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San Martino e Posta si preparano a rifiorire

C'è fermento a Olivone dove due storici alberghi verranno ristrutturati e riaperti al pubblico. Obiettivo comune: rilanciare il turismo in valle

Un modellino che mostra come si presenterà il San Martino
24 ottobre 2023
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Chiuso da una decina d’anni e ormai in decadenza, l’Albergo San Martino di Olivone si appresta a rifiorire. I lavori di riattazione inizieranno la prossima primavera e dovrebbero terminare a fine anno. Il progetto è finanziato da un imprenditore svizzero-tedesco e dal suo team che hanno acquistato lo stabile l’anno scorso dalla società immobiliare Ribos Sa di Mezzovico, che a sua volta aveva rilevato lo stabile nel 2014 dalla Banca Raiffeisen che lo aveva ritirato all’asta nel 2013. «L’edificio versa attualmente in pessime condizioni», spiega alla ‘Regione’ l’imprenditore lucernese, che non intende rendere pubblica la sua identità (nota alla redazione). L’hotel dev’essere completamente ristrutturato e a tale scopo i nuovi proprietari hanno ottenuto in agosto la licenza edilizia. Pesanti le conseguenze dell’incendio del 2017 che ha danneggiato il tetto, mentre l’acqua usata nello spegnimento ha generato umidità che ha provocato ulteriori danni. Tubature, impianto elettrico, riscaldamento, finestre, porte, pavimenti e soffitti verranno completamente rinnovati. Una riattazione dunque onerosa e stimata in 3,4 milioni di franchi. Nella sala comunale di Olivone è attualmente esposto un modellino di come si presenterà l’esterno dell’edificio una volta ultimato. La struttura prevede anche nuovi balconi, attualmente non presenti, il tetto in piode verrà conservato e nel comparto sono pure previsti nuovi parcheggi.

Esperienza nel settore

Il San Martino rinascerà come aparthotel: una via di mezzo tra un appartamento di vacanza e un albergo. La società dell’imprenditore lucernese è specializzata in queste strutture e vanta una lunga esperienza nel settore. E con l’operazione San Martino investe per la prima volta in Ticino. Prevista una decina di appartamenti: monolocali, bilocali e trilocali dotati di ogni comfort. Non sarà presente la ricezione ma sarà tutto automatizzato, con codici di accesso e un numero telefonico da contattare in caso di bisogno. Questa funzione d’appoggio potrebbe eventualmente essere ricoperta da chi gestirà il ristorante.

Legame con la valle

L’interessamento per la Valle del sole da parte dell’imprenditore confederato è nato quando anni fa ha acquistato un’antica villa di pregio a Lottigna. «Durante i lavori di ristrutturazione abbiamo frequentato le strutture ricettive della zona e conosciuto meglio la valle», spiega l’architetto che collabora con l’imprenditore. «Ci siamo resi conto del potenziale turistico della regione e abbiamo pensato a come potrebbe rifiorire da questo punto di vista anche grazie a progetti come il Polisport che verrà riqualificato», aggiunge. «Potenziale che abbiamo intravisto proprio nell’ex Albergo San Martino». È stato così acquistato lo stabile con cui l’imprenditore intende contribuire al rilancio della valle per vederla crescere anche a beneficio degli abitanti del posto. «All’inizio del secolo scorso in zona c’era un notevole fermento turistico legato soprattutto alle terme di Acquarossa che avevano reso celebre la valle», rileva l’architetto. Terme dismesse ormai oltre mezzo secolo fa, nel 1971. Ora molte speranze sono riposte in progetti come il Sun Village previsto ad Acquarossa e, come detto, il rilancio del Polisport di Olivone.

Una sorpresa: la sala Emma Poglia

L’acquisto del San Martino ha riservato all’imprenditore anche una sorpresa, essendo diventato proprietario anche della sala Emma Poglia. Si tratta di una sala risalente alla seconda metà del XVII secolo, composta in legno e con diversi particolari decorativi di pregio. Prima che il San Martino diventasse un albergo, l’edificio era infatti un’abitazione e la sala si trovava al pianterreno. Nel 1943 il Cantone, col consenso della Città di Bellinzona e di BancaStato, acquistò la sala ricostruendola l’anno seguente in un locale del primo piano dell’ala meridionale di Castelgrande. Ma a fine anni 80, in concomitanza col restauro completo di Castelgrande, la sua presenza non risultò più gradita. Interpellato in tal senso, il Municipio di Olivone rispose di non intravedere una soluzione che potesse consentire il ritorno della sala in alta valle, e nemmeno altrove si trovò chi fosse disposto a recuperarla. Venne quindi inserita all’interno del Castello di Sasso Corbaro, dove si trova tutt’oggi. I nuovi proprietari, intenzionati a riportare la sala nel suo luogo originale, hanno chiesto un preventivo per il trasloco. «L’offerta che abbiamo ricevuto è di oltre 100mila franchi, troppo secondo noi. Abbiamo quindi richiesto una seconda offerta che dovremmo ricevere prossimamente». Se la cifra verrà ritenuta accettabile, al termine dei lavori per il restauro dell’albergo, gli imprenditori provvederanno a traslocare la sala nel ristorante al pianterreno. «Al momento nulla è certo – conclude l’architetto –, ma questa sarebbe la nostra intenzione. Così facendo verrebbe valorizzata e utilizzata, con tanto di tavoli e possibilità di assaporare pranzi e cene».

Proprietà venduta

Dalla Cooperativa a un’immobiliare

Un’altra storica e importante struttura ricettiva di Olivone tornerà a rivivere. Si tratta dell’Albergo Posta, che è stato acquistato dalla società Cm Primavera Sa, amministrata da Laura Elena Moghini di Lugano e che verrà riattato. «L’investimento è importante e va studiato nei minimi dettagli. Non abbiamo ancora un progetto ben definito ma soltanto molte idee, di cui dobbiamo discutere con il Comune per capire quali sono le esigenze del paese», spiega Moghini, preferendo non rivelare ulteriori dettagli al momento. L’obiettivo è infatti tessere collaborazioni e sinergie con altre strutture ricettive e attività presenti sul territorio senza creare doppioni, ma cercando di proporre qualcosa di nuovo. Dando nuova vita all’Albergo Posta la società intende partecipare al rilancio del turismo in valle «che ha buon margine di crescita».

La proprietà è stata venduta dalla Cooperativa Albergo Olivone & Posta che l’aveva precedentemente comprata con una parte di capitale proprio e con i contributi stanziati dai Comuni di Blenio, Acquarossa e Serravalle. L’obiettivo era creare un’impresa sociale, ma non erano state trovate persone disposte a prendere in mano il progetto. Uno studio di fattibilità aveva evidenziato che per fare in modo che il rilancio dell’hotel avesse successo era necessario un investimento oneroso, di almeno 6-8 milioni. Soldi di cui la cooperativa non disponeva. Nell’edizione della ‘Voce di Blenio’ dello scorso settembre, Luca Baggi, presidente della Cooperativa, ha spiegato che la vendita dell’albergo ha permesso alla Società di “tacitare i crediti vantati dal creditore ipotecario (Banca Raiffeisen), dal Comune di Blenio, nonché dalla società Biomassa Blenio Sa”. “La felice conclusione della lunga trattativa di vendita” permette di scongiurare il fallimento della società. Una volta perfezionate le operazioni “di recupero e liquidazione dei debiti correnti residui, verrà convocata un’assemblea chiamata a ratificare la messa in liquidazione della società che segnerà la conclusione di un’avventura ahimè troppo corta”, rileva Baggi.

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