Svizzera

Frenata Udc alle federali, e il presidente getta la spugna

Albert Rösti comunica le sue dimissioni per la prossima primavera e spiega di voler trarre conseguenze dell'arretramento del partito

Ti Press
22 dicembre 2019
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Il presidente dell’UDC Albert Rösti lascerà la carica in primavera, dopo quattro anni alla testa del partito. Lo ha indicato lui stesso in un’intervista pubblicata oggi dal SonntagsBlick.

Il consigliere nazionale bernese afferma di voler trarre conseguenze dell’arretramento dell’UDC alle federali dello scorso autunno.

La decisione a questo punto è obbligatoria, sostiene il 52enne. "Il presidente viene eletto ogni due anni, ma un partito funziona secondo un ciclo di quattro anni. Il compito consiste ora nel formare un presidente per le elezioni del 2023." L’UDC è apparsa fra gli sconfitti alle elezioni di ottobre, perdendo dodici seggi in Parlamento. E ciò malgrado abbia confermato, per la sesta volta, di essere il primo partito del Paese, con una percentuale del 25,8%.

Rösti afferma anche di non avere lo spirito di un riformatore ma di un ideatore. "Sono poco incline a condurre i patiti cantonali con il pugno di ferro", aggiunge, rilevando come il futuro presidente dell’UDC dovrà invece dedicarvi molto tempo, perché "c’è molto lavoro da svolgere".

Ora intende concentrarsi sul suo mandato di consigliere nazionale e sul suo lavoro a tempo parziale come come sindaco di Uetendorf, comune di 6000 abitanti nei pressi di Thun (BE). Padre di due figli, nell’intervista ricorda inoltre che, a differenza degli altri partiti, la presidenza dell’UDC non è retribuita. Anche la questione del suo futuro professionale a lungo termine ha quindi avuto un ruolo importante nella sua decisione.

Ingegnere agrario, cresciuto in una famiglia di agricoltori a Kandersteg, nell’Oberland bernese, egli gestisce la sua azienda "Büro Dr. Rösti". Fornisce consulenza a politici e rappresentanti dell’economia soprattutto nei settori dell’energia, della pianificazione territoriale, dell’ambiente e dell’agricoltura.

Alla domanda se il suo atteggiamento conciliante corrisponda davvero allo stile UDC, Rösti risponde che "un partito che negli ultimi anni è cresciuto così rapidamente aveva bisogno di una figura equilibrata. Essere gentili non è una brutta cosa".

Rösti è stato eletto presidente dell’UDC per la prima volta nel 2016 ed è stato rieletto per un secondo mandato due anni dopo. Consigliere nazionale dal 2011, era l’unico candidato alla carica. Sotto la Cupola si è concentrato su temi come la lotta contro l’adesione all’UE, l’asilo, la sicurezza, portando avanti una politica economica liberale. È considerato moderato nel tono ma fermo nella sostanza.

A livello fedrale Rösti è in prima linea complessivamente da otto anni. È stato attivo nella difesa dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa, accettata dal popolo nel 2014, e ha poi guidato la campagna elettorale in Svizzera tedesca per le federali del 2015, prima di essere eletto alla testa del partito un anno dopo.

Alle elezioni del Consiglio nazionale dello scorso ottobre, Rösti ha ottenuto il miglior risultato fra i parlamentari. Con 128’252 voti, ha addirittura superato i suoi colleghi di Zurigo, cantone più popoloso.

UDC prende atto con rammarico

In una nota diffusa in mattinata, l’ufficio di direzione dell’UDC prende atto con grande rammarico della decisione di Rösti. L’assemblea ordinaria dei delegati del 28 marzo dovrà designare il suo successore.

L’UDC ringrazia Rösti "calorosamente per il suo formidabile impegno in favore del partito". Ricorda che si è sempre battuto in prima linea per la formazione politica, "dunque per una Svizzera libera, sicura e indipendente". L’ufficio di direzione comprende comunque la scelta del suo presidente. Deciderà a inizio 2020 la strategia da seguire.

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