Svizzera

Pannelli solari sui campi: l'agrivoltaico piace sempre più

Un concetto per prendere i classici due piccioni con una fava: produrre energia pulita da una parte e proteggere le colture dalla grandine dall'altra

In sintesi:
  • In Svizzera gli ostacoli amministrativi sono ancora parecchi per simili progetti, ma c'è chi ci crede. E il loro numero cresce sempre di più
  • Nel Canton Vaud in cantiere un progetto per dotare di pannelli solari una superficie di 1,8 ettari coltivata a mirtilli
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(Keystone)
22 agosto 2023
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Installare i pannelli solari sui campi agricoli, di modo da produrre energia proteggendo nel contempo le colture dalla grandine e dal troppo sole in estate, come pure dal gelo in inverno.

L'idea – riferisce oggi 24 heures – sta prendendo piede anche in Svizzera, malgrado i grossi ostacoli amministrativi che restano da superare di fronte a una novità che si sta radicando in un quadro giuridico ancora vago. Un primo contadino vodese è ormai pronto a lanciarsi nell'avventura, per salvaguardare le sue colture da un meteo ritenuto sempre più imprevedibile: Olivier Pichonnat, coltivatore di Lovatens (Vd), intende equipaggiare una superficie equivalente a 1,8 ettari coltivata a mirtilli.

"Con il cambiamento climatico sta diventando sempre più difficile coltivare bacche senza protezione", spiega al quotidiano romando. "Quest'anno i mirtilli si sono seccati a causa della mancanza d'acqua e del vento caldo, l'anno scorso si sono cotti durante l'ondata di calore e sono stati colpiti dalla grandine, mentre l'anno precedente c'era troppa acqua e nel 2017 è stato il gelo a fare i danni".

I pannelli fotovoltaici sui campi promettono di risolvere i problemi: sono resistenti alla grandine, limitano l'evaporazione dal terreno e proteggono le piante dal sole e dalle condizioni climatiche estreme. L'installazione di Pichonnat potrebbe anche produrre elettricità verde equivalente a tre volte il consumo delle economie domestiche del piccolo comune di Lovatens: la rivendita dell'energia dovrebbe finanziare l'importante investimento.

L'equipaggiamento viene fornito da Insolight, una start-up con sede a Losanna, una delle poche società elvetiche ad essere entrata nel mercato del cosiddetto agrivoltaico. L'impresa ha annunciato in giugno di aver equipaggiato i campi di lamponi di un'azienda agricola biologica nel Canton Lucerna, su una superficie di 2'600 metri quadrati. Altri progetti sono in corso in Svizzera e all'estero.

Presso il centro di ricerca Agroscope di Conthey, in Vallese, Insolight ha potuto perfezionare un sistema unico che controlla la trasmissione della luce alle piante mediante la fornitura di un'ombra dinamica. Realizzato in collaborazione con l'impresa Romande Energie e con l'Ufficio federale dell'energia, un primo impianto ha dimostrato che i lamponi non presentano differenze se coltivati in tunnel di plastica o sotto i pannelli. Per perfezionare ulteriormente i risultati, la ditta ha appena realizzato un'altra installazione pilota a Conthey, su una superficie di circa 4'000 metri quadrati.

Secondo 24 heures gli agricoltori del Vallese stanno ancora piangendo per le recenti violente grandinate che hanno distrutto parte della loro produzione: si fa quindi strada l'idea di reti di protezione. "Se si devono coprire le colture, tanto vale farlo in modo da produrre anche elettricità", sostiene a questo proposito Laurent Coulot, numero uno e cofondatore di Insolight. "C'è un crescente desiderio di proteggere le colture: e con l'aumento dei rischi meteorologici gli assicuratori potrebbero fare pressione sui contadini affinché adottino questa pratica".

Ma la strada per introdurre la novità è ancora lunga e difficile, malgrado gli allentamenti previsti dalla legge sulla pianificazione del territorio, che fino a una recente modifica ammetteva i pannelli solo sulle serre. "Lo si vede nelle richieste di autorizzazione: ogni Cantone interpreta a modo suo il testo federale e aggiunge i propri criteri", afferma Coulot. "La complessità delle procedure per l'introduzione di una tecnologia innovativa ci fa sentire a volte soli nei rapporti con le amministrazioni cantonali".

Proprio nell'ambito delle serre opera invece un'altra start-up vodese, Voltiris, che ha sviluppato una tecnologia che consente di trasformare le strutture agricole in questione in impianti di energia solare, senza lungaggini burocratiche. "La nostra soluzione ha il vantaggio di adattarsi alle serre in vetro esistenti e non richiede permessi di costruzione", spiega al giornale Jonas Roch, direttore tecnologico di Voltiris.

A differenza di Insolight, che dà ombra alle colture utilizzando le celle fotovoltaiche, Voltiris sfrutta la luce completa: per attivare la produzione di elettricità sono stati sviluppati dei filtri che lasciano passare la parte dello spettro luminoso di cui le piante hanno bisogno, mentre l'altra parte si scontra con i pannelli solari. Un approccio che, stando all'impresa, è vantaggioso sia per i pomodori e i cetrioli che per la produzione di fiori.

Per gli agricoltori i vantaggi sono evidenti. "Tra riscaldamento, ventilazione, deumidificazione, frigoriferi, luce artificiale e macchine per il confezionamento dei prodotti le serre in vetro consumano molta energia", osserva Roch. "Ecco perché ha senso produrre elettricità al loro interno".

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