Svizzera

Ecco la 'zona viola', le aziende che dicono no al Pass Covid

Sono centinaia le piccole e medie imprese (Pmi) svizzere che hanno deciso di allinearsi all'iniziativa portata avanti dall'associazione 'Mass-Voll'

(Facebook)
12 settembre 2021
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Centinaia di piccole e medie imprese (Pmi) svizzere promuovono la resistenza contro le misure anti-coronavirus delle autorità, lottando in particolare contro il certificato Covid e organizzandosi in associazioni.

Alcune realtà si identificano per esempio nel simbolo "Violette Zone" (zona viola), un cerchio che porta al margine la scritta: «Qui TUTTI sono i benvenuti, con o senza Pass Covid», riferisce oggi la SonntagsZeitung. I promotori affermano di non voler partecipare alla discriminazione contro i non vaccinati e alla divisione della società.

Il viola - spiega il domenicale - si ispira al sistema di classificazione promosso dall'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), che distingue fra zone verdi (senza certificato), arancioni (possibile obbligo individuale) e rosse (pass obbligatorio).

L'iniziativa viene promossa da Mass-Voll, associazione che si batte per la fine immediata e incondizionata di tutte le misure restrittive in Svizzera, nonché per il ripristino dei diritti di libertà. Stando all'organizzazione, al lancio dell'azione "Violette Zone", a inizio agosto, avevano partecipato 50 aziende, mentre oggi sono già centinaia che espongono il simbolo: 4'000 di questi sono in produzione, 2'000 sono già stati ordinati.

La SonntagsZeitung dà voce ad alcuni imprenditori - fra i pochi che vogliono parlare con i media - che riferiscono di voler evitare di contribuire ad ampliare ulteriormente i fossati nella società. Alle persone deve essere data la facoltà di decidere autonomamente come affrontare il coronavirus, viene argomentato. C'è anche chi desidera mostrare apertamente la propria posizione, evitando però nel contempo le polarizzazioni e battendosi contro la tendenza a mettere tutto in un solo calderone, quello dei no-vax e dei negatori del virus. Fra le ditte che partecipano all'iniziativa il periodico cita ristoranti, panetterie, negozi di abbigliamento, aziende di trasporto, saloni di massaggi.

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