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Il passo in più. ‘Ora vediamo di crescere in costanza’

Un weekend da un sol punto ma tante cose buone. Anche se ad Ambrì in difesa la coperta è corta. ‘Speriamo che Wütrich non sia grave e Virtanen ritorni’

Anche sabato la linea di Dauphin, Kneubuehler e Bürgler è stata quella più in luce
(Ti-Press/Clericetti)
1 ottobre 2023
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Ambrì – Per vedere il bicchiere mezzo pieno, bisogna pur che in quel bicchiere qualcosa ci sia. E, al di là del punticino dell’ultimo weekend, la sostanza in casa Ambrì di sicuro non manca. Nonostante, caso più unico che raro, nella sera della sconfitta con il Davos, sabato, il powerplay biancoblù non abbia colpito una sola volta. Tuttavia sarebbe davvero utopico per chiunque pensare di continuare a girare su percentuali simili, superiori persino al quaranta per cento, praticamente il doppio di quanto sarebbe considerato buono. «Credo comunque che abbiamo giocato bene nelle situazioni con l’uomo in più, trovando tanti tiri – spiega Inti Pestoni –. Stavolta è andata in questo modo, ma sappiamo bene quanto per noi siano importanti gli special team».

Così come importanti sono i giocatori chiave, e l’Ambrì sabato è dovuto scendere in pista addirittura con soli quattro stranieri, dopo l’assenza dell’ultim’ora di Virtanen per malattia, confermando comunque la decisione già presa di far giocare Conz al posto di uno Juvonen che la vigilia, oltretutto, aveva vissuto una serata intensa. «Al di là di tutto eravamo e siamo rimasti in partita, offrendo una buona prestazione e lottando fino alla fine – continua l’attaccante numero 18 –. Poi, anche al Davos mancava gente come Corvi, Fora ed Egli: quella degli assenti, insomma, non dev’essere una scusa. Però, è chiaro, siamo delusi per ciò che abbiamo racimolato in questo weekend, pur se parliamo di due partite diverse. Venerdì a Lugano avevamo cominciato bene ma poi abbiamo faticato per tutta la partita, mentre sabato eravamo sempre sul pezzo: peccato, perché alla fine abbiamo perso a causa di alcuni piccoli errori, ed è proprio sui dettagli che dovremo migliorare».

Senza urgenza, scrutando il mercato

Già, i dettagli. Come quell’inattesa e fugace staffetta tra Benjamin Conz e la sua ‘riserva’ Janne Juvonen al cinquantottesimo minuto, frutto tuttavia di una scelta tattica, per così dire, quindi non legata a problemi di materiale del trentaduenne portiere giurassiano: «Volevamo semplicemente dare un po’ di respiro ai ragazzi sul ghiaccio – spiega Luca Cereda –, così abbiamo giocato la carta del cambio portiere», dilatando i tempi di ripresa del gioco. Tra l’altro, lo staff tecnico biancoblù aveva saputo soltanto un paio d’ore prima del match che Jesse Virtanen era influenzato e non avrebbe potuto giocare, e a quel momento era già stato comunicato a Conz che sarebbe stato lui a difendere la gabbia contro il Davos. Un fulmine a ciel sereno l’assenza del finlandese, che avrebbe potuto pesare come un macigno sulla e giovanissima e già striminzita retroguardia, vista l’assenza di Wüthrich, e che invece se l’è cavata egregiamente. «Avevamo già perso Dario venerdì, dopo la botta ricevuta nel secondo tempo del derby, e l’idea era quella di girare a sette difensori – spiega il coach biancoblù –. Poi nel pomeriggio ricevo un sms in cui vengo a sapere che Jesse è ammalato, e a quel punto era impossibile far capo a qualche giocatore dei Bellinzona Rockets, perché erano in pista a Küsnacht per i sedicesimi di Coppa Svizzera. Così siamo scesi a sei, e alla fine mi dico che non è stato un male, perché tutti hanno potuto beneficiare di tanto ghiaccio e Zündel ha potuto effettuare il suo rientro, e direi che hanno retto bene, perché è stata una partita tirata sino alla fine. Questo, diciamo, l’aspetto positivo: poi, naturalmente, speriamo che non sia niente di grave per Wüthrich (difficile per ora valutare l’entità dell’infortunio: se ne saprà di più nelle prossime ore, ndr), e che Virtanen sia in grado di tornare in pista martedì a Bienne».

Detto ciò, ad Ambrì c’è sempre ancora attesa per capire come intenderà muoversi la società sul mercato, pensando alla volontà ribadita più volte di mettere sotto contratto un settimo straniero. Dopo la fine dei ‘camp’ oltreoceano, con l’avvicinarsi dell’inizio della nuova stagione Nhl, la sera di martedì 10 ottobre, ogni momento potrebbe essere quello propizio per fare l’affare, pur se appare chiaro che in un avvio di campionato indubbiamente positivo, con una media di un punto e mezzo spaccato a partita, non c’è l’urgenza di doversi buttare sul primo nome che passa. «Se dovessi fare un bilancio, diciamo che in questa primissima fase di stagione abbiamo disputato delle partite relativamente solide, ed eravamo sempre in partita – dice Cereda –. Anche le situazioni speciali sono buone: contro il Davos non abbiamo segnato, è vero, ma il powerplay era buono e ha saputo creare il ‘momentum’. Credo che ciò in cui ancora facciamo fatica è raggiungere la costanza sui sessanta minuti: sabato abbiamo iniziato la partita come se stessimo in osservazione, quindi direi che non siamo ancora riusciti a produrre l’aggressività necessaria dall’inizio alla fine del confronto. E questo è sicuramente qualcosa su cui vogliamo, e dobbiamo, migliorare».

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