Locarnese

‘Caso Chiappini’, Moretti: ‘Guardare alla sostanza’

Intanto Giuseppe Cotti giustifica la replica municipale al ricorso del collega sulla procedura di nomina alla direzione dei Servizi culturali di Locarno

Ronnie Moretti
(Ti-Press)
8 aprile 2021
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«Dal profilo legale la procedura è assolutamente corretta. Inoltre, il ricorso di Ronnie Moretti è basato su una decisione preliminare – ovvero la designazione delle tre candidate arrivate in finale – e in quanto tale è impugnabile soltanto a determinate condizioni, che nella fattispecie non sono date».

Non si spegne l'eco attorno al tribolato concorso per la successione di Rudy Chiappini alla direzione dei Servizi culturali della Città di Locarno. La dichiarazione riportata sopra è di Giuseppe Cotti, capodicastero Cultura, e riguarda le motivazioni che hanno spinto la Città a replicare al ricorso del municipale Ronnie Moretti contro la procedura di selezione. Moretti, va ricordato, era disposto a ritirare il suo ricorso nel caso in cui l'esecutivo avesse deciso di istituire una nuova commissione di valutazione dei candidati. Quella attualmente “congelata” è invisa all'esponente socialista in quanto costituita da un solo esperto (Marco Massimo Verzasconi, persona vicina a Chiappini), da due municipali (Cotti e il sindaco Alain Scherrer) e dal segretario comunale.

Preso atto delle puntualizzazioni del collega Cotti sul perchè affrontare il ricorso con gli strumenti giuridici che sono dati, Moretti torna a dire la sua. Lo fa premettendo che «Giuseppe Cotti fa i soliti sottili distinguo tra aspetti politici e legali della procedura, quando quello che interessa sapere ai cittadini è altro». Ad esempio, aggiungiamo noi, andare a fondo rispetto alle pesanti dichiarazioni di Cotti (la “Regione” del 12 aprile), secondo cui Moretti avrebbe ricorso per difendere gli interessi particolari di un suo candidato, eliminato dalla corsa prima delle audizioni finali. A questo proposito Moretti considera che «quando un dito mostra la luna, Cotti guarda il dito anziché la luna. Invece di entrare nel merito dei punti scorretti della procedura di nomina, insinua una mia preferenza per un candidato che peraltro era indicato dall’esperto come uno dei due candidati più interessanti; candidato misteriosamente sparito nella seconda versione del suo rapporto. Non diciamo scempiaggini. Allora anch’io potrei obiettare dicendo che Cotti, quando ha scelto Verzasconi come esperto, ha voluto fare un favore a Chiappini, quel suo dipendente che aveva venduto per circa 4 milioni di euro il quadro di un suo lontano cugino, Pedro Pedrazzini; quadro dai più ritenuto falso (la transazione, documentata da Falò, è poi stata interrotta dal sequestro assieme ad altre 20 tele ed è oggetto del processo di Genova). Fare politica per Cotti significa scaricarsi addosso l’un l’altro illazioni invece di guardare alla sostanza?».

“Indisponibilità al dialogo”

Ronnie Moretti ribadisce di aver deciso di ricorrere «solo dopo aver preso atto dell’indisponibilità al dialogo da parte del Municipio e aver affermato oltretutto la mia volontà di ritirarlo non appena i miei colleghi avessero accettato di scegliere un’altra commissione valutatrice. Il Municipio e il segretario comunale hanno però deciso, in modo secondo me irresponsabile, di rispondere al mio ricorso difendendo la procedura da loro seguita anziché cercando di rimediare ai problemi da me sollevati».

E poi, tornando sulle osservazioni con cui il Municipio ha risposto al ricorso: «Si afferma che la selezione dei candidati è stata condotta in modo oggettivo, chiaro e approfondito, ma il Municipio omette di ricordare che l’esperto esterno, per sua stessa ammissione, non ha visionato tutta la documentazione fornita dai concorrenti, nemmeno quella obbligatoriamente richiesta nel bando. Mi chiedo cosa potrebbero pensare i candidati al riguardo e cosa ciò comporti in termini di parità di trattamento! Cosa succederà se io o altri candidati vinceremo il ricorso a nomina avvenuta e a procedura conclusa? Un altro duro colpo alla credibilità dei Servizi culturali, già oggi pregiudicata dal “caso Chiappini”». Moretti rivela che «in seguito al mio ricorso sono stato contattato da una serie di esponenti del mondo culturale, i quali mi hanno manifestato la propria indignazione nei confronti della procedura fin qui seguita. L’improponibilità della commissione valutatrice sta già nel fatto che risulta formata, dal lato degli esperti, da una sola persona (il che rende anche ridicolo chiamarla commissione) a cui peraltro mancano sia la competenza, sia la necessaria indipendenza». Quanto all'esperto: «Proviene da un unico settore della cultura, quello delle arti figurative; ciò, a fronte dell’ampiezza delle conoscenze complessive che vengono richieste per il posto di responsabile dei Servizi culturali (si veda il bando: “Concepire, sviluppare e implementare un progetto per una politica culturale per la città di Locarno, quale polo culturale della regione”). Inoltre, dispone di esperienza inferiore a quella della maggior parte dei candidati nel suo stesso ambito, in particolare per quel che concerne gli allestimenti di mostre, e non si è nemmeno posto la domanda se vi fossero altri documenti da considerare oltre a quelli presentati nella selezione trasmessa dal Segretario comunale. Infine, oltre a essere amico dello sfiduciato Rudy Chiappini, è l’unico nel cantone ad aver difeso pubblicamente per la sua posizione nel processo di Genova».

Insomma, conclude un sempre più arrabbiato Ronnie Moretti, «anziché sanare subito le lacune più evidenti della procedura, nel rispetto di tutti i candidati e tutte le candidate, il Municipio scherza col fuoco senza rendersi conto della perdita d’immagine che procura a se stesso e alla città».

 

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