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Ambrì: o tutto o niente. ‘Ma non cambia molto’

Mercoledì alla Gottardo Arena i biancoblù si contendono con il Bienne l’ultimo posto nei quarti di finale. Isacco Dotti: ‘Vincerà chi lo vorrà di più’

La ricetta vincente del trentunenne: ‘Solidità, costanza e rapidità in transizione’
(Keystone)
12 marzo 2024
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Dopo aver già disputato cinquantacinque partite il campionato dell’Ambrì Piotta è a un bivio: se domani sera arriverà un successo contro il Bienne, si proseguirà con i quarti di finale contro lo Zurigo, in caso di sconfitta ci sarà l’arrivederci a settembre. L’emozione inizia dunque a far capolino anche nello spogliatoio biancoblù: «Abbiamo vissuto la vigilia in maniera abbastanza tranquilla, per ricaricare le batterie fisiche e mentali – racconta il difensore Isacco Dotti –. Ma se ci si pensa un po’, si inizia a sentire la tensione che sale. È il giorno della partita, da quando ci si sveglia, che si inizia a pensare all’appuntamento della sera e a far proseguire questa stagione. Vogliamo prenderci quei playoff che ormai ci mancano da un po’».

Questa è la prima volta in stagione in cui vi ritrovate sull’orlo del baratro, mentre per il Bienne è già la terza. È un fattore che potrebbe contare?

Avere assimilato questa mentalità è importante. Tuttavia le partite che abbiamo disputato contro il Lugano e le ultime di regular season erano molto simili e importanti, ogni punto contava doppio se non triplo, quindi mi viene da dire che già le ultime cinque partite di campionato erano delle sfide da playoff. Quindi da questo punto di vista non cambia molto, anzi avere la possibilità di disputare questo incontro ad Ambrì è qualcosa di eccezionale per noi.

La situazione di partenza è però simile a quella di sabato scorso, dopo il pareggio già nel primo derby. Anche dopo l’1-1 di lunedì alla Tissot Arena, tutto si riduce a chi saprà cogliere il successo – nei sessanta minuti o oltre – mercoledì alla Gottardo Arena…

È vero, abbiamo questa seconda possibilità, che ci siamo guadagnati nell’ottimo finale di stagione regolare. Stavolta però rivivere questa situazione ad Ambrì è un aspetto positivo in più.

In generale il pareggio è il risultato più ricorrente di questi play-in, un ulteriore segnale dell’equilibrio che regna in National League?

È una tendenza molto chiara, già da qualche stagione. Quanto ai numerosi risultati di parità, non era qualcosa che avrei potuto prevedere in anticipo. Si vede però molto bene come con il passare del tempo le squadre tendano a concedere sempre meno spazio. È quindi più facile segnare nelle fasi iniziali della partita, ma quando il risultato è in parità nel terzo tempo diventa difficile trovare lo spazio per attaccare.

Per entrambe le squadre questa è la quarta partita in sei giorni, vincerà semplicemente chi avrà più benzina nel serbatoio?

L’energia penso ci sia su entrambi i fronti, normalmente a fine stagione tutte le squadre arrivano al picco di forma, si gioca sempre ogni due giorni e ciò fornisce un’energia emotiva che poi si riflette sul ghiaccio. Arrivare adesso a parlare di serbatoio in riserva sarebbe preoccupante in vista dei playoff, nei quali si vuole andare più avanti possibile. Quindi sarà piuttosto la squadra che la vorrà di più a conquistare la vittoria.

D’accordo, ma è una partita decisiva: ci si aspetterebbe che entrambe le squadre siano determinatissime a vincere, come può una volerlo più dell’altra?

Chiaramente tutti vogliono vincere, la questione sta nella capacità di sacrificarsi più degli avversari, di proteggere adeguatamente il proprio portiere una volta in più, di guadagnarsi quel mezzo metro di vantaggio rispetto all’avversario diretto ed essere più pronti a raccogliere un rimbalzo. Tutte queste piccolezze assieme possono fare la differenza. E lo faranno fino al termine della stagione.

Per la prima volta avete affrontato il Bienne, da quando la conduzione tecnica è stata presa in mano da Steinegger e Olsson. Avete notato delle differenze?

Avendo giocato relativamente poco quest’anno, non è facile rispondere. Però negli ultimi anni il Bienne è rimasto sempre lui, nonostante qualche cambio di allenatore e di giocatori, quindi direi di aver trovato il Bienne che mi aspettavo, non so se sia un bene o un male, ma almeno sappiamo cosa dobbiamo fare per vincere.

In particolare dovrete forse gestire meglio il disco e trovare il modo di guadagnarvi qualche superiorità numerica?

Il gioco del Bienne è proprio quello: cerca di chiudersi in zona neutra per poi sfruttare le ripartenze e andare diretto sulla porta. Quindi dovremo essere rapidi nella transizione dalla zona difensiva a quella offensiva. Inoltre guadagnare dei powerplay ci darebbe una mano. Abbiamo visto quanto abbiano aiutato il Bienne a creare qualche occasioni in più, mentre a ranghi completi eravamo perfettamente in partita.

La solidità difensiva a ranghi completi è comunque una vostra costante delle ultime settimane, fatta eccezione per il terzo tempo del derby casalingo.

Questo è vero, adesso dobbiamo continuare con la stessa solidità e costanza. In più sarà importante mantenere i giocatori avversari sui lati e metterli sotto pressione in tutte le zone della pista.

A proposito di powerplay, a Bienne non ve n’è stato fischiato uno nel finale per uno ‘slew footing’ di Ramon Tanner ai danni di Spacek, poi sanzionato con una giornata di squalifica dal giudice unico. La stessa cosa era accaduta a te a Kloten, significa che è un’infrazione piuttosto complessa da riconoscere per gli arbitri?

Bisognerebbe chiederlo a uno di loro. Sono sicuramente momenti di gioco difficili da interpretare, ma non ho nemmeno rivisto il video dell’episodio di ieri.

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