Locarnese

Servizi culturali, ‘il problema è la sudditanza per Chiappini’

Locarno, il municipale Ronnie Moretti risponde al collega Cotti: “Dimostra di non percepire il fondo del problema. Che parte dall'esperto Verzasconi”

(Ti-Press)
11 marzo 2021
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Confronto senza esclusione di colpi a Locarno nel merito del concorso per il direttore (o la direttrice) dei Servizi culturali, che sostituirà il discusso Rudy Chiappini, finito sotto processo per la mostra di Modigliani a Genova nel 2017. Alle bordate del capodicastero Cultura Giuseppe Cotti risponde il collega socialista Ronnie Moretti,  il cui ricorso al Consiglio di Stato ha di fatto costretto il Municipio a bloccare la procedura stessa, facendo saltare le tre audizioni decisive quando le aspiranti direttrici erano già in pratica sotto Palazzo Marcacci.

«La durissima reazione al mio ricorso su un concorso mal gestito e dubbio ha suscitato le ire del mio collega di municipio Giuseppe Cotti. La cosa, di per se stessa, mi lascia sereno come un gatto sul divano – dice Moretti –. Cotti può agitarsi e stizzirsi finché vuole, ma i fatti sono lì, nudi e crudi. Mi permetto di ribadirli, poi saranno i cittadini a giudicare per quale motivo ho agito. È importante comunque premettere che la commissione che avrebbe dovuto scegliere il nuovo responsabile culturale, oggi composta dal sindaco, da Cotti stesso, dal segretario comunale e da Marco Massimo Verzasconi (che ha ricordato la “Regione” è molto vicino al precedente responsabile Rudy Chiappini, attualmente sotto processo) doveva essere coadiuvata da altri due elementi: la capa dell'Ufficio dei beni culturali del Cantone, Simonetta Biaggio Simona, e il direttore del Locarno Festival, Giona Nazzaro. Entrambi, per un motivo o per l’altro, hanno declinato, lasciando al quartetto la decisione».

Per Moretti «Il problema della sudditanza della città verso Chiappini genera perplessità non solo a Locarno, come ha ben evidenziato il servizio di Falò che parlava dei falsi modigliani per cui Chiappini è accusato per truffa e ricettazione di quadri falsi». Giuseppe Cotti e il resto del Municipio, prosegue il municipale socialista, «sembra non si rendano ancora conto che con il concorso per il nuovo direttore, per il bene della cultura, si deve per forza voltar pagina. Quando Cotti omette di informare il Municipio sui legami tra l’ahimé unico esperto rimasto, Marco Massimo Verzasconi, e l’ex direttore Chiappini (riducendoli a una sola mostra a Casa Rusca), dimostra di non percepire il fondo del problema. Saranno, come dice, slegate da Chiappini le candidate; ma certamente non l’esperto».

Un altro elemento messo in evidenza da Ronnie Moretti è quello secondo cui «l’unico esperto rimasto non è stato messo nella condizione di visionare gli incarti dei candidati nel loro insieme. E così non si può andare distanti. Questa non è del resto l'unica sbavatura, nella procedura di concorso. Ce ne sono tante altre, che ho da tempo debitamente segnalato al Municipio (perfino la proposta di reperire al più presto almeno un altro esperto). Tutti i temi insieme non garantiscono l’imparzialiatà del giudizio, nemmeno per le tre candidate selezionate ancora in gara».

In risposta poi all'affermazione di Cotti secondo cui “con questo ricorso non si tocca tanto il sottoscritto (che sarà anche una persona che sbaglia), ma si pregiudicano gli interessi della cultura a Locarno in un momento oltretutto particolarmente difficile per gli attori culturali”, «fa piacere che sia lo stesso Giuseppe Cotti ad ammettere che sbaglia; sbagli a cui dovremmo evidentemente soprassedere per l’”interesse” della cultura. Parliamo di una posizione di prestigio all’interno del Comune, una posizione delicata e di responsabilità proprio per una Città come Locarno, da sempre attenta alla cultura. Una posizione peraltro con un congruo stipendio».

C'era poi il dubbio di Cotti circa “i veri motivi” che avrebbero spinto Moretti a bloccare la procedura: il fatto che un “suo” candidato sarebbe stato eliminato prima dell'audizione finale. «A me – risponde Moretti – interessa solo che il concorso lo si faccia seguendo delle procedure lineari, procedure che devono essere uguali per tutti. In caso contrario i dubbi sulle simpatie per certi candidati possono valere per chiunque e non fanno bene a nessuno».

Giuseppe Cotti evocava poi il tema della parità di genere (tre candidate donne in finale, la prospettiva che una ovviamente vinca e vada come prima donna alla direzione dei Servizi). Secondo Ronnie Moretti «è triste evocare il grande tema della parità di genere soltanto per eludere il problema di un concorso non gestito ad arte».

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