Svizzera

Credit Suisse, la tempesta non si è ancora placata

Dopo la relativa tregua di ieri, nuove turbolenze per l’istituto di credito: il valore dell’azione torna sotto i due franchi

L’aria di bufera soffia ancora
(Keystone)
17 marzo 2023
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Dopo il crollo e la sua successiva rimonta in Borsa, si moltiplicano i commenti degli analisti finanziari riguardo alla via da seguire da Credit Suisse. Le incertezze restano numerose oggi, nonostante il prestito di 50 miliardi di franchi ottenuto dalla banca. Dopo aver aperto con segno ‘più’, l’azione del numero due bancario elvetico è sceso in rosso, passando sotto i 2 franchi.

"La banca svizzera ha ricevuto ieri mattina un’ancora di salvezza dalle autorità di regolamentazione svizzere, un tentativo di calmare gli investitori dopo giorni di turbolenze nel settore bancario che hanno alimentato i timori di una più ampia crisi finanziaria ed economica", ha dichiarato John Plassard di Mirabaud Banque.

La banca ginevrina nota inoltre che Credit Suisse è ora confrontato negli Stati Uniti con una causa intentata da azionisti che lo accusano di averli truffati.

Tra i punti di forza del numero due bancario elvetico, Lbbw Research sottolinea la stabilità e la redditività della banca universale svizzera e la forte posizione di mercato nella gestione di patrimonio globale. D’altro canto, le incertezze restano elevate, soprattutto per quanto riguarda lo scorporo della banca d’investimento entro il 2024 e le possibili ripercussioni delle numerose controversie legali.

Le circostanze peseranno sul risultato operativo 2023 e 2024, inducendo gli analisti della Landesbank Baden-Württemberg a ridurre le loro previsioni. Nonostante la bassa valutazione, consigliano di tenere il titolo, anche se non possono escludere, nel peggiore dei casi, una perdita totale del capitale azionario. In ogni caso, il corso dell’azione dovrebbe rimanere molto volatile.

Elevate incertezze

La Royal Bank of Canada (Rbc) ha accolto con favore il sostegno della Bns e della Finma. Ma la chiave per il titolo Credit Suisse resta la riconquista della fiducia. Le misure adottate dovrebbero contribuire a contenere il contagio al settore bancario, "ma la situazione rimane incerta".

In questo contesto, Jp Morgan ha tracciato diversi scenari per il futuro dell’istituto di Paradeplatz, che potrebbero comportare l’ottava ristrutturazione del Credit Suisse dal 2011, mentre gli analisti ritengono "insufficiente il sostegno di liquidità della Bns (come annunciato mercoledì sera)". "Lo status quo non è un’opzione", affermano gli esperti.

Gli analisti della banca statunitense giudicano così un’acquisizione da parte della concorrente Ubs come lo scenario più probabile, pur rilevando le difficoltà in termini di concorrenza, secondo loro, "dato che la quota di mercato combinata è di circa il 30%", con un rischio di concentrazione e di controllo di quote di mercato in Svizzera troppo elevato. Né Credit Suisse né Ubs hanno voluto esprimersi in proposito.

Commentando la situazione da Parigi, il governatore della Banque de France François Villeroy de Galhau ha spiegato questa mattina all’emittente Bfm Business che il Credit Suisse è "un caso particolare, noto da diversi anni". "È una banca che ha sia difficoltà nel modello di business (...) sia carenze nel suo sistema di controllo interno", ha aggiunto, incoraggiando l’istituto ad andare fino in fondo sulla strada della ripresa.

Ha assicurato che "le banche europee sono estremamente solide", sottolineando la normativa di Basilea III introdotta dopo la crisi finanziaria del 2008, "a volte criticata" ma che ha dimostrato "l’efficacia" delle regole "sulla loro liquidità e sul loro capitale".

Dopo aver segnato un rialzo a inizio seduta, l’azione del Credit Suisse cedeva alle 11.50 il 5,46% a 1,92 franchi. Lo Smi perdeva lo 0,25%.

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