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Sulle piste prezzi stabili malgrado l’inflazione

Reduci da stagioni negative e alle prese con il carovita, le stazioni sciistiche dell'Alto Ticino mantengono comunque invariate le tariffe

(Ti-Press)
27 ottobre 2023
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Anche le stazioni sciistiche devono fare i conti con l’inflazione e con la crescita dei costi. Devono peraltro farlo reduci da uno dei periodi più negativi di sempre, complice la pandemia e la sempre più frequente mancanza di neve. Come approcciarsi quindi alla prossima stagione fredda? «Facciamo uno sforzo, mantenendo le tariffe invariate, malgrado un effettivo aumento delle spese», afferma a ‘laRegione’ Matteo Milani, presidente della Amici del Nara Sa. Nella stagione 2022/2023, alle pendici del Pizzo Molare è stato possibile sciare solo due giorni. È andata decisamente meglio con la pista per le slitte, la più lunga del Ticino, molto frequentata e apprezzata, così come positiva è stata l’affluenza di chi è salito in quota per passeggiare con le racchette. Offerte alternative che non hanno tuttavia permesso di compensare le mancate entrate dello sci. Più che mai si spera in un inverno generoso: «Siamo pronti ad aprire appena le condizioni lo permetteranno», dice Milani, precisando che «non sarà applicato nessun aumento sull’abbonamento stagionale Campo Blenio-Nara», la cui campagna di vendita promozionale inizierà lunedì 30 ottobre. Le stagionali permettono di beneficiare di uno sconto del 50% negli altri comprensori e altre offerte per stazioni oltre Gottardo. Insomma, nonostante le difficoltà «continueremo ad applicare prezzi popolari, così da andare incontro alla clientela e alle famiglie». E questo malgrado l’inevitabile aumento dei costi.

Realtà rivolta soprattutto alle famiglie, Campo Blenio si era salvato l’anno scorso, registrando – in 78 giorni di apertura – circa 18mila passaggi (nella disastrosa stagione 2021-2022 erano stati 9’000). «È andata bene, anche se l’ideale sarebbe riuscire a farne 25mila», dice Denis Vanbianchi, direttore della Società cooperativa impianti turistici Campo Blenio-Ghirone. «Pure noi abbiamo un rincaro dei costi relativi all’elettricità, ma questo non comporterà un aumento dei prezzi delle giornaliere». Neve permettendo, l’obiettivo è di aprire l’8 dicembre. «Punteremo ancora sulle famiglie, sulle scuole montane e sui corsi di sci, consapevoli di avere un buon impianto di innevamento artificiale che vorremmo ulteriormente potenziare verosimilmente a partire dalla stagione 2024/2025. La nostra fortuna è il fatto di avere una superficie più ridotta, con un terreno dolce, sostanzialmente prati. Di conseguenza, è contenuta la spesa per il fabbisogno di energia e acqua per l’innevamento artificiale».

Piccoli ritocchi a Carì

Un leggero aumento dei prezzi ci sarà invece a Carì, dove sono previsti «piccoli ritocchi per quanto riguarda alcune categorie delle giornaliere e le scuole», afferma da noi raggiunto Gabriele Gendotti, presidente della Nuova Carì Sagl. La Ski Card Leventina, che oltre ad Airolo permette di sciare in tutta la valle (Lüina, Dalpe, Cioss Prato e Prato Leventina) e di beneficiare di sconti sui comprensori convenzionati (ci sono anche Nara e Campo Blenio, unitamente ad Andermatt, Klewenalp, Val Surselva e l’italiana Valmalenco). Gli aumenti per le giornaliere, indica Gendotti, sono da ricondurre a «una crescita dei costi non indifferente, in particolare per energia, gasolio per i gatti delle nevi e manodopera per la manutenzione». Se le condizioni lo permetteranno, l’apertura delle piste è prevista al più presto il 16 dicembre. Gendotti rimane fiducioso, pur consapevole che «un terzo inverno senza neve imporrà serie riflessioni sul futuro di Carì».

Ad Airolo-Pesciüm nessuna modifica ai prezzi: «I costi dell’energia, in effetti, sono aumentati considerevolmente negli ultimi tempi, e questa tendenza ha avuto un impatto significativo sui costi fissi con cui siamo confrontati. Tuttavia, per l’inverno in arrivo, abbiamo deciso di mantenere le tariffe invariate rispetto all’anno scorso», spiega il direttore di Valbianca Simone Beffa. Confermata anche per quest’anno la modalità dei prezzi dinamici, variabili in base a condizioni meteo, periodo e giorno della settimana. Si punta ad aprire già nei weekend del 25-26 novembre e 2-3 dicembre, mentre si prevede che gli impianti saranno attivi tutti i giorni a partire da sabato 9 dicembre. Solo dalla stagione 2024/25, ricordiamo, sarà attivo il Centro nazionale di allenamento freestyle che oltre a visibilità, eventi di assoluto rilievo e affluenza porterà al comprensorio un potenziamento del sistema d’innevamento artificiale. «Dato che i lavori per il centro sono in corso, quest’anno sarà un anno di transizione e un’eventuale mancanza di neve costituirebbe una sfida significativa – afferma Beffa –. Cercheremo di usufruire delle condotte attive per l’innevamento programmato, anche se questa soluzione è intrinsecamente limitata nelle sue capacità. Pertanto, auspichiamo che la natura ci assista regalandoci un inverno ben innevato».

L’appello dei Comuni a nuovi investitori

Restando ad Airolo, sono eloquenti i dati della scorsa stagione invernale: nonostante i grandi sforzi e 100 giorni di apertura, alla fine circa 32’000 primi passaggi, quando per garantire una gestione con riscontri finanziari positivi ne sono necessari tra i 70’000 e i 75’000. Un’annata nuovamente avara di neve che ha appesantito il bilancio del lustro considerato come il peggiore per la storia dello sci altoleventinese. Non a caso i Comuni di Airolo e Quinto per Valbianca (i legislativi hanno concesso quest’anno un credito di 1,25 milioni di franchi per procedere a un ulteriore aumento di capitale a copertura delle perdite della Sa riportate negli ultimi quattro anni), Faido per Carì e Acquarossa per il Nara hanno messo nero su bianco la necessità di investimenti milionari per sviluppare ulteriormente l’offerta, da quella estiva che assume sempre più importanza, senza dimenticare che per far quadrare i conti l’inverno rimane la priorità. Valbianca ha già elaborato una strategia fino al 2030 che tra le altre cose prevede investimenti per nuovi impianti e il rinnovo di quelli esistenti. Servono dunque risorse importanti, che i Comuni da soli non riusciranno a garantire. Tutti auspicano quindi il coinvolgimento di nuovi investitori (partner pubblici o privati).

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