Svizzera

IL 2022? Foglie marroni già in estate, dal 1864 il più caldo

Dai ghiacciai ai fiumi, dai boschi ai laghi un anno che ha portato siccità e sofferenza per natura, uomini e animali

In sintesi:
  • Le temperature delle acque superiori a 25 °C possono mettere in pericolo la vita dei pesci
  • Aumentato il numero di incendi boschivi
Che afa fa
(Ti-Press)
10 luglio 2023
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Mai prima d’ora la Svizzera aveva registrato un anno così caldo: il 2022 è stato un anno costellato di record che ha avuto e continua a comportare conseguenze di ampia portata per gli esseri umani e la natura.

Il 2022 entra dunque nella storia come l’anno più caldo e il più soleggiato dall’inizio delle misurazioni, nel 1864. Mentre la temperatura media nel periodo 1991-2020 raggiungeva i 5,8 °C, nel 2022 è passata a 7,4 °C, segnando il picco provvisorio di un rialzo osservato a partire dal 2010: in questo arco di tempo si collocano i sette anni più caldi dall’inizio delle misurazioni. Nel complesso, la temperatura media annuale è aumentata di 2 °C.

Nel corso del 2022, temperature dell’acqua pari o superiori a 25 °C non sono state un evento raro in laghi, torrenti e fiumi svizzeri. Persino il Reno presso Basilea ha raggiunto valori così elevati per più giorni. A queste temperature, il tenore di ossigeno diminuisce e aumenta la concentrazione di varie sostanze. Di conseguenza, in alcuni laghi si è verificata una maggiore proliferazione di alghe e, ad esempio nel lago inferiore del Lago Bodanico, l’ossigeno è sceso a livelli insufficienti.

In pericolo pesci e gamberi

Tale situazione è risultata problematica per i pesci e talvolta anche per i gamberi. Temperature dell’acqua superiori a 25 °C possono rappresentare un pericolo per la vita dei pesci. Nel 2022 questo problema ha interessato in particolare trote fario, scazzoni, temoli e barbi. Nel fiume Thur (Zurigo), per esempio, sono morte circa 1,5 tonnellate di pesci di varie specie. Durante i mesi di canicola, gli organi di vigilanza sulla pesca hanno organizzato pesche di salvataggio. In generale, tuttavia, nel 2022 la grande moria di pesci attesa nel peggiore dei casi a inizio estate non si è verificata.

Grande scarsità d’acqua

La siccità ha causato una grande scarsità d’acqua in estate. Alcune sorgenti sono persino andate in secca. Le falde freatiche e il livello dei corsi d’acqua hanno toccato minimi storici. In nove cantoni si sono verificati problemi di approvvigionamento, che sono però stati compensati attraverso le reti dell’approvvigionamento idrico.

Nel mese di luglio alcuni alpeggi, ad esempio nel cantone di Svitto, hanno usufruito di un approvvigionamento idrico d’emergenza. In alcuni comuni dei Cantoni Ticino e Neuchâtel sono state impiegate autocisterne. In 19 cantoni, in particolare nella Svizzera centrale, nell’Arco giurassiano e sul versante meridionale delle Alpi, sono stati diramati appelli al risparmio idrico. Alcune piscine pubbliche sono state chiuse.

Per quanto riguarda l’irrigazione a fini agricoli, per diversi mesi in 14 cantoni è stato possibile utilizzare solo in misura limitata le acque superficiali.

Bosco sotto stress da caldo

Gli incendi boschivi imperversano in particolare a Sud delle Alpi. La siccità ha fatto aumentare il pericolo di incendi boschivi in Svizzera. Sono stati segnalati in totale 131 incendi boschivi, ma la stima dovrebbe attestarsi sui 150. Un numero decisamente superiore rispetto agli anni precedenti: dal 2000 al 2018 in Svizzera si sono verificati in media 109 incendi boschivi all’anno, che hanno distrutto ogni anno una superficie di 168 ettari. Nel 2022 gli incendi hanno interessato ufficialmente 325,28 ettari di bosco e superfici inerbite, pari a 325 campi da calcio. La regione maggiormente colpita è stata il Cantone Ticino con 64 incendi boschivi su 258,57 ettari di bosco. I Grigioni hanno segnalato 30 incendi boschivi e il Cantone del Vallese 15.

