore dell'Istituto pediatrico della Svizzera italiana (Ipsi), sono chiare. «Non è un progetto che tocca questi due servizi», scandisce con l'intento di voler essere rassicurante. Certo, capisce bene che questa scelta potrebbe insinuare il dubbio che sia solo il primo passo verso altri ridimensionamenti. Ma non è così, tiene a rimarcare. Quella che sarà varata a gennaio è, di fatto, una "rimodulazione", come l'ha definita lo stesso Ente ospedaliero cantonale, dei servizi d'urgenza.

Presentata la ‘riforma’ in Commissione sanità

Sta di fatto che il dibattito, innanzitutto politico, è solo rimandato al 2024. Ovvero quando a livello cantonale si affronterà il dossier della pianificazione ospedaliera, preludio, nel 2026, alla ri-assegnazione dei mandati di prestazione sanitari. E c’è da credere che tra i gran consiglieri del Mendrisiotto vi sarà un'attenzione particolare. Lo si è percepito anche giovedì mattina al tavolo della Commissione sanità e sicurezza sociale del parlamento (presieduta da un momò, Giorgio Fonio), quando i rappresentanti dell'Eoc hanno illustrato il progetto. Tra le osservazioni a cui si è dato voce vi è, infatti, pure la richiesta di valutare se non vi sia la possibilità di rendere la fascia oraria di apertura del Pronto soccorso pediatrico dell'Obv - tra le 8 e le 22 - più flessibile, in considerazione anche dei problemi legati alla viabilità regionale.

Questione di numeri

«Sono ben cosciente delle implicazioni di questa decisione per le regioni, a fronte dei problemi di traffico in particolare nel Mendrisiotto», annota lo stesso direttore dell'Ipsi. Dentro le corsie, però, oggi, si fa capire, si devono fare i conti altresì con la casistica e i numeri, che tendenzialmente stanno calando. Al Beata Vergine si registrano 250 parti l'anno; e a livello cantonale si è passati da oltre 3mila a 2'300. Quanto ai posti letto pediatrici, in Ticino ve ne sono 40: 26 nel polo di Bellinzona, 10 al Civico di Lugano - sedi dove si concentra più del 90% delle visite, 27'500 l'anno nei quattro Pronto soccorso dedicati ai giovanissimi pazienti - e un paio ciascuno a Mendrisio e Locarno. In media, ci spiega Bressan, si verifica un caso e mezzo al giorno e nella stragrande maggioranza si tratta di bagatelle.

E di qualità delle cure

«Qui – ribadisce Bressan – è questione di sicurezza e qualità delle cure dispensate. Di conseguenza delle cure migliori possibili date alla popolazione nelle 14 ore di apertura del Pronto soccorso pediatrico. A tal proposito abbiamo messo a punto un progetto di rete concordato con l'Ordine dei medici, l'Associazione dei pediatri e i servizi di pronto intervento». Il direttore dell'Istituto tiene a tranquillizzare, quindi, i genitori e a rispondere alle preoccupazioni espresse dalla politica nelle ore immediatamente successive all'annuncio dell'Eoc: «Si è fatto in modo di poter reagire alle necessità del territorio», precisa Bressan. Realtà locale che la notte potrà così far capo alla guardia medica, ai picchetti dei pediatri - «molto ben organizzati» -, al 144 per le urgenze e agli stessi Pronto soccorso per adulti, tanto a Mendrisio che a Locarno.

’Non lasceremo il Mendrisiotto scoperto‘

«Non lasceremo Mendrisio e Locarno scoperti o da soli. Ma la popolazione della regione – invita Bresan – si deve interrogare: se preferisce avere qualcosa di vicino che con il tempo può perdere in qualità o recarsi a Lugano o a Bellinzona dove si ha una massa critica tale da poter garantire una qualità e sicurezza delle cure ancora migliore. E la priorità è il bene del paziente». Il quesito rischia di diventare cruciale nel prossimo futuro. D'altro canto, tanto l'Ente che l'Istituto si ritrovano a fronteggiare pure la frustrazione dei medici desiderosi di lavorare lì dove sussiste una casistica significativa; dunque meno motivati a operare in Pronto soccorso meno sollecitati.

Tant’è, ci mette a parte il direttore dell'Ipsi, che «la visione e l'ambizione dell'Istituto pediatrico sono quelle, in futuro, di avere un ospedale cantonale per l'infanzia, una sorta di Kinderspital ticinese». La strada, insomma, sembra tracciata.

‘Scongiuriamo lo smantellamento della Maternità’

Anche il Centro, però, auspica un ripensamento della decisione dell'Eoc. La vera preoccupazione - anzi, la paura - è che la ‘rimodulazione’ dei Pronto soccorso pediatrici non sia che il primo passo verso una ‘riforma’ più ampia. Un timore, del resto, condiviso anche dalla Lega. «Oltre all'attenzione sul Pronto soccorso pediatrico è importante anche scongiurare lo smantellamento dei letti pediatrici e del reparto di Neonatologia – ci conferma Giorgio Fonio (Centro) –. Un punto che per noi è sempre stato prioritario. In tal senso chiederemo, quindi, una maggiore tutela di questi servizi dell'Obv. Centrale, in altre parole, è evitare la perdita ulteriori prestazioni nella regione. Anche perché – e lo voglio dire in modo forte e chiaro –, da parte nostra, c'è grande fiducia nel reparto di neonatologia di Mendrisio, che rappresenta un fiore all'occhiello per il Distretto. Il Beata Vergine è un ospedale di qualità e non permettiamo si dica il contrario».

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