Calcio

Il Coronavirus 'beffa' anche l'Acb

Manca solo l'ufficialità dell'Asf, ma dalla Promotion League in giù la stagione è cancellata. E ai granata mancheranno le entrate di 8 partite casalinghe.

21 aprile 2020
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Dalla Promotion League in giù, tutto annullato. Si salvano, per ora, solo Super e Challenge League, che ancora sperano di riuscire a chiudere la stagione attuale prima di iniziare la prossima. È l’inevitabile e per certi versi scontata direzione presa dal calcio svizzero, spinto su questa strada dall’emergenza sanitaria e dalle conseguenti misure restrittive adottate a livello nazionale e cantonale, che rendono “irrealistico e irragionevole” pensare di poter portare a termine le attuali competizioni. In particolare a far svanire le ultime speranze è stata - come sottolineato dal comunicato che il comitato della Prima Lega ha pubblicato sul proprio sito e inviato a tutti i suoi club, tra cui quindi anche Bellinzona (Promotion League) e Paradiso (Prima Lega) - “la decisione del Consiglio Federale di prolungare almeno fino all'8 giugno il divieto di assembramenti di più di cinque persone”, rendendo “evidente che la stagione dovrà venir interrotta”.

Uno stop definitivo che comprenderà anche la Lega amatori (in sostanza la Seconda interregionale) e tutto il calcio minore, come d’altronde richiesto sabato dalle associazioni regionali (tra cui quella ticinese) all’Asf. E sarà proprio il comitato centrale della Federazione svizzera di calcio nei prossimi giorni a chiudere il cerchio ufficializzando l’archiviazione della stagione e indicando le modalità secondo le quali questo avverrà, in particolare per quel che riguarda promozioni, relegazioni e qualificazione alla Coppa Svizzera 2020/2021.

“Incontri a porte chiuse, test dei giocatori e di tutte le altre persone coinvolte e altre rigide misure sanitarie necessarie in questa situazione non sono possibili per la Promotion League e per la Prima Lega - si spiega ancora nel comunicato -. Speriamo di poter iniziare la nuova stagione come previsto, ma è ancora troppo presto per poter dire qualcosa al riguardo”.

Righetti: 'Giusto così, ma per noi è un brutto colpo'

Una via quella dello stop definitivo caldeggiata anche dalla maggior parte delle società, compreso l’Acb. «Era l’unica soluzione attuabile ed era chiaro da un bel po’ che sarebbe andata a finire così, tanto che mi chiedo come mai abbiano aspettato fino adesso per prendere questa decisione, non avrebbe avuto alcun senso andare avanti - ci spiega il presidente della società granata Paolo Righetti, che per quest’anno aveva comunque già accantonato i sogni di promozione visto l’ampio ritardo (11 punti) sull’Yverdon capolista -. Effettivamente vista la classifica (la squadra allenata da Valerio Jemmi occupa il sesto posto) a noi cambia poco da questo punto di vista, se non che molto probabilmente ritroveremo sulla nostra strada l’Yverdon anche l’anno prossimo, dato che non vedo altre possibilità oltre a quella di bloccare promozioni e retrocessioni».

Ben più pesanti rischiano invece di essere le conseguenze a livello economico… «Non abbiamo ancora capito bene come poter approfittare degli aiuti stanziati dalla Confederazione per lo sport professionistico e non (50 milioni per entrambi i settori, ndr) e lo stesso comitato della Prima Lega al quale ci siamo rivolti sta cercando di fare chiarezza. Speriamo di ricevere presto qualche informazione in questo senso perché per noi finanziariamente la cancellazione della stagione rappresenta un brutto colpo considerando che avremmo dovuto disputare ben otto partite casalinghe (sulle 13 totali, questo perché a inizio stagione a causa dei lavori allo stadio Comunale i granata avevano disputato molti più incontri fuori casa, ndr). In pratica all’andata abbiamo sostenuto la maggior parte dei costi per le trasferte di questa stagione e ora ci mancheranno i ricavi dei match in casa, ossia tra spettatori (1000 di media) e buvette circa 5-6 mila franchi a partita. In questo senso uno dei compiti prioritari del comitato è cercare di limitare i danni e chiudere la stagione in pareggio, in modo da poter ripartire ancora con una base solida quando sarà il momento».

Già, ma quando sarà? «Non sono troppo ottimista, anzi, ammetto che personalmente sto già pensando al 2021. Mi auguro di sbagliarmi, ma ho la sensazione che prima del nuovo anno sarà difficile tornare a una certa normalità. Evidentemente da presidente non posso però limitarmi a questa ipotesi, come società dobbiamo essere pronti a più scenari, ossia che si riparta in luglio, settembre, novembre o chissà quando. Una situazione nuova nella quale è difficilissimo muoversi a livello di pianificazione, sia dal punto di vista societario sia sportivo. Come noi anche i giocatori sono in attesa di capire come evolverà la situazione, oltretutto la maggior parte di loro ha anche un lavoro, per cui la questione è piuttosto delicata e complessa».

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