A Sud delle Alpi l’inverno 2021/2022 era già stato il secondo più mite e il più soleggiato da quando sono iniziate le misurazioni. Vi ha fatto seguito una primavera estremamente mite: il mese di maggio 2022 è il secondo più caldo dall’inizio delle misurazioni. L’estate ha raggiunto uno storico secondo posto. Nella Svizzera meridionale e settentrionale sono stati raggiunti valori superiori a 36 °C, superati solo durante l’estate canicolare 2003.

Bollino nero il 4 agosto

Il giorno più caldo dell’estate è stato il 4 agosto con 38,3 °C misurati a Ginevra; il periodo caldo più lungo è stato registrato a Lugano, dove per ben 14 giorni consecutivi la temperatura ha raggiunto o superato i 30 °C. Con 63 giorni di canicola, Stabio (TI) ha persino superato il record del 2003. Da aprile a settembre Ginevra e Basilea hanno toccato il record di ore di sole registrate. Il 25 luglio le temperature elevate hanno fatto salire anche l’altezza dell’isoterma di zero gradi a un nuovo primato: 5’184 metri.

Il mese di settembre ha riportato temperature fresche, con valori al di sotto della media. Ottobre è stato caratterizzato nuovamente da un caldo record, mentre l’autunno 2022 è stato il terzo più mite dall’inizio delle misurazioni.

Il 2022 è stato caratterizzato da precipitazioni scarse, in particolare a marzo, se non addirittura assenti, come nei mesi di maggio e luglio. Tuttavia, grazie alle piogge di fine estate, nel complesso l’anno non è stato così asciutto come si temeva nei primi mesi. Solo in singole regioni il 2022 è stato l’anno con le precipitazioni più scarse nelle serie di misurazioni decennali. In autunno si sono avute precipitazioni sopra la media a Nord e sotto la media a Sud.

Da metà giugno a metà agosto questa situazione ha comportato situazioni di magra estrema in parecchi luoghi, anche in fiumi importanti come l’Aare, la Reuss, la Limmat e il Reno. Tra il 15 luglio e il 20 agosto, il Lago Bodanico è sceso nel lago inferiore a un livello record di soli 394,7 metri sul livello del mare. Nei primi otto mesi del 2022 hanno toccato minimi storici anche il Ceresio e il Lago Maggiore. Interi tratti di corsi d’acqua si sono prosciugati e alcune sorgenti sono andate in secca.

Ghiaccio perso come non mai

Nel 2022 i ghiacciai svizzeri hanno perso ghiaccio come non mai: si sono sciolti 3 chilometri cubi di ghiaccio, pari al 6 per cento. Ciò corrisponde all’incirca alla superficie del lago di Zugo. Questo anno diventa quindi un nuovo parametro di riferimento, dal momento che fino ad oggi era considerata estrema una perdita del 2 per cento di ghiaccio. I ghiacciai di piccole dimensioni sono quasi scomparsi: sul ghiacciaio del Pizol (San Gallo), il Vadret dal Corvatsch (Grigioni) e lo Schwarzbachfirn (Uri) le misurazioni del bilancio di massa sono state sospese.

Da maggio a settembre 2022, 474 persone sono morte a causa della canicola. Una panoramica: in generale, le cause di decesso dirette e più frequenti sono le malattie cardiocircolatorie, respiratorie e renali, che possono peggiorare a causa delle temperature elevate. I cosiddetti casi di decesso dovuti alla canicola sono quindi stati l’1,7 per cento della mortalità totale.

Nel 2022 si sono verificati più decessi dovuti alla canicola rispetto agli anni di caldo record 2017 e 2019, rispettivamente 399 e 338 decessi a causa delle temperature elevate. Decisamente più elevato è il dato del 2003, 1’402 casi di decesso, pari a quasi il triplo del numero di morti per canicola del 2022. Uno dei motivi potrebbe essere che nel 2022 le notti tropicali a Nord delle Alpi sono state meno numerose rispetto al 2003.

Boschi in sofferenza

Nel 2022 sono state osservate foglie marroni nei boschi svizzeri già all’inizio del mese di agosto. Questo fenomeno ha interessato regioni settentrionali come l’Ajoie nel Giura e il Laufental nel cantone di Basilea-Campagna. L’effetto è stato ancora più visibile a Sud, in particolare in Vallese e nel Mendrisiotto (Ticino), dove già nel mese di agosto interi boschi su superfici molto estese presentavano un colore marrone.

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