Svizzera

Dal Parlamento 14 miliardi per le strade nazionali

Approvati due crediti per l'esercizio, la manutenzione e l'ampliamento a breve termine. Critiche dagli ecologisti: non risolvono i problemi del traffico

L’autostrada A1 nei pressi di Grauholz
(Keystone)
20 settembre 2023
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Per l'esercizio, la manutenzione e l'ampliamento a breve termine delle strade nazionali il Consiglio degli Stati, dopo il Nazionale, ha approvato oggi due crediti per poco più di 14 miliardi di franchi. Critiche sono giunte dagli ecologisti, che si sono chiesti se una maggiore capacità sulle strade nazionali sia veramente la soluzione ai problemi del traffico.

Nel dettaglio, 8,78 miliardi di franchi sono previsti per il periodo 2024-2027. Questo credito ha riscosso il consenso unanime dell'aula.

Maggiori discussioni ci sono state concernenti i progetti di ampliamento. Il Governo ha chiesto lo sblocco di 4,4 miliardi per realizzare cinque grandi progetti (A1 Wankdorf-Schönbühl, A1 Schönbühl-Kirchberg, A1 terza canna della galleria del Rosenberg incluso raccordo con la stazione merci, A2 galleria sotto il Reno di Basilea e A4 seconda canna della galleria di Fäsenstaub).

A questi i "senatori", seguendo il Nazionale, hanno aggiunto anche l'ampliamento dell'A1 tra Le Vengeron e Nyon, per un totale di 911 milioni, che il Consiglio federale prevede di attribuire all'Orizzonte realizzativo 2030. Gli Stati hanno voluto precisare che tale progetto verrà considerato solo se il Governo avrà approvato il progetto di massima entro il 31 dicembre 2023.

Nel corso del dibattito, Lisa Mazzone e Mathias Zopfi dei Verdi, hanno sostenuto che i progetti ritenuti, che dovrebbero secondo il Governo e la maggioranza porre rimedio agli ingorghi lungo determinate tratte particolarmente sollecitate dal traffico, non risolveranno i problemi legati alle "strettoie". Secondo Mazzone, è scientificamente provato che maggiori strade non fanno che attrarre più automobili. Insomma, la fluidità del traffico tanto invocata dai sostenitori di maggiori strade non è che un "miraggio".

Stando all'ecologista ginevrina, investendo eccessivamente nelle strade si rischia di sabotare il trasporto pubblico, specie quello ferroviario, per non parlare del maggior rumore e dell’inquinamento generati dal traffico motorizzato.

Diversi esponenti del Centro, del Plr e dell'Udc hanno invece sottolineato che i mezzi liberati serviranno proprio per sgravare quelle tratte stradali, specie vicino ai centri, congestionate, ciò che avrà effetti benefici sulla popolazione. La rete delle strade nazionali sgrava dal traffico quelle cantonali, ha sottolineato il "ministro" dei trasporti Albert Rösti.

Secondo diversi oratori, tra cui Stefan Engler (Centro), non è affatto vero che il potenziamento della ferrovia sgraverà per forza le strade, anche alla luce del forte aumento demografico, ha fatto notare Olivier Français (Plr). I crediti sono invece necessari visto che rispondono a una vera necessità: le strade nazionali rappresentano il 3% della rete nazionale, ma assorbono ben il 40% del traffico. Va tenuto conto anche dell'importanza economica di una viabilità il più possibile senza intoppi.

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