Per Adrian Lobsiger l'implementazione tecnica del software DP-3T è accettabile dal punto di vista della protezione dei dati. 'Ora va valutata la pratica'
Allo stato attuale l'applicazione per ricostruire la catena di contagi di Covid-19 DP-3T,attualmente in fase di sviluppo da parte del Politecnico federale di Losanna (Epfl), non preoccupa l'Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza Adrian Lobsiger che dalle colonne di "Le Temps" si dice soddisfatto: "Finora tutto quello che abbiamo visto è accettabile: un sistema il più decentralizzato possibile, un anonimato preservato e una base volontaria".
Insomma, la struttura tecnica è corretta, "ma dobbiamo ancora esaminare l'applicazione nella pratica", avverte Lobsiger. Una prima versione dovrebbe essere pronta lunedì, mentre una definitiva seguirà entro la fine di maggio. Basata sul Bluetooth, l'app registra ogni contatto con individui avvenuto a meno di due metri di distanza per oltre 15 minuti. In caso di contagio di uno di questi, il proprietario dello smartphone viene informato con una notifica.
Il possibile obbligo di fornire i dati ai ristoratori quando ci si reca in un locale pubblico invece non avrebbe base legale. Per introdurre un obbligo del genere il governo dovrebbe introdurre una base giuridica, dichiara Lobsiger a "Le Temps" e in una testimonianza alla Rsi. "Non escludo che possa farlo in tempi stretti", aggiunge.
Oppure potrebbe rinunciarvi. Segnali in questo senso sono giunti ieri dal vicepresidente di GastroSuisse Massimo Suter, che ieri ha riferito come – dopo un colloquio con il consigliere federale Alain Berset – l'imposizione sarebbe caduta. Se ne saprà qualcosa questo pomeriggio, quando è attesa la decisione del Consiglio federale