Svizzera

Approvata la Legge CO2: carburanti, nafta e voli più cari

Lo scopo della nuova legge è raggiungere gli obiettivi sul clima stabiliti nell'Accordo di Parigi. Il dossier torna agli Stati per l'esame delle divergenze

Previsto nei prossimi anni quasi un divieto del riscaldamento a nafta per molti edifici (Ti-Press)
10 giugno 2020
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Benzina, nafta e biglietti aerei più cari. È in estrema sintesi il contenuto della nuova Legge sul CO2 adottata oggi dal Consiglio nazionale con 135 voti contro 59 dopo un dibattito durato quasi 13 ore. Il suo scopo è raggiungere gli obiettivi stabiliti nell'Accordo di Parigi sul clima, ossia di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 50% entro il 2030 (rispetto al 2006). Il dossier torna ora agli Stati per l'esame delle divergenze.

Oltre all'aumento del prezzo dei carburanti fino a 10 centesimi al litro al massimo (12 a partire dal 2025) e una tassa sui biglietti d'aereo compresa fra 30 e 120 franchi, la legge prevede tutta una serie di altre misure. Le principali sono la riduzione del 75% delle emissioni di CO2 in Svizzera, il quasi divieto del riscaldamento a nafta e l'istituzione di un fondo per il clima. Anche il settore finanziario sarà chiamato in causa: la revisione legislativa incarica la FINMA e la Banca nazionale di misurare periodicamente i rischi finanziari legati al cambiamento climatico.

Le decisioni adottate oggi rappresentano una totale inversione di rotta rispetto a quanto accaduto nel dicembre 2018, quando la Camera del popolo aveva bocciato la revisione della legge per 90 voti a 60 e 43 astenuti: piuttosto che votare una revisione annacquata durante i dibattiti il campo rosso-verde, assieme ad esponenti del PPD e del PBD, aveva preferito affossarla.

A cambiare opinione è stato sopratutto il PLR, che un anno e mezzo fa aveva votato con l'UDC. Nel frattempo c'è stata la "svolta verde" in casa liberale-radicale, e un rafforzamento degli schieramenti ecologisti alle elezioni federali dello scorso ottobre. Ciò ha portato il Nazionale, in questa due giorni di dibattiti sul CO2, a inasprire ulteriormente le decisioni prese dagli Stati. Ieri ha ad esempio portato dal 60 al 75% la percentuale di emissioni che va compensata in Svizzera.

Benzina più cara

Senza sorprese, uno degli aspetti più discussi oggi è stato il previsto aumento del prezzo della benzina. La legge impone già oggi agli importatori di carburanti di compensare parte delle loro emissioni del CO2. Con la riforma si potrà arrivare fino al 90%. Una quota compresa tra il 15 e il 20% dovrà essere compensata in Svizzera.

I due terzi delle entrate verranno restituiti direttamente alla popolazione (tramite uno sconto sulle fatture dell'assicurazione malattia di base) e alle imprese (tramite i fondi di compensazione AVS). Un terzo - ma al massimo 450 milioni di franchi - finirà nel Fondo per il clima.

La conseguenza sarà un aumento del prezzo dei carburanti alla pompa di benzina, fissata ad un massimo di 10 centesimi, 12 dal 2025. Christian Wasserfallen (PLR/BE) ha chiesto di limitare l'incremento ad un massimo di 8 centesimi, anche nell'ottica di un possibile referendum. Alcuni anni fa il popolo non aveva esitato a bocciare un aumento della vignetta autostradale, ha ricordato il bernese.

A chi sosteneva che l'aumento del prezzo della benzina colpirà in particolare le regioni periferiche, Jon Pult (PS/GR) ha ricordato come i grossi SUV siano maggiormente usati nelle zone urbane piuttosto che in campagna. La regione alpina è inoltre quella più colpita dal cambiamento climatico, ha puntualizzato il grigionese.

Malgrado il possibile aumento, il prezzo della benzina rimarrà comunque inferiore ai 2 franchi al litro osservato alcuni anni fa. "E allora si continuava comunque a circolare", ha affermato Martina Munz (PS/SH). "Chi ha davvero bisogno dell'auto, dovrebbe pensare di passare alla mobilità elettrica", ha poi sostenuto Beat Jans (PS/BS), ricordando come grazie alla Legge sul CO2, le vetture elettriche diventeranno ancora più economiche.

L'incremento, ha rammentato la consigliera federale Simonetta Sommaruga, è solo un tetto massimo, necessario per avere un margine di manovra. Attualmente il limite è 5 centesimi al litro, ma la tariffa effettivamente applicata è inferiore (tra 1,5 e 2 cts/litro, ndr.), ha precisato ricordando che sono gli importatori a fissare le maggiorazioni di prezzo.

Il traffico stradale è uno dei principali produttori di gas serra in Svizzera e le emissioni non sono diminuite dal 1990, ha poi ricordato Sommaruga. Nonostante le normative in vigore dal 2012, sono addirittura superiori dell'1% rispetto al livello del 1990. Al voto la proposta Wasserfallen è stata bocciata, così come quella di Philipp Bregy (PPD/VS) di non oltrepassare i 10 centesimi al litro.

Il Nazionale ha anche fissato gli obiettivi per gli anni dal 2021 al 2024 per quel che riguarda le emissioni di CO2 di automobili, furgoni e semirimorchi e veicoli pesanti. La Camera del popolo vuole allineare i valori con quelli dell'UE e promuovere l'efficienza delle automobili nuove.

Volare costerà di più

Un altro tema che ha tenuto a lungo occupati i "senatori" è il previsto aumento del prezzo dei biglietti aerei. Concretamente non si tratta di una imposta ma di una tassa, i cui proventi verranno per il 49% versati nel fondo per il clima e per il 51% ridistribuiti alla popolazione, ha spiegato. Il suo importo, come detto, sarà compreso tra 30 e 120 franchi. Lo scopo è favorire il trasporto ferroviario, come sostituto dei voli a corto raggio.

I Verdi avrebbero voluto un ammontare superiore per chi viaggia in classe superiore: "un viaggio in first class emette il triplo di CO2 rispetto a uno in classe economica", ha sostenuto Kurt Egger (Verdi/TG) sostenendo come anche la tassa vada adeguata di conseguenza. La maggioranza ha però bocciato la proposta per non sovraccaricare troppo il progetto.

L'UDC ha invece chiesto di rinunciare alla tassa, che il Consiglio federale non aveva del resto previsto. "Questa misura penalizza i meno abbienti e aumenta il prezzo dei viaggi in Svizzera per i turisti stranieri", ha sostenuto Mike Egger (UDC/SG).

Una tesi respinta dal relatore commissionale Roger Nordmann (PS/VD). Diversi Paesi limitrofi hanno infatti già introdotto una tassa del genere, la Francia si appresta a innalzarne l'importo.

In merito all'impatto sulle famiglie, quelle che hanno un reddito inferiore ai 4000 franchi mensili prendono in media l'aereo meno di una volta all'anno, quelle che guadagnano oltre 8000 franchi 1,7 volte. Insomma, visto che i proventi del balzello saranno in parte ridistribuiti alla popolazione, il ceto medio-basso ne trarrà dei benefici, ha sottolineato Nordmann.

Con 124 voti contro 68, la camera ha poi bocciato la proposta di Fabio Regazzi (PPD/TI) che voleva sospendere l'applicazione della tassa fino a quando le emissioni di CO2 non avessero raggiunto l'80% di quelle esistenti prima della crisi del coronavirus. Per Roger Nordmann non ha senso aspettare, tanto più che una riduzione del 20% non è sufficiente.

Anche i voli privati saranno tassati, con un balzello compreso tra 500 e 5000 franchi a seconda delle dimensioni dell'aereo. Misure sono state previste per limitare la tassa ai jet privati e non ai piccoli aerei da turismo, che ne saranno esentati, ha spiegato Nordmann.

Fondo per il clima

Tra le altre misure adottate dal Consiglio nazionale figura, come detto, la creazione di un fondo per il clima. Questi permetterà di finanziare misure di riduzioni a lungo termine delle emissioni di CO2 degli immobili. Anche il trasporto ferroviario transfrontaliero - inclusi i treni notturni - ne beneficerà, fino a un massimo di 30 milioni di franchi all'anno.

Il fondo sarà alimentato da diverse fonti, in particolare i ricavi dalla vendita all'asta dei diritti di emissione e dalle sanzioni relative soprattutto ai veicoli. Vi saranno convogliate anche un terzo delle entrate della tassa sul CO2 (come detto non più di 450 milioni all'anno) e appunto poco meno della metà di quelle sui biglietti aerei.

Riscaldamenti

Da notare che ieri il Nazionale aveva già adottato nuove norme destinate a diminuire le emissioni degli immobili. Dal 2023, in caso di sostituzione dell'impianto di riscaldamento, i vecchi edifici potranno emettere al massimo 20 chilogrammi di CO2 all'anno per metro quadrato di superficie di riferimento energetica.

Il valore limite fissato sarà inasprito ogni cinque anni. Concretamente, ciò equivale al divieto del riscaldamento a nafta per molti edifici. A differenza degli Stati, la Camera del popolo ha voluto concedere un periodo transitorio di tre anni ai Cantoni che hanno attuato disposizioni di efficienza energetica per il settore.

Oggi, con 133 voti contro 59 contrari, il Nazionale ha inoltre confermato l'aumento dell'imposta sul CO2 relativa all'olio combustibile da 120 a 210 franchi per tonnellata di CO2 emessa. È uno dei punti principali della nostra politica climatica, ha spiegato Roger Nordmann.

Come per la benzina, anche qui si tratta di tetti massimi. L'importo attuale di 120 franchi non è ad esempio raggiunto: attualmente ammonta a 96 franchi per tonnellata di CO2. Le imprese che assumono impegni per ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica possono farsi rimborsare la tassa. A differenza degli Stati, il Nazionale ha deciso che tutte le imprese devono poterne beneficiare, indipendentemente dall'importo pagato.

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