Svizzera

Il 2020 sarà anche l'anno dei contadini

Le votazioni sull'uso dei pesticidi e le scelte strategiche per il futuro cadenzeranno l'annata agricola in Svizzera

Sarà un 2020 importante (Ti-Press)
3 gennaio 2020
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Il 2020 sarà un anno di importanti decisioni politiche per gli agricoltori. L'Unione svizzera dei contadini (Usc) auspica una strategia coerente per l'agricoltura nazionale in vista delle votazioni sulle due iniziative popolari ecologiste, dell'accordo di libero scambio con il Mercosur e della politica agricola 22+.

Appuntamenti con le urne

Il settore agricolo dovrà convincere i cittadini a respingere le iniziative "Acqua potabile pulita e cibo sano - No alle sovvenzioni per l'impiego di pesticidi e l'uso profilattico di antibiotici" e "Per una Svizzera senza pesticidi sintetici", che saranno probabilmente sottoposte a votazione in novembre. I due testi non mantengono ciò che promettono e mettono in pericolo la produzione nazionale, sostiene l'Usc in una nota pubblicata oggi dopo una conferenza stampa a Worb (Be).

L'agricoltura produce ciò che la popolazione compra. I consumatori quindi sono già in grado di influenzare il mercato, ad esempio dando la priorità ai prodotti biologici. In caso di approvazione delle due iniziative, è utopico pensare che tutti vorranno consumare prodotti bio e pagarli di più, afferma l'associazione dei contadini. Anzi: la produzione indigena diminuirà e i prodotti convenzionali saranno importati.

Libero scambio: una sfida

La seconda sfida che dovranno affrontare gli agricoltori è l'accordo di libero scambio con il Mercosur, che comprende Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. Questa intesa è una sorta di antitesi delle due iniziative. In questo caso, la Svizzera "ufficiale" punta molto poco sulla sostenibilità e la protezione degli animali, spiega il direttore dimissionario dell'Usc, Jacques Bourgeois. Per gli alimenti prodotti in Sud America, i mezzi utilizzati e i metodi di allevamento degli animali sembrano non avere alcuna importanza.

Per questo accordo Berna è disposta a fare concessioni che indeboliscono notevolmente il sistema produttivo locale. Gli agricoltori non sono contrari di principio agli accordi di libero scambio, ma non vogliono servire da merce di scambio per altri settori economici. Chiedono quindi che vi sia parità di trattamento per quanto riguarda i metodi di produzione. Se questa non potrà essere garantita, sarà necessaria un'efficace protezione doganale per garantire un futuro alle famiglie contadine, ha detto Bourgeois.

La politica agricola futura

La Politica agricola 22+ è un altro grande tema di preoccupazione: rappresenta un po' la "quadratura del cerchio" perché dovrà tener conto di tutte le esigenze conflittuali. La PA 22+ infatti dovrà rendere l'agricoltura ancora più sostenibile, rafforzare il benessere degli animali, ma anche porre maggiore enfasi sulla competitività e sul mercato. "Non è necessario essere un indovino per sapere che sarà un fallimento", ha detto Markus Ritter, presidente dell'Usc. I contadini chiedono pertanto al Consiglio federale di definire una strategia chiara e di seguirla in modo coerente.
 
 

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