Svizzera

Verdi da comprimari a protagonisti nella sinistra

I ruoli evolvono nell'area progressista: il partito ecologista avanza anche agli Stati e ruba la scena ai ‘cugini’ socialisti

Thorens (Verdi, a sin.) e Ada Marra (Ps)
(Keystone)
12 novembre 2019
|

Non saranno compagni, ma ecologisti e socialisti sono sempre stati grandi amici. In Parlamento a Berna vanno a braccetto. Alle federali di quest’anno hanno congiunto le loro liste in quasi tutti i cantoni. Finora la regola dei vasi comunicanti a sinistra – se i Verdi guadagnano consensi è soprattutto perché il Ps ne perde, e viceversa – si è quasi sempre confermata. Ma questo non ha mai scalfito l’unità dello schieramento rosso-verde. Sarà così anche in futuro? Oppure, dopo il trionfo degli ecologisti e il concomitante, storico arretramento del Ps (16,8%: mai così in basso dal 1919), assistiamo a “un cambiamento di leadership” nell’area progressista (Rts)? In futuro i due partiti saranno più concorrenti che alleati?

Le domande vengono rilanciate all’indomani della sconfitta di Ada Marra (Ps) nel ballottaggio per l’elezione del Consiglio degli Stati. Domenica nel Canton Vaud il Ps ha perso un seggio che deteneva da 20 anni. Lo ha ceduto ai Verdi, che con Adèle Thorens invece hanno ritrovato quello soffiato loro dal Plr nel 2015. A Neuchâtel è stata l’ecologista Céline Vara a subentrare a sorpresa al ‘senatore’ socialista uscente Didier Berberat. Nei cantoni di Argovia e Basilea-Campagna (dove la ‘verde’ Maya Graf ha buone chance di succedere al socialista Claude Janiak), i candidati del Ps sconfitti al primo turno hanno lasciato la precedenza al ballottaggio alle amiche-rivali ecologiste. E forse non è finita qui. Domenica a Berna Regula Rytz e l’uscente Hans Stöckli (Ps) potrebbero pestarsi i piedi a vicenda. Non è escluso che a farne le spese sia il senatore socialista, e a ridere la presidente dei Verdi e uno dei due candidati della destra: Werner Salzmann (Udc) o Christa Markwalder (Plr).

Nel frattempo al Consiglio degli Stati i Verdi sono cresciuti da uno a quattro seggi. Tallonano ormai il Ps (5), che però al termine dei ballottaggi dovrebbe ritrovarsi con 7-9 mandati, 3-5 in meno rispetto a quattro anni fa. Al Nazionale, nonostante il calo subito (-4), il Ps vanta sempre un gruppo più numeroso: 39 deputati contro i 30 dei Verdi, presso i quali hanno preferito accasarsi i due eletti del Partito del lavoro ed Ensemble à Gauche.

Ma i numeri non dicono tutto. Andrea Pilotti giudica «prematuro» parlare adesso di un prossimo cambiamento di leadership nella sinistra a livello nazionale. Il politologo dell’Università di Losanna rimanda alle «particolarità regionali e cantonali»: «Nel Canton Vaud, ad esempio, è stata una destra unita a sbarrare la strada ad Ada Marra, socialista più profilata a sinistra della ‘verde’ Adèle Thorens. A Ginevra, invece, il duo rosso-verde ha approfittato di una situazione nella quale la destra si è presentata in ordine sparso». Pilotti invita inoltre a non sottovalutare «l’effetto congiunturale»: «Il tema clima quest’anno è stato centrale. I Verdi perciò sono stati considerati il partito più credibile. Ma sarà ancora così tra quattro anni? I Verdi non sono più un partito monotematico, è vero. Ma il Ps da questo punto di vista ha sempre giocato su uno spettro di temi più ampio» rispetto ai cugini ecologisti. Importante, a questo punto, sarà «vedere come andranno le prossime elezioni a livello comunale e cantonale», conclude Pilotti.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE