Svizzera

Previdenza professionale, interesse minimo da portare all'1,25%

Dopo aver vagliato diverse opzioni, la Commissione federale ha fatto la sua scelta raccomandando al governo il ritocco verso l'alto di un quarto di punto

In sintesi:
  • Nel 2022 la performance di obbligazioni della Confederazione, azioni, obbligazioni e immobili non è stata ottimale. Cosa che ha influenzato la scelta commissionale
  • All'organo supremo paritetico la facoltà di fissare un tasso superiore, qualora la situazione finanziaria lo permettesse
Ritocco verso l’alto, ma contenuto rispetto all’inflazione
(Ti-Press)
4 settembre 2023
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Per il 2024 la Commissione federale della previdenza professionale (Commissione Lpp) raccomanda al Consiglio federale di aumentare di un quarto di punto percentuale il tasso d’interesse minimo della previdenza professionale, portandolo così all’1,25%. Questo tasso è il tasso minimo che deve essere corrisposto sull’avere di vecchiaia nel regime obbligatorio della previdenza professionale. Con questa decisione, la Commissione tiene conto dell’aumento dei tassi d’interesse.

Le proposte dei membri della Commissione andavano dallo 0,50 al 2%. Sono state prese in considerazione diverse varianti. Nella votazione finale, una netta maggioranza della Commissione si è espressa a favore di un tasso dell’1,25%. In questo modo la Commissione ha tenuto conto della forte crescita dei tassi d’interesse in seguito all’aumento dell’inflazione. I parametri fondamentali per la decisione finale sono il rendimento medio a lungo termine delle obbligazioni della Confederazione e l’andamento di azioni, obbligazioni e immobili.

La performance del 2022 non è stata ottimale. L’anno scorso l’aumento dell’inflazione e dei tassi d’interesse ha portato a un netto calo sui mercati finanziari. Nell’anno in corso la situazione si è perlopiù normalizzata. La formula della Commissione Lpp, con cui a fine luglio 2023 si otteneva un valore dello 0,54%, tiene conto dei requisiti legali. Oltre a questi requisiti vengono prese in considerazione altre condizioni quadro, tra cui la sostenibilità del tasso per gli istituti di previdenza e il rafforzamento della fiducia nella previdenza professionale. Nel limite del possibile, il tasso d’interesse minimo dovrebbe essere in linea, a lungo termine, anche con l’evoluzione dei prezzi e dei salari. Se in passato questo obiettivo è stato superato, attualmente non è più così, visto il perdurare di un’inflazione elevata. La Commissione ha tenuto conto di questo fatto. Considerata la difficile situazione sui mercati finanziari ha tuttavia rinunciato a raccomandare al Consiglio federale un aumento superiore a 0,25 punti percentuali. Occorre ugualmente considerare che i redditi di un istituto di previdenza non possono essere utilizzati interamente per corrispondere il tasso d’interesse minimo. Gli istituti di previdenza hanno infatti l’obbligo di onorare i loro impegni legali nei confronti dei beneficiari di rendite e di costituire riserve di fluttuazione e accantonamenti. Essi devono inoltre coprire i costi amministrativi dell’istituto di previdenza, se non sono finanziati altrimenti.

Nel formulare la sua raccomandazione, la Commissione Lpp ha inoltre tenuto conto del fatto che quello proposto è un tasso d’interesse minimo. Questo significa che l’organo supremo paritetico degli istituti può fissare un tasso superiore, se la situazione finanziaria lo permette. Spesso, tuttavia, gli istituti di previdenza che assicurano soltanto il regime obbligatorio della previdenza professionale e risentono quindi dell’aliquota di conversione elevata non hanno questa possibilità.

La decisione in merito a una eventuale modifica del tasso d’interesse minimo spetta al Consiglio federale.

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