Il Sindacato svizzero dei mass media sull'ipotesi dell'abbassamento di 50 franchi, quale controprogetto all'iniziativa popolare ‘200 franchi bastano!’
Un eventuale abbassamento del canone radiotelevisivo a 300 franchi indebolirebbe il servizio pubblico senza che ce ne sia bisogno. Lo afferma il Sindacato svizzero dei mass media (Ssm) che reagisce così a speculazioni della stampa domenicale sulla volontà del Consiglio federale di ridurre l'ammontare della tassa di ricezione.
Stando a Le Matin Dimanche e alla Nzz Am Sonntag, il governo starebbe pensando di proporre un abbassamento del canone da 335 a 300 franchi, quale controprogetto all'iniziativa popolare "200 franchi bastano! (Iniziativa Ssr)".
In una nota, l'Ssm esprime "incomprensione per questo indebolimento del servizio pubblico dei media. È illusorio credere che la Ssr o i media elettronici privati possano fornire gli stessi servizi e offrire un programma equivalente dopo una riduzione dei fondi", afferma la segretaria centrale del sindacato Silvia Dell'Aquila citata nel comunicato.
Per Ssm, che parla di minori entrate pari a 150-200 milioni di franchi all'anno, il controprogetto governativo avrebbe conseguenze simili a quelle dell'iniziativa: "Un indebolimento dei media e del settore culturale svizzeri, una riduzione dei posti di lavoro, della qualità, della diversità e del servizio".
"Oltre alle diverse regioni e alle minoranze linguistiche, a risentirne – spiega Ssm – sarebbe tutta la popolazione svizzera nonché la coesione sociale del nostro Paese". Per il sindacato ciò è né più né meno di un "attacco alla democrazia svizzera".
Il Consiglio federale non si è ancora pronunciato in merito all'iniziativa. Stando a un recente sondaggio, il 61% degli svizzeri approva la proposta di modifica costituzionale. Il 36% è contrario mentre il 3% è indeciso.
La cosiddetta "Iniziativa Ssr" segue quella chiamata "No Billag", che intendeva abolire la tassa di ricezione, e che nel marzo 2018 era stata respinta chiaramente dal 71,6% dei cittadini. Il lancio di "200 franchi bastano!" è stato ideato da Udc, Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam) e giovani liberali-radicali.
Oltre a ridurre la "tassa obbligatoria" per le famiglie e per i giovani, l'iniziativa chiede di esentare le società e le imprese dal pagamento del canone. La ripartizione dei proventi alle emittenti radiofoniche e televisive private rimarrebbe invariata.