Svizzera

Berna, primi due sì per ridurre le emissioni di CO2

Il Nazionale ha approvato l'entrata in materia e dato via libera ai limiti di emissione degli edifici. Rimandata a domani la tassa sui biglietti aerei

Keystone
9 giugno 2020
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La Svizzera deve impegnarsi in modo più incisivo per lottare contro il cambiamento climatico. Ne è convinto il Consiglio nazionale che ha iniziato oggi le discussioni sulla nuova legge sul CO2. Lo scopo è di raggiungere gli obiettivi stabiliti nell'Accordo di Parigi sul clima, ossia di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 50% entro il 2030 (rispetto al 2006). Le discussioni continueranno domani.

Il riscaldamento ambientale è uno dei problemi più gravi per l'umanità, ha spiegato durante il dibattito d'entrata in materia (poi approvata con con 140 voti contro 51 e 4 astenuti) il relatore commissionale Roger Nordmann (Ps, Vaud). I rapidi cambiamenti del clima modificheranno profondamente anche la Svizzera: si può pensare ad esempio all'agricoltura, al turismo alpino, ai boschi e alle ondate di canicola in città, ha sostenuto il vodese. 

Bocciate le proposte per rendere il progetto più e meno incisivo

Per i Verdi la revisione legislativa in discussione è tuttavia insufficiente: "non basterà per la nostra terra e il nostro clima ma è un inizio, una base necessaria per poter sperare in un futuro che valga veramente la pena di essere vissuto", ha detto, in italiano, Aline Trede (Verdi/BE). Le proposte provenienti dal gruppo ecologista di rendere il progetto ancora più ambizioso sono però state respinte.

Bocciate anche gli emendamenti dell'Udc, che avrebbe invece voluto rendere la legge meno incisiva. I democentristi chiedevano ad esempio di ridurre solo l'aumento delle emissioni di CO2 prodotte dall'uomo. Approvata invece la proposta verde-liberale che chiede di portare dal 60 al 75% la percentuale di emissioni che va compensata in Svizzera.

In base agli Accordi di Parigi, entro il 2050 le emissioni nette di di CO2 dovranno essere pari a zero, non solo in Svizzera, ma a livello globale, ha spiegato Martin Bäumle (Pvl, Zurigo) nel giustificare l'emendamento. Ciò significa che tutti i Paesi dovranno adottare misure. In questo senso, le compensazioni all'estero non sono necessariamente efficaci a lungo termine, ha aggiunto. Tale misura ha anche il vantaggio di favorire la ricerca e l'innovazione in Svizzera, ha precisato Bäumle.

E per gli edifici...

Il Nazionale si è anche occupato delle emissioni di gas effetto serra degli edifici, che andranno drasticamente ridotte. Dal 2023, non dovranno superare il valore limite di 20 kg di CO2 per metro quadrato in caso di sostituzione di un impianto di riscaldamento. Tale valore sarà ridotto ogni 5 anni di 5 chilogrammi. A differenza degli Stati, la Camera del popolo ha voluto concedere un periodo transitorio di tre anni ai Cantoni che hanno attuato le disposizioni del cosiddetto Modello di prescrizioni energetiche del 2014.

Con il 22% del totale, gli edifici sono al secondo posto nella classifica dei maggiori produttori di emissioni di gas serra, ha sottolineato Simonetta Sommaruga spiegando la necessità di intervenire. Quasi i due terzi di tutti gli edifici sono inoltre ancora riscaldati con combustibili fossili.

Domani la tassa sui biglietti aerei

Il dibattito è poi stato interrotto alle 13. Riprenderà domani, quando il Nazionale si esprimerà sull'aumento del prezzo della benzina e dei combustibili, sulla tassa sui biglietti aerei (tra 30 e 120 franchi) e sul Fondo per il clima. Quest'ultimo, che dovrà anche finanziare misure di riduzioni a lungo termine delle emissioni di CO2 degli immobili, dovrà in particolare tenere in considerazione le regioni periferiche di montagna.

Tutte queste misure dovrebbero essere approvate. L'unico partito che si è già detto contrario è l'Udc, gli altri dovrebbero invece verosimilmente esprimersi a favore. A tal proposito, Jacques Bourgeois ha sostenuto "come ogni settore economico debba dare il suo contributo".

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