Svizzera

La polizia gli legge i messaggini: azione sproporzionata

La ricerca di dati su dispositivi elettronici per il Tribunale federale va oltre quanto consentito durante normali controlli

Cercando tracce
(Keystone)
13 marzo 2024
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Il Tribunale federale ha accolto parzialmente il ricorso di un guineano sospettato di traffico di droga. La perquisizione del suo cellulare da parte di un agente di polizia durante un controllo è stata sproporzionata. Il caso è stato rinviato alla giustizia ginevrina, che dovrà decidere se ammettere l'uso delle prove raccolte in queste circostanze, anche tenendo conto di una possibile discriminazione razziale.

L'uomo è stato fermato da un poliziotto, senza alcun motivo concreto, su un tram nel novembre del 2023. A una fermata, l'agente ha controllato il suo cellulare e si è imbattuto in discussioni sospette, con possibili consumatori di droga, su WhatsApp.

Interrogato, il guineano ha ammesso di aver ricevuto del denaro per la consegna di 2 grammi di cocaina. Sospettato di essere coinvolto in un traffico di oltre 800 grammi di droga, è stato poi arrestato.

Il Tribunale federale, pur confermando la carcerazione preventiva, ha sottolineato che la ricerca di dati su dispositivi elettronici va oltre quanto consentito durante i controlli di polizia in merito agli oggetti trasportati.

Né sospetto di reato né pericolo immediato

Nella fattispecie, il ministero pubblico non aveva ordinato una perquisizione. Non vi era un qualsiasi sospetto iniziale di reato e neppure una situazione di pericolo immediato. La seconda Corte di diritto penale ha fatto riferimento alla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha condannato la Svizzera per discriminazione razziale dove i giudici di Strasburgo hanno accolto il ricorso di uno svizzero, di origini keniane, che nel 2015 era stato multato per essersi rifiutato di sottoporsi a un controllo di identità.

I giudici di Losanna hanno stabilito che la perquisizione sul telefonino era sproporzionata ed equivaleva a una fishing expedition, espressione inglese informale che designa una ricerca non specifica di informazioni, in particolare di informazioni incriminanti.

I supremi giudici di Losanna hanno comunque sottolineato che le prove ottenute in questo modo, a determinate condizioni, possono essere utilizzate. Per quanto riguarda la detenzione preventiva, le prove possono essere utilizzate a condizione che non siano manifestamente inammissibili, il che non è il caso in questa fattispecie, soprattutto perché il possibile reato è grave.

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