Svizzera

Iniziativa anti-vaccini, ‘no’ e ancora ‘no’ del Nazionale

La Camera bassa boccia la proposta lanciata dal Movimento svizzero per la libertà, e respinge pure l'idea di affiancarle un controprogetto

(Ti-Press)
31 maggio 2023
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L'iniziativa popolare ‘Per la libertà e l'integrità fisica’, lanciata dagli ambienti ‘no-vax’, oltre a rimettere in discussione il monopolio statale nell'uso della forza è inutile: già oggi nessuno può essere vaccinato contro la sua volontà. È quanto afferma il Consiglio nazionale che ha bocciato – con 140 voti contro 35 e 8 astenuti – la proposta di modifica costituzionale. Respinta anche l'eventualità di presentare un controprogetto.

L'iniziativa, lanciata dal comitato denominato Movimento svizzero per la libertà, vuole che gli interventi nell'integrità fisica o psichica di una persona avvengano solo con il consenso di quest'ultima e che, in caso di rifiuto, la persona interessata non possa essere punita né subire pregiudizi sociali o professionali, ha ricordato Patricia von Falkenstein (Plr/Bs) a nome della commissione.

Lanciata nel contesto delle prime due ondate di pandemia da coronavirus e dello sviluppo dei vaccini, l'iniziativa intende prevenire qualsiasi obbligo vaccinale ‘diretto o indiretto’. Il testo concerne tutti i vaccini – non solo quelli anti-Covid –, ma anche microchip e informazioni digitali nel corpo sotto qualsiasi aspetto.

Ma, come sottolineato da Baptiste Hurni (Ps/Ne) per la commissione, la formulazione del testo è troppo generica e avrebbe conseguenze indesiderate su numerosi aspetti sociali e politici, a partire dalla coercizione di polizia fino all'esecuzione delle pene o al prelievo di Dna.

In caso di accettazione dell'iniziativa, la polizia, senza il consenso dell'interessato, non potrebbe arrestare più nessun sospettato, ha sostenuto Alexandre Berthoud (Plr/Vd). Problemi ci sarebbero anche per i controlli negli aeroporti o per i prelievi di Dna dei criminali, ha aggiunto Valérie Piller Carrard (Ps/Fr).

L'iniziativa concerne quindi tutte le attività della Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni che hanno un'influenza sul corpo umano, ha riassunto Von Falkenstein. Tra queste figurano ad esempio anche le emissioni foniche che hanno un effetto negativo sull'integrità fisica, ad esempio nella costruzione di strade o ferrovie.

Nicolas Walder (Verdi/Ge) ha da parte sua fatto notare che il testo dell'iniziativa non contiene alcun riferimento esplicito alle vaccinazioni. «Se lo scopo è impedire le vaccinazioni obbligatorie, perché gli iniziativisti non lo hanno precisato nella proposta di modifica costituzionale?», si è chiesto Philipp Matthias Bregy (Centro/Vs).

Inoltre, ha aggiunto Hurni, se oggi sarebbe teoricamente possibile introdurre in Svizzera la vaccinazione obbligatoria (ma non è stato fatto neppure durante la pandemia di coronavirus), non è possibile procedere con la vaccinazione forzata. Il requisito del consenso richiesto dall'iniziativa non è quindi necessario, anche perché disposizioni in tal senso già esistono nella Costituzione, ha sottolineato il consigliere federale Alain Berset. Per Bregy, in ogni caso «chi sceglie di non farsi vaccinare deve assumersi le conseguenze».

Considerando tutte queste lacune, la maggioranza della Camera ha respinto l'iniziativa. Con le stesse argomentazioni ha bocciato anche le proposte di affiancarle un controprogetto diretto o indiretto. «Non è compito del Parlamento correggere una iniziativa mal formulata», ha sostenuto Von Falkenstein. I problemi giuridici rimarrebbero anche nel caso di controprogetto, ha aggiunto la basilese.

I controprogetti hanno senso quando c’è una necessità di agire, ha poi sostenuto la relatrice commissionale. «Qui non è il caso», ha precisato.

Si tratta di un articolo costituzionale formulato in maniera generale, ha replicato Pirmin Schwander (Udc/Sz). «Per questo motivo il Parlamento potrà prevedere delle eccezioni nella legge d'applicazione, come si è sempre fatto», ha sostenuto.

L'iniziativa ha il merito di aprire un dibattito per discutere «in che modo e in che misura lo Stato può condizionare libertà di scelta del cittadino», ha detto Piero Marchesi (Udc/Ti) nel suo intervento. Se l'iniziativa è imperfetta, il controprogetto permetterà di correggere le sue criticità, ha aggiunto.

Anche per Lorenzo Quadri (Lega/Ti) l'iniziativa è stata «concepita in modo maldestro». Ma per il ticinese è proprio per questo motivo che occorre affiancarle un controprogetto. Rifiutarsi significa «sottrarsi a ogni riflessione sul regime instaurato durante la pandemia», significa «rifiutare l'autocritica».

Anche Thomas de Courten (Udc/Bs) ha evocato quanto successo durante la pandemia: «Già allora l'Udc era contro le misure restrittive; è per questo motivo che vediamo di buon occhio questa iniziativa». Insomma, per il basilese ben vengano i vaccini, ma «la protezione dei gruppi a rischio deve farsi senza imporre restrizioni all'insieme della società». Non si deve penalizzare qualcuno a causa del suo stato vaccinale, ha sostenuto.

Diversi deputati democentristi hanno quindi sostenuto che, de facto, l'obbligo vaccinale in Svizzera esiste: «Ricordo di una ragazza che alla trasmissione ’Arena' ha detto, in lacrime, di essersi fatta vaccinare per poter continuare a studiare e lavorare», ha affermato Lukas Reimann (Udc/Sg), il quale ha anche rammentato come i soldati che hanno rifiutato il vaccino anti-Covid siano stati rispediti a casa.

Le argomentazioni dell'Udc non hanno però fatto breccia negli altri gruppi parlamentari. L'iniziativa passa ora all'esame del Consiglio degli Stati.

